Grillo antisemita? Ma no, quello è Nosferatu, non un giudeo
Profilo in ombra, naso adunco, unghie appuntite, gobba prominente, un’evidenze calvizie…
Quest’immagine – comparsa sul blog di Beppe Grillo in data 22 maggio 2017 con l’obiettivo di denunciare il potere occulto delle bache – è tecnicamente propaganda antisemita.
Come non se ne vedeva da tempo ad opera di un leader politico di questa importanza.
Così il professor Alessandro Campi illustre scienziato politico sulla sua pagina facebook. Ma, osserva immediatamente qualche amico di media cultura cinematografica, l’immagine usata è quella di Nosferatu, il vampiro di una delle più osannate pellicole dell’espressionismo tedesco.
La rappresentazione caricaturale dell’ebreo deforme, proprio secondo quelle caratteristiche descritte, era però tipica di quegli anni e affonda le radici nell’immaginario ottocentesco. Un’iconografia segnata dall’odio e dal pregiudizio ma che si forma in concrete e determinate condizioni storiche, sociali e culturali, trovando una sistemazione alta nell’analisi marxiana della “questione ebraica”.
Oggi, come giustamente osserva Campi, quella rappresentazione non si usa più: perché l’usuraio di quartiere non porta la kippah ma è un colletto bianco della malavita organizzata e la terribile potenza del capitale finanziario si è completamente dematerializzata …
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