Il documentario di Silvia Giralucci in sala a Padova: un’occasione per riflettere sugli anni 70

La Difesa Del Popolo – Padova – Il documentario di Silvia Giralucci.

Sfiorando il muro, il documentario di Silvia Giralucci, diretto con Luca Ricciardi, prodotto da Doclab, distribuito da Microcinema e presentato fuori concorso quest’anno alla mostra del cinema di Venezia, è la sintesi della ricerca attraverso gli anni Settanta a Padova e in Italia per capire le ragioni, di destra e di sinistra senza distinzioni, che scatenarono quella violenza incomprensibile agli occhi di molti, ma specialmente a quelli di una bambina di tre anni – Silvia Giralucci appunto – a cui, con la velocità istantanea di uno sparo, era stata sottratta la felicità di crescere con il padre accanto. (…) gli anni di piombo furono una «guerra civile», non dichiarata ma strisciante, fra bande giovanili opposte, una sorta di «insanguinati ragazzi della via Paal» alle prese con un gioco crudele più grande di loro. E perché quanto vissuto sulla propria pelle insegni che la violenza non conduce da nessuna parte, disperde gli ideali e uccide i valori su cui si fonda la società, il film è un messaggio a chiare lettere per le nuove generazioni. Per non “entrare in tentazione” nel replicare, in un momento così pesante per il nostro paese, atteggiamenti e condotte che rischiano di pagarsi con e per la vita.

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “Il documentario di Silvia Giralucci in sala a Padova: un’occasione per riflettere sugli anni 70

  1. Per carità! La mistificazione antifascista colpisce anche i familiari delle sue vittime. Che la figlia di Giralucci confonda una azione delle Brigate Rosse contro il MSI con gli opposti estremismi è segno di una tale ignoranza storica che offende tutte le altre vittime, che sono effetivamente cadute nella lotta politica (Ramelli, i Fratelli Mattei ecc..).
    Io ero (sono) un camerata di Giralucci, ho denunciato con manifesti e volantini l’assassinio dei due camerati di Padova, ma l’azione delle Brigate Rossr era una azione, sì antifascista, ma di quell’antifascismo “tradito” che, frutto anch’esso dell’ignoranza storica, accomunava i fascisti ai dirigenti d’azienda, ai magistrati, allo Stato….
    Questo sporco gioco era invece diretto da quello Stato che era antifascista come le Brigate Rosse!
    Il livello, invece, della lotta politica quotidiana ha invece prodotto l’altra mistificazione, anch’essa frutto dello stato antifascista, quella degli opposti estremismi giovanili.
    Non è un caso che i morti ammazzati fascisti, dopo Giralucci ( e dopo Venturini), trovano i loro sicari non più nella lotta clandestina delle BR, ma nell’odio artificiale di gruppetti estremisti operanti alla luce del sole: Movimento Srudentesco, Lotta Continua, Potere Operaio …
    Le Brigate Rosse, politicamente più preparate, mirano al Potere Vero e non più ai generosi militanti del MSi.
    Non è quindi giusto accomunare dei criminali, sì, ma dotati di una strategia, i brigatisti, con quegli squalllidi assassini da strada, quei cialtroni dell’estrema sinistra, servitorelli del regime, ma al livello più basso, quello di bufoini della corte antifascista, quell’antifascismo reale, quello del potere, non quello ideologico, sia pur criminale, delle BR.
    Non è un caso che la Giralucci trovi l’ospitalità dai preti, i più potenti fra gli antifascisti, dopo la fine dei comunisti…

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