Il processetto a Mafia Capitale: Girard è morto ma la pratica del capro espiatorio è ben viva

Se potete, vi consiglio di guardarvi la parte di Piazza pulita di ieri in cui si parla di Mafia Capitale. Formigli fa introdurre il tema da Lirio Abbate, giornalista dell’Espresso sulla cui superficialità (testata a un corso di formazione per giornalisti) non mi soffermo. Lui ripete il teorema a noi tutti noto: il nero, le tangenti, il sindaco neofascista. Arriva Alemanno, che si difende con la tesi a noi tutti nota che non si era accorto di nulla. Si legge una lettera inviata a Formigli da Buzzi. Vi si dice che Panzironi ha assicurato più volte che Alemanno non intascava un euro e che, arrivato Marino, la situazione era addirittura peggiorata quanto a voracità (trasversale, ovvio) dei consiglieri comunali. Formigli, per non commentare, questo dato, dà la linea a Crozza che fa la sua satira su Alemanno. L’ex assessore Pd Esposito parla di Ama e Atac e dice che il guaio lì non è la parentopoli di Alemanno ma la gestione consociativa. Altro dato su cui Formigli sorvola. Parla l’avvocato di Buzzi e dice che nelle carte del processo non vi è accenno ai polli sgozzati che Carminati avrebbe usato per intimidire gli imprenditori che non pagavano. Ovviamente di polli sgozzati ha parlato Lirio Abbate. L’avvocato di Buzzi dice che Carminati era un uomo libero fino all’arresto e domanda perché Buzzi si sarebbe dovuto accorgere che era mafioso. Risposta di Abbate: “Dall’atteggiamento…”.

Così Annalisa Terranova stamattina sulla sua pagina Facebook.

Lirio Abbate è il giornalista che ha abbondantemente anticipato l’inchiesta di Mafia Capitale. Uno che per le minacce (serie) della mafia siciliana vive da anni sotto scorta, in simbiosi non ambigua con i suoi angeli custodi. E’ comprensibile quindi la sua tendenza ad enfatizzare gli aspetti di violenza e brutalità del fenomeno che lo vede da anni potenziale bersaglio reale. Anche quando questi aspetti non ci sono o sono del tutto marginali. Con l’avvio del processo a “Mafia Capitale” è ripartito il tam tam sugli aspetti intimidatori svolta da Carminati e sodali. Da giorni gira in Rete il video della registrazione dell’ “intimidazione all’operaio“, che poi è in realtà l’operatore della compagnia telefonica che non si decide ad allacciare la linea. Io sfido chiunque a sostenere di non essere mai uscito dai gangheri avendo a che fare con i disservizi di Telecom, Vodafone, Fastweb o Wind. Io sono riuscito a litigare più di una volta con ciascuna: perché veramente ti fanno uscire pazzo e mi sembra ridicolo avallare l’accusa di mafiosità con una conversazione del genere. Nessuno però diffonde le centinaia di intercettazioni in cui è  del tutto evidente che decine di amministratori si sono volontariamente attovagliati con la banda Buzzi-Carminati. Io resto convinto che i due delinquenti (che tali sono) finiranno da fare da capri espiatori sull’altare della mafiosità (inesistente) per rimuovere il dato fondamentale, la radicale corruzione del ceto politico. Un sacrificio necessario per ristabilire l’ordine.

PS: Proprio l’altro giorno è morto l’antropologo francese Rene Girard che di questa coppia concettuale aveva fatto il cuore pulsante della sua ricerca…  Un gigante del pensiero.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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