GIGGINO, SALVATORE, LO STRAPPO – di Ugo Maria Tassinari

Ugo Maria Tassinari

É stato fedele alla sua canzone del cuore.

In effetti Giggino Di Maio lo ha lasciato, cacciandolo di malo modo dal Movimento 5 Stelle. Ma la cosa non vale: non si può cancellare la sua candidatura nel collegio uninominale e se vince andrà regolarmente a Montecitorio. A fare che?

A sua volta che poteva fare il giovane candidato premier? Se l’era scelto personalmente di persona come candidato, senza manco passare per le parlamentarie, ci si era accompagnato nel tour a Potenza per poi scoprire che il suo uomo sapeva di non essere in regola con le regole M5S.

E così le note di “Se mi lasci non vale”, come ogni domenica al Viviani, hanno accompagnato il suo ingresso al Civico 197, dove ha onorato l’appuntamento, preso prima della tempesta, con il Primo voto Party. Non c’era molta gente e Salvatore Caiata comunque ha scelto di non parlare.

Quello che doveva dire lo ha scritto sulla pagina facebook: si autosospende dal Movimento ma resta regolarmente in corsa come candidato, potenziale membro dei grillini espulsi, una pattuglia di responsabili che già fanno incazzare i Salvini e le Meloni che sentono puzza di inciucio.

Che cosa faranno ora gli attivisti grillini che con grande entusiasmo sono accorsi da tutta la Basilicata per la “trasferta” di Lauria, dove l’altro giovane leader del Movimento è venuto a sfidare Pittella per dare forza al candidato Caiata.

Lo sapremo tra poco più di una settimana.

 

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