Case occupate al Giambellino. Gli arrestati: “Non c’è nessun racket”

Non esiste alcuna associazione a delinquere per la gestione parallela dell’assegnazione delle case popolari nel quartiere Giambellino, a Milano. E’ il contenuto, in sostanza, di una dichiarazione spontanea resa 
nell’interrogatorio di garanzia, davanti al gup Manuela Cannavale, da quattro dei nove antagonisti finiti ai domiciliari lo scorso 13 dicembre. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata all’occupazione abusiva di immobili di proprietà  pubblica e alla resistenza a pubblico ufficiale. 

Tra gli arrestati, c’è  anche il leader del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio. Il 28enne Alberto Bosacchi è laureato in Filosofia con 110 e  lode. I quattro indagati si sono, però, avvalsi della facoltà  di non rispondere alle domande del giudice, poiché, come chiarito dai difensori, non hanno avuto la possibilità  di leggere tutti gli atti dell’inchiesta a loro carico.

Le eccezioni di nullità della difesa

I loro avvocati, Eugenio Losco e Mauro Straini, avevano, infatti, anche sollevato un’eccezione di nullità dell’interrogatorio per violazione del diritto di difesa per non aver avuto accesso a tutti gli atti dell’indagine fino a stamattina e avevano anche chiesto un rinvio dello stesso interrogatorio. Richiesta che è stata rigettata dal giudice Cannavale. Oltre a Bosacchi, sono stati sentiti anche la 32enne Clelia Elena Mercedes Contestabile, Nicolò Fasiello (25 anni), Mirko Lavezzoli (33 anni). Domani toccherà agli altri arrestati.
La presunta associazione per delinquere, secondo le indagini dei pm Alberto Nobili e Piero Basilone, aveva “uno scopo comune: una propagandata ’giustizia sociale’ a tutela del diritto della casa, volta a creare una soluzione all’emergenza abitativa, parallela e contrapposta a quella offerta dalle Istituzioni”. Gli arrestati, si legge negli atti, “intendevano,
con mezzi leciti ed illeciti, impedire gli sgomberi di immobili abusivamente occupati” e “combattere le Istituzioni a colpi di occupazioni”.

Cimini: violati a ripetizione i diritti della difesa

Alla vicenda del Giambellino Frank Cimini dedica la sua rubrica quotidiana “Buongiorno stocazzo”. Il decano dei giornalisti giudiziari milanesi scrive sulla sua pagina Facebook:
” la difesa degli arrestati del Giambellino accusati di associazione per delinquere non ha avuto il tempo sufficiente per visionare gli atti ma il giudice ha rigettato l’eccezione di nullità degli interrogatori e persino la richiesta di rinviarli. La fissazione degli interrogatori era stata notificata prima del deposito degli atti. Non è stato possibile prendere visione delle copie dei verbali e delle intercettazioni una delle quali era già sul sito di un quotidiano la mattina stessa degli arresti a operazione in corso.
Già il comunicato dei carabinieri dato alla stampa con l’evidente assenso della procura contenendo elementi sensibili delle indagini prima delle notifiche era stato una palese violazione del segreto d’ufficio. Ma il giudice delle indagini preliminari ha deciso che tutto va bene madama la marchesa.

Il provvedimento degli arresti domiciliari sarà impugnato davanti al Riesame quello del mancato rinvio finirà in Cassazione. Sono queste le ultime novità di una indagine mediatico-politica nata fin dai tempi di Expo dove la procura aveva scelto deliberatamente di non compiere accertamento sugli appalti.
L’ormai famosa moratoria che però non può e non deve riguardare chi lotta per il diritto alla casa nella metropoli con migliaia di appartamenti sfitti. Il ragionamento della procura e di un giudice appiattito sulle tesi del l’accusa è “io sono io e voi non siete un cazzo”.
È’ la giustizia bellezza… e dovrebbe riflettere soprattutto quella parte della compagneria ancora convinta che la magistratura possa migliorare la società e ridurre le diseguaglianze. I giudici restano i nemici peggiori di chi si batte per un mondo migliore…. Amen

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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