Mantelli: l’Isis va trattato da nemico assoluto

In sette semplici punti Brunello Mantelli, professore di storia contemporanea a Cosenza, ci spiega come e perché il terrorismo islamico e ‘ nemico assoluto di chi lotta per l’emancipazione umana: 1) Daesh è un progetto politico. Come tale va considerato, osservato, analizzato e valutato;
2) come ogni progetto politico, Daesh si serve ed approfitta degli errori, delle idiozie, dei misfatti commessi da quelli che individua come avversari;
3) come ogni progetto politico, Daesh punta ad aggregare soggetti che vivono contraddizioni materiali, identitarie, ideali tali da crear loro sofferenza e disagio, offendo loro una prospettiva di presunta redenzione;
4) Daesh di conseguenza NON è né il frutto di congiure o manipolazioni orchestrate da fantomatici servizi segreti (CIA, Mossad, e compagnia spiante), secondo un complottismo delirante, né l’espressione pura e semplice di disagi sociali ed individuali preesistenti, secondo un funzionalismo da osteria. Ovviamente nella storia i complotti esistono, e le contraddizioni nella società sussistono, ma né gli uni, né le altre spiegano da soli nulla, meno che mai il “qui ed adesso”;
5) le azioni di Daesh sono di due tipi: il primo è la guerra guerreggiata che punta a conquistare territori da erigere a “basi nere”, ciò sfruttando i vuoti di potere creati in Iraq, Siria, Libia anche dall’insipienza dell’Occidente. La guerra guerreggiata si combatte e si vince con la guerra guerreggiata, altra via non c’è. Ovviamente la guerra va fatta in modo intelligente, costruendo sistemi di alleanza e senza illudersi che si possa combatterla senza subire perdite, anche perché le guerre non si vincono solo dall’aria, piaccia o meno. Il secondo tipo di azione del Daesh è quello che una volta si chiamava, quando la sinistra aveva ancora una capacità di analisi dei fatti militari, “propaganda armata”. In questa tipologia rientrano sia gli attentati di grandi dimensioni, sia i microattacchi condotti da individui isolati. L’obiettivo è duplice ed è chiaro: da un lato indurre una reazione di panico e di ordine nelle società colpite, tale da portarle a vedere in ogni mussulmano un nemico, dall’altro porsi come catalizzatore del disagio sociale o individuale di gruppi e singoli individui. La “propaganda armata” del Daesh la si può sconfiggere solo rifiutandosi di limitare i propri spazi di libertà e di movimento, e non cedendo a nessun riflesso d’ordine, ma nello stesso tempo attraverso un’opera di infiltrazione nelle reti del Daesh che non rifugga, se necessario, da modalità d’azione poste in atto a suo tempo da De Gaulle contro l’OAS o più di recente dai servizi israeliani contro le reti terroristiche che minacciavano lo Stato;
6) non si può non rilevare, per quanto riguarda la recente catena di microazioni terroristiche condotte da singoli muniti di armi rudimentali, come la loro matrice simbolica sia la cosiddetta “intifada dei coltelli” che da qualche tempo travaglia Israele. Non credo esista una filiera organizzativa, ma la modalità d’azione ha fatto scuola. In questo senso accondiscendenza e comprensione a lungo manifestate in Europa verso l’ “intifada dei coltelli” oltre ad essere in sé prive di senso, poiché in quel modo non si fa alcun passo in avanti verso una soluzione di compromesso, si mandano a morire giovani e meno giovani di entrambe le parti, si rafforzano i gruppi dirigenti meno disposti a trattare, hanno fatto danni favorendo il manifestarsi anche in Europa di modalità analoghe. Quello che ha da essere chiaro è che l’attacco a civili o rappresentanti dello Stato, con qualunque mezzo atto ad offendere avvenga, è un atto di guerra e come un nemico armato il suo autore va trattato;
7) Il progetto politico del Daesh, pur ammantandosi di presunte rivendicazioni antioccidentali ed antiimperialiste, è costitutivamente intriso di principi inaccettabili per chiunque abbia come obiettivo prioritario e punto di riferimento la progressiva e sempre più ampia emancipazione del genere umano. Il progetto del Daesh è strutturalmente antifemminista, dichiaratamente schiavista, apertamente teocratico, ontologicamente oppressivo. Come tale esso rappresenta un nemico per ogni liberale, democratico, socialista. E come un nemico va trattato, non diversamente dai fascismi.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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