Il Giornale e l’ossessione anticomunista: Rinascita non c’entra con il Pci

IL GIORNALE: Anche i giornali che hanno fatto la storia ci cascano. Come già è accaduto per l’ex quotidiano del Partito socialista «Avanti!», anche «Rinascita», che discende dalla rivista culturale del Partito comunista, è oggetto di un’accusa infamante e indegna del suo passato: aver raggirato lo Stato. Il giornale finito sotto inchiesta è quasi clandestino e contrassegnato da posizioni neonaziste e negazioniste. Tant’è che i suoi articoli finiscono spesso nella rassegna stampa dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane. Come riporta il «Corriere.it», nell’inchiesta si ipotizza che la cooperativa «Rinascita» abbia percepito indebitamente oltre 2,3 milioni di finanziamenti pubblici. Perciò la Finanza ha sequestrato beni e denaro per una cifra equivalente.

Il quotidiano più diffuso della destra italiana proprio non ce la fa a tenere a bada la compulsione anticomunista. Così anche quando platealmente copia da un’altra testata ci deve mettere il suo. In questo caso il falso legame tra il quotidiano oggetto dell’inchiesta e il glorioso settimanale del Pci che portava in gerenza la paternità: “fondato da Palmiro Togliatti”. Perché invece la fonte originale ben chiarisce che si tratta solo di un caso di omonimia:

IL CORRIERE DELLA SERA L’accusa è infamante: aver raggirato lo Stato incassando indebitamente i contributi per l’editoria. È successo più volte e adesso tocca al quotidiano «Rinascita», che in comune con il glorioso settimanale del Pci ha solo il nome. Redazione centrale a Roma, altre cinque sedi in Italia (Milano, Verona, Sora, Caserta, Napoli), una all’estero (Belgrado) e due corrispondenti a Dublino e Parigi, il giornale è pressoché clandestino e contrassegnato da posizioni neonaziste e negazioniste. Tant’è che i suoi articoli finiscono spesso nella rassegna stampa dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane.

Il quotidiano diretto da Ugo Gaudenzi, infatti, non ha nulla a che vedere con la tradizione comunista: è infatti una filiazione dell’Umanità, organo del defunto Partito socialista democratico italiano (il saragattiano Psdi, travolto dagli scandali ancor prima di Tangentopoli): il suo ultimo direttore fu infatti lo stesso Gaudenzi, uno dei leader del movimento della destra radicale Lotta di Popolo, autodissoltosi nel 1973. Da quell’esperienza germinò una piccola corrente di sinistra, la cosiddetta “linea rossa”, che vide i suoi militanti accassarsi nella sinistra riformista (Psi e Psdi). Dopo la crisi di Tangentopoli, Gaudenzi dette appunto vita all’esperienza di Rinascita, bordeggiando, in misura variabie, le diverse esperienze organizzative che segnarono la diaspora postmissina, dalla Fiamma di Rauti al Fronte nazionale di Tilgher, dal Movimento sociale europeo dell’europarlamentare Bigliardo all’esperienza autonoma di Rinascita nazionale, un gruppo promosso dallo stesso Gaudenzi e dalla vita breve. Da una decina d’anni, dal delinearsi dello “scontro di civiltà”, Rinascita rifiuta la collocazione nella destra radicale e si è qualificato come giornale di “sinistra nazionale” e come portavoce di quei movimenti di sostegno ai Paesi in lotta contro l’Impero americano (dalla Libia gheddafiana alla Siria di Assad).

Certo, anche l’Avanti! è stato interessato a una truffa sui finanziamenti pubblici: ma al Giornale dimenticano di dire che i responsabili sono i ben noti Lavitola e De Gregorio, pluriinquisiti come pasdaran berlusconiani ed entrambi ammittenti nei principali procedimenti che li vedono imputati. Gaudenzi, invece, dichiara la sua innocenza e annuncia che nei prossimi giorni informerà i lettori dei termini veri della vicenda. Attendiamo con curiosità.

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “Il Giornale e l’ossessione anticomunista: Rinascita non c’entra con il Pci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.