La contestazione a Bagnoli: torna la stagione dei bulloni, altro che cacciata di Lama

La contestazione al concerto sindacale del 1° maggio a Bagnoli, innescata da tre operai cassintegrati di Pomigliano e conclusa con l’interruzione della festa, ha fatto riesumare (a sproposito) il ricordo della cacciata di Lama da parte del Movimento del Settantasette alla Sapienza occupata. A favorire l’errore, ovviamente, lo choc emotivo della sparatoria di Palazzo Chigi, che ha creato uno stato d’animo d’attesa sulla possibilità di un ritorno agli anni di piombo, sempre sbandierati come spauracchio al minimo stormir di foglia, ma ormai da tempo morti e sepolti. L’analogia più vibrante è invece con la “stagione dei bulloni”, che si consumò vent’anni fa, all’inizio della transizione alla Seconda Repubblica, in piena crisi di legittimità del sistema dei partiti. Una fase di violenta contestazione di piazza ai sindacati, accusati di supportare le politiche violentemente recessive del governo Amato, che impose severe misure fiscali e di contenimento della spesa (compreso il prelievo forzoso dei conti correnti) per rispondere ai diktat europei di un riallineamento dei conti. Era l’autunno del 1992 e montava l’onda di piena di “Mani pulite”. A ricostruire la vicenda nel dettaglio è stato, qualche mese fa, in occasione del ventennale della “contestazione a Trentin”, il leader più noto della sinistra sindacale, all’epoca segretario generale della Cgil, il sito web Infoaut, una sigla dell’area antagonista

Nel settembre del 1992 il governo italiano, sotto la guida del Presidente del Consiglio Giuliano Amato, varò una maximanovra finanziaria per il 1993 che andava a colpire pesantemente famiglie ed aziende.  Se a detta dell’allora amministratore delegato della FIAT, Cesare Romiti, si trattava di “un male necessario”, dalle strade e dalle agitazioni nelle fabbriche giunsero risposte ben diverse da parte di chi non era disposto a nuovi mesi di sacrifici. I sindacati convocarono una giornata di mobilitazione contro le misure economiche varate dal governo ma il ruolo concertatore della Cgil, che solo pochi mesi prima aveva firmato l’accordo sul costo del lavoro, era ormai palese. La giornata di protesta indetta per il 22 settembre, dunque, si annunciava da subito carica di tensioni. A Firenze, in piazza Santa Croce, era previsto un comizio del segretario della Cgil Bruno Trentin, chiamato a parlare della manovra e a pronunciarsi ancora una volta a favore di improbabili mediazioni tra le mosse governative e l’insofferenza di lavoratori e lavoratrici. Ma non appena Trentin scese dall’auto, venne accerchiato e strattonato dalla folla che lo insultava e un pugno lo colpì al viso. Venne subito arrestato un infermiere ma l’idea che si trattasse del “gesto isolato di un esaltato” fu presto smentita dal proseguire degli eventi. Non appena il comizio ebbe inizio, infatti, centinaia di contestatori radunatosi tutt’attorno al palco cominciarono a lanciare uova, sassi e bulloni, staccando i microfoni e impedendo lo svolgimento del comizio. Trentin si infuriò e, constatando l’impossibilità di proseguire, si scagliò verbalmente contro i contestatori ma la piazza rifiutava la linea di concertazione che il sindacato stava portando avanti e gli chiedeva di andarsene. leggi tutto

Lo striscione di Infoaut al corteo torinese del Primo Maggio (foto La Repubblica)
Lo striscione di Infoaut al corteo torinese del Primo Maggio (foto La Repubblica)

Tra l’altro di Infoaut si è parlato proprio ieri, in un fotoreportage torinese di Repubblica, perché nello spezzone autonomo del corteo del Primo Maggio spiccava uno striscione  di solidarietà con Preiti, lo sparatore di Palazzo Chigi

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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