Valeria Solesin morta tra le braccia del ragazzo ma i genitori non lo sapevano

Valeria Solesin è stata colpita da una delle prime raffiche sparate dai terroristi al Bataclan, mentre era assieme al fidanzato, Andrea Ravagnani, ed è morta per dissanguamento tra le braccia del ragazzo che la proteggeva. E’ la ricostruzione fornita dal fidanzato e dagli amici ai carabinieri di Venezia. Secondo quanto scritto dalla Tribuna di Treviso, Valeria è stata colpita da un unico proiettile di kalashnikov che le ha devastato parte del bel volto e l’ha fatta morire per dissanguamento. Un colpo che non è stato subito letale: la ragazza è morta lentamente mentre veniva stretta fra le braccia del fidanzato il quale, fingendosi morto, tentava di salvare, oltre a se stesso, la sua ragazza

Così oggi la Repubblica racconta la nuova versione sulla fine della ricercatrice italiana vittima della “battaglia di Parigi”. Una narrazione che rovescia la storia nota. Così il Fatto Quotidiano, domenica 15, aveva ricostruito la dinamica, dando la drammatica conferma che non si trattava di scomparsa ma di morte

“Come ha fatto sapere ieri il Consolato generale d’Italia a Parigi, Valeria Solesin “si trovava nella sala concerti con alcuni amici, quando c’è stato l’attentato sono scappati tutti, la sua amica l’ha vista ferita, ha preso la borsa con il cellulare ed è scappata. Da quel momento di lei non si hanno più notizie”. La ragazza era senza documenti perché la borsa l’aveva l’amica. Era al Bataclan con il fidanzato, Andrea Ravagnani, la sorella di lui, Chiara, (entrambi di Dro, Trento) e il fidanzato di quest’ultima, Stefano Peretti, di Verona. I quattro sono riusciti a scappare dividendosi. Il suo ragazzo non è poi più più riuscito a rintracciarla. Fino alla conferma di questa mattina [domenica 15: poco dopo le 11 il twitter di condoglianze del sindaco di Venezia fissa un termine certo, ndb].

E’stato infatti il console di Parigi, sulla base degli elementi forniti dai familiari, a riconoscere la borsista veneziana tra i tanti corpi delle vittime del massacro. Intervistati subito dopo il drammatico annuncio i genitori di Valeria confermano: anche se razionalmente già la notte di venerdì temevano l’esito tragico fino alla sera di sabato si sono aggrappati alla speranza perché il nome della figlia non figurava nell’elenco dei defunti.

E allora sorge un dubbio: perché il fidanzato non li ha avvertiti subito?  Anzi due: perché l’articolo di debunking non menziona la prima versione sulla perdita di contatto della giovane coppia al momento dell’assalto diffusa dal Consolato?

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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  1. IL FALSE FLAG DEL BATACLAN E LA SOSIA DELLA SOLESIN DURANTE L’ESERCITAZIONE

    Le fotografie pubblicate e vendute su AP Images (precisamente al seguente link: http://www.apimages.com/metadata/Index/France-Paris-Shooting/fbd253f4e7964a759c22c791ed3499d2) e che mostrano una donna molto somigliante a Valeria Solesin, risultano realizzate alle 20:48 del 13 novembre 2015. Assodato il fatto incontrovertibile che diversi scatti, in cui è ritratta la giovane ufficialmente soccorsa dai paramedici, risultano eseguiti alle 20:48 del 13 novembre 2015, quando sappiamo che le prime telefonate al numero di emergenza “15” arrivano dopo le 21:20 e che il supposto attacco nel teatro Bataclan si sarebbe verificato tra le 21:40 e le 21:48, mentre i primi soccorsi giungono verso le 23:00, è plausibile che qualcosa non sia andato così come prospettato nella versione ufficiale. Atteso che le istantanee, vista l’incongruenza degli orari, si riferiscono evidentemente all’esercitazione, sebbene sul sito della AP Images l’immagine sia descritta nel seguente modo: “A woman is being evacuated from the Bataclan theater after a shooting in Paris, Friday Nov. 13, 2015” e ricordato che anche alcune testate mainstream si riferiscono ad un addestramento antiterrorismo svolto il 13 novembre 2015, sarebbe necessario indagare seguendo precise piste e ponendosi precise domande, anziché perseguire chi, tra tanti, solleva legittimamente dei dubbi sulla veridicità della versione ufficiale. Peraltro è interessante notare che i tre scatti pubblicati su AP Images nel 2015 e che ritraggono la sosia di Valeria Solesin, non sono più reperibili in alta risoluzione né sul portale sopra menzionato né altrove, se escludiamo le foto pubblicate nel 2016 dal sottoscritto e prontamente fatte rimuovere da Facebook e YouTube.

    […] Come chiarito, il 13 novembre 2015 era in corso, sempre nella stessa zona di Parigi e nelle ore del dichiarato attentato al Bataclan, un’esercitazione antiterrorismo, con il coinvolgimento di crisis actors, tra i quali, probabilmente, coloro che sono presenti nel servizio fotografico di AP Images e tra questi la giovane sin troppo somigliante a Valeria Solesin. Il fatto che queste fotografie mostrino l’orario di realizzazione alle 20:48, anziché le 23 circa (orario di intervento delle forze di sicurezza nei locali del Bataclan), può avvalorare l’ipotesi che si trattava di una simulazione, poi spacciata per fatto reale, come in altre occasioni.

    […] Il sedicente fidanzato di Valeria Solesin, il Signor Andrea Ravagnani, inizialmente e per quasi due giorni, dichiara di aver perso le tracce di Valeria durante la sparatoria, tanto è vero che la stessa Farnesina, attraverso i canali Twitter e Facebook, così come attraverso i media nazionali (lo stesso signor Dario Solesin pubblica il post sul suo profilo personale), lancia un appello nel quale asserisce che Valeria Solesin è dispersa e si invita la popolazione a fornire informazioni utili al suo ritrovamento.

    Anche le autorità francesi ed italiane fanno sapere/comunicano che il suo cellulare e la sua borsetta non sono al Bataclan. Successivamente il Ravagnani, interrogato dai magistrati, cambia versione ed asserisce che la sua fidanzata era, esanime, sotto di lui, colpita a morte e che per ore i due sono rimasti a terra, insieme, ad attendere l’intervento delle forze di sicurezza. Queste due testimonianze del signor Andrea Ravagnani, diametralmente opposte, rafforzano vieppiù la tesi di una messa in scena, tanto è vero che anche alcuni giornalisti italiani, come già argomentato, sollevano dubbi su queste palesi discrepanze, comunque inspiegabilmente ignorate dagli inquirenti. Perché le dichiarazioni del fidanzato della Dottoressa Valeria Solesin, il Signor Andrea Ravagnani, si contraddicono così palesemente? In altri casi, si sarebbe indagati per false dichiarazioni al Pubblico ministero.

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