Il weekend rafforza la leadership di Renzi. Ma meno male che Grillo c’è

Doveva essere il weekend della spallata nel disegno originario di Matteo Salvini ma il combinato disposto delle adunate di Roma e di Bologna ha invece, senza dubbio, rafforzato la leadership neocentrista di Matteo Renzi. La conquista della posizione apparentemente dominante in un centrodestra finalmente riunito (si pensi alle polemiche estive della Meloni contro Buttafuoco) da parte del leader della Lega è esattamente l’obiettivo perseguito scientificamente dal presidente del consiglio con la martellante campagna pubblicitaria offertagli gratuitamente nell’ultimo anno dalla televisione di Stato. Le motivazioni dell’assenza di CasaPound a Piazza Maggiore, a prescindere dall’inconsistenza elettorale del movimento fascista, hanno enfatizzato la contraddizione di fondo: questo centrodestra è una minestra scaldata, riciclaggio di un’esperienza (quella del 1994) che si poneva dinamicamente come transizione oltre il secolo breve. Allora la scelta di sdoganare i fascisti e di “romanizzare” la marea montante nordista rivelava le grandi potenzialità politiche di Silvio Berlusconi. Oggi, accettando l’abbraccio mortale di un vecchio che ha perso finanche il dono di straordinario affabulatore e giunge ad annoiare il pubblico, Salvini ha perso l’occasione di proiettare finalmente la destra italiana in Europa costruendo un soggetto indipendente che guarda alle grandi esperienze populiste e identitarie già vincenti (Polonia, Ungheria) o  maggioritarie (Francia, Austria) senza compromessi con i vecchi soggetti politici novecenteschi di area liberale e democristiana.

La coincidenza con la prima uscita pubblica della nascente aggregazione tra transfughi del Pd e Sel, già battezzatasi velleitariamente Sinistra italiana, è un bonus inatteso ma particolarmente gradito dal segretario dem: perché questa nuova opposizione nascente nel segno del passato conferma una vocazione minoritaria che ha segnato la storia del Partito comunista e perfeziona il disegno tattico neodemocristiano. La scelta identitaria della nuovo soggetto politico trova la sua espressione nella scelta musicale di intonare Bella Ciao. Peccato che il nemico principale in questa fase non sia il nuovo “fascismo” di Matteo Salvini , a cui si oppone violentemente la sinistra antagonista (pratica che Fassina si è affrettato a condannare), ma la nuova Dc di Matteo Renzi

Se questi sono gli avversari, può tranquillamente pensare il premier, a Palazzo Chigi ci metto le radici. A rompere il suo schema, però, e a tenere aperti i giochi rimane la persistenza dei barbari grillini…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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