Terrorismo internazionale, circa 500 i morti a gennaio

Nigeria
La strage nel villaggio nigeriano

Sono circa 500 le vittime del terrorismo internazionale e della violenza politico religiosa nel mese di gennaio. Un calcolo empirico e approssimativo, quello offerto dal mio database, sicuramente non aggiornato con i dati reali: autobombe e incendi nei villaggi continuano a provocare morti nei giorni successivi agli attacchi. Ma già la prima approssimazione è impressionante.

Ben quattro gli episodi in cui i morti superano quota 50 e tutti e quattro sono di matrice islamista: l’Isis al mausoleo di Damasco (circa 70, nella giornata di ieri) e in una caserma di polizia in Libia (tra i 60 e i 70), Boko Harama con un raid in un villaggio nigeriano (l’altra notte: almeno 86 vittime), Al Sahabbab in una caserma al confine con il Kenya (circa 60 morti tra le forze di pace africane). Ma ci sono stati anche diversi stragi da decine di vittime:  più episodi in Afghanistan e in Pakistan (con un’incursione in Kashmir), una al mercato sciita di Baghdad, una nel cuore dell’Istanbul turistica, un assalto all’albergo degli occidentali nella capitale, un covo dell’Isis saltato in aria nel centro del Cairo mentre le forze di sicurezza facevano irruzione. Poi lo stillicidio dell’Intifada dei coltelli, con donne ebree e sicari palestinesi uccisi. Solo tre gli episodi in Occidente: due con presunti attentatori islamici uccisi dalle forze dell’ordine (uno a Parigi, nell’anniversario di Charlie Hebdo, uno a Philadelphia), l’ultimo e unico di matrice non islamica con il portavoce delle milizie dell’Oregon ucciso a freddo dalla polizia a un posto di blocco. E il conto riparte dal 1° febbraio. Con un miliziano palestinese ammazzato dalle forze di sicurezza israeliane mentre andava all’attacco all’arma bianca…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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