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Dopo il record di un milione di visite chiude il blog FascinAzione

01 marzo 2013

Il giornalista e saggista Ugo Maria Tassinari, il più grande esperto di nuove e vecchie destre in Italia, comunica con un tweet la decisione di voler chiudere il suo blog FascinAzione dopo aver sfondato il muro del milioni di contatti. Ad Ugo ho chiesto le ragioni di questa scelta.

1 milioni di accessi per il tuo blog. Come si arriva a questa cifra?
E’ la somma che fa il totale. Quando ho cominciato, dopo un paio di anni di incubazione e di sollecitazioni di diversi giovani amici agguerriti sul web e i social network (anche tu) gli obiettivi che mi ero dato era di partire da 150-200 visitatori e averne 10mila al mese. Oggi chiudo con 18mila alla settimana. Come ci si arriva: all’inizio con un uso selvaggio dello sharing e con il traino dell’autorità che ho come grande esperto di fascisterie. E quindi i “grandi eventi” (la morte di Calore e di Signorelli, Breivik, Casseri), le campagne (la strage di Bologna) e gli scoop (la liberazione di Concutelli) con le interviste a raffica, le presenze in tv, le citazioni hanno funzionato da traino. Poi raggiunta una certa massa critica è scattato anche l’apporto di google. Tant’è che quando, ascoltando dissennatamente il mio blogmaster ho mollato il dominio blogspot per mettermi in proprio ho avuto una discreta mazzata e ci sono voluti diversi mesi per risalire. Un altro risultato importante l’ha dato il restyling del blog, con un’impaginazione più ordinata e di taglio più esplicitamente giornalistico. Comunque questo è il contorno: la sostanza è che in un anno saranno stati 2 i giorni in cui non ho scritto, e ogni volta che succede un evento all’attenzione della stampa mainstream io ho sfornato in due tre giorni 15-20 post di sostanza … Mi piace pensare poi che abbia giocato un ruolo importante la credibilità, l’onesta intellettuale, lo scrupolo sul dovere di rettifica, il coraggio di non piegarmi al diktat della mostrificazione imperante…

Ma perchè chiudere un blog che è un punto di riferimento culturale?
Perché l’obbligo di produrre aliena la passione di creare. Perché ho una struttura nevrotica della personalità, con una discreta componente compulsiva. E sono competitivo e orgoglioso. E quindi non riesco a “ridimensionarmi” come suggerisce qualcuno e mi è più facile staccare la spina. Perché dopo 25 anni di ricerca l’oggetto si è svuotato e il soggetto si è “esaurito” e quindi bisogna saper scendere dalla cresta dell’onda, ricordando sempre che noi giornalisti, in fondo, siamo nani sulle spalle di un gigante

Destra e web, come vedi il fenomeno?
I primi a dimostrare una grande attenzione per il web, al punto di inventarsi i websupporter è stata CasaPound, che, come ho avuto modo di spiegare in tantissime occasioni, è movimento assai moderno e con buone capacità di comunicazione. Eppure anche loro hanno una debolezza di fondo. Perché la Rete è come l’oceano della canzone di Dalla, non lo puoi fermare, non lo puoi recintare. E così un bravo copywriter come Iannone inciampa sull’uso di facebook, continuando a pensare che sia il cortile di casa e non una prateria aperta alle incursioni della stampa. E così poi scatta il divieto per i militanti di scrivere commenti sui forum o su blog come il mio.

Si può dire quindi che il web non è solo a 5 stelle?
C’è una differenza di fondo. Il Web è fondativo per i 5 stelle, i fascisti comunque hanno bisogno di mantenere una dimensione stradaiola. Quando Ruotolo per due volte “offende” Di Stefano la risposta non è un mail bombing ma due raid, ripetuti con identiche modalità, contro manifestazioni dei rivoluzionari civili. E parliamo del gruppo più “raffinato”

Cosa hai pensato quando Bersani ha definito i grillini “fascisti del web”?
Al Corriere della Sera che scamazzò la notizia su Montanelli gambizzato dalle Br senza nominarlo in prima pagina. Quella di Bersani è una evidente, brutale semplificazione ma esistono in Rete sofisticatissime analisi e qualificatissimi dibattiti su Giap, il blog animato dai Wu Ming, che sviscerano perfettamente la profonda anima di destra del grillismo. Dopo di che bisognerà mettere tutto in quadra con il fatto che molti dei punti programmatici (acqua pubblica, scuola e sanità pubbliche) sono tipicamente di sinistra.

Cosa ne sarà ora di questa esperienza? C’è forse una voglia di ritorno al cartaceo?
Scherzando tra internauti campagnoli, si dice che la Rete è come il maiale: non si butta niente. Il blog resterà lì, con lo straordinario accumulo di materiali costruiti in due anni e mezzo di lavoro, forti di un quarto di secolo di ricerca accanita alle spalle.
C’è voglia di ritornare alla ricerca, a un libro che solo in parte si occupi di questi temi ma c’è anche la convinzione di continuare a stare sul web, sia pure con modalità meno ansiogene. Come ho spiegato ai tanti lettori addolorati, io ho una struttura nevrotica complessa, con una certa presenza di elementi compulsivi e un forte narcisismo. Non riesco ad amministrarmi e a dare ritmi più umani al blog. Sono un po’ come quei forti bevitori per cui è più facile non bere proprio che a centellinare il consumo.
Comunque sto già lavorando al progetto di un nuovo sito che inglobi il blog, che abbia più sezioni in cui pubblicare materiali storici d’archivio ma anche inediti e seminediti che afferiscono a temi di assoluta attualità politica. Scritti 20 anni fa ma assolutamente puntualissimi. Sono infatti dedicati alla assoluta perniciosità dell’ondata giustizialista per la sinistra… Pensa un po’ …

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