22 settembre 1980: i Nar all’assalto dei Granatieri
Torniamo a Valerio Fioravanti e al suo gruppo. L’uccisione di Mangiameli nel settembre del 1980 non modifica la tabella di marcia dei Nar. L’obiettivo da raggiungere, a ogni costo, resta quello della liberazione di Concutelli. Lo schema di massima resta più o meno lo stesso: bisogna assaltare il blindato che traduce il «comandante» da un carcere al tribunale o viceversa, e per farlo servono fucili d’assalto, che vanno sottratti alle forze armate. Così il gruppo decide di procurarseli da un plotone di granatieri di Sardegna. Intorno alle 14 del 22 settembre i Nar entrano in azione. Un camion con a bordo undici militari appena uscito dalla caserma Gandin del quartiere romano di Pietralata si trova la strada sbarrata davanti a un semaforo da un’Alfetta 2000. L’auto si blocca, nonostante il semaforo sia verde. Ne escono tre uomini e una donna, tutti armati di pistola. Il giovane che guida l’auto è Valerio; insieme alla Mambro, si avvicina alla cabina di guida, fa scendere l’autista e il sottufficiale che comanda l’automezzo. Poi si fa consegnare dal sergente la Beretta calibro 9 corto d’ordinanza. A quel punto il sottufficiale si mette a correre verso un bar e la Mambro gli spara contro alcuni colpi, a scopo intimidatorio, senza colpirlo. Contemporaneamente gli altri due terroristi (Cristiano e Vale), con i visi coperti da passamontagna, si portano sul retro del camion dove si trovano i nove militari di truppa, per farsi consegnare i Fal. Ma gli spaventatissimi soldati gli spiegano che non possono dargli nulla, perché disarmati. Nella concitazione del momento, a Vale parte un colpo che ferisce alla gamba un granatiere. Poi i quattro si danno alla fuga a mani vuote, a parte la pistola requisita al sergente
FONTE: Nicola Rao/Trilogia della Celtica
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