11 aprile 1978: le Br uccidono il secondino Cotugno. Ferito e catturato Cristoforo Piancone

PIANCONELorenzo Cutugno è un agente di custodia in servizio alle carceri di Torino, ucciso l’11 aprile 1978 in un agguato da militanti delle Brigate Rosse in zona LungoDora Napoli a Torino all’ingresso del palazzo dove risiedeva. Cristoforo Piancone e Nadia Ponti, lo colpiscono ripetutamente alle gambe con l’obiettivo di ferirlo. Egli tenta di reagire con la sua pistola e, pur già ferito, esci in strada e sparò sui due fuggitivi: la Ponti è colpita leggermente, Piancone in modo serio. Il terzo brigatista di copertura, Vincenzo Acella, interviene colpendo alle spalle il secondino e poi gli spara un colpo mortale alla testa, dopo che era già ferito e riverso a terra. Cristoforo Piancone, abbandonato dai compagni in un vicino ospedale cittadino, si dichiara prigioniero politico. E’ il primo brigatista catturato in azione. E’ uno dei 12 detenuti che le Br indicano come contropartita per la liberazione di Moro.
LA SUA STORIA – Figlio di immigrati pugliesi, cresciuto a Torino dopo un’infanzia a Grenoble, transitato dal Pci e dalla Flm (metalmeccanici della Cgil), poi in Potere Operaio, prima operaio alla Fiat e poi bidello in una scuola elementare Cairoli di Torino. Clandestino dal 1977, è un componente della Direzione strategica. Debutto armato nel 1975 con il ferimento di Paolo Fossat, vicecapo officina alla Fiat di Rivalta. Prima dell’arresto è coinvolto anche negli omicidi del giornalista Carlo Casalegno (16 novembre 1977) e del maresciallo Franco Berardi (10 marzo 1978). Tre condanne all’ergastolo per sei omicidi.
IL RITORNO IN CELLA – «Da galeotto fu prima un irriducibile – racconta Giovanni Bianconi – quindi scelse il silenzio di chi non si pentiva né dissociava, ma nemmeno credeva più alla rivoluzione innescata dagli omicidi. Negli anni Novanta il suo fascicolo personale si riempie di “relazioni comportamentali” favorevoli, che riferiscono di abbandono della lotta armata e “partecipazione proficua al trattamento carcerario”. Comincia a usufruire dei permessi e poi del lavoro esterno presso una cooperativa che si occupa di disabili. Tutto tranquillo, a parte un paio di screzi con gli agenti che gli costano la temporanea sospensione del beneficio. Ma nel 1997 torna a uscire, fino all’incidente del 1998: in un supermercato di Alessandria lo sorprendono a rubare biancheria e oggetti per l’igiene personale, spintona la cassiera che lo insegue, arrivano i carabinieri e l’arrestano. Vicenda curiosa, un ritorno quasi cercato alla detenzione totale. Durante la quale frequenta corsi da geometra, accumula note di merito e mostra di “saper perseguire con lucidità obiettivi di vita futura nell’ambito della società libera”. Polizia e carabinieri non segnalano collegamenti con formazioni terroristiche o “combattenti” vecchie o nuove, così tornano i permessi, il lavoro fuori dal carcere e poi la semilibertà, febbraio 2004. Il passo successivo sarebbe la liberazione condizionale, ma nel marzo 2007 gliela negano, il “ravvedimento” rispetto al passato di piombo secondo il giudice è insufficiente. Piancone la sera deve tornare in prigione”».
LA RAPINA DI SIENA – Il 1° ottobre 2007 tenta un colpo a Siena, in un’agenzia del Monte dei Paschi. Sono in due, l’ex brigatista ha il volto coperto da un cappello beige, il suo complice – un pregiudicato 33 anni – s’è mascherato col casco da motociclista. Prendono 170 mila euro e scappano a bordo di uno scooter verso Fontebranda, ma vengono bloccati dalla festa appena conclusa della contrada dell’Oca. Quando arrivano gli agenti, Piancone fa il gesto di sparare per tre volte e per tre volte innesca per errore la sicura: «Non posso fare parte delle Br – spiegherà poi a Marco Gasperetti – perché il mio gruppo si è sciolto nel 1983 e lo ha annunciato con un comunicato pubblico. A Siena ho agito per motivi personali, avevo bisogno di soldi. Non avevo intenzione di far male a nessuno, né in banca né fuori. Non è vero che la pistola si è inceppata. Aveva la sicura e io lo sapevo».

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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