Nello scrigno del tempo: gli antichi legami tra Borghezio e la fascisteria

Sugli aspetti beffardi del ritorno all’Europarlamento di Mario Borghezio grazie al voto dei romani si è aperta un’accanita discussione (anzi più di una) sulla mia bacheca di facebook. A catalizzare le tensioni, affiorate tra opposte frange di fascisteria, il ruolo dominante di CasaPound nella sua campagna elettorale, formalizzato da un esplicito appello al voto per la Lega Nord di Gianluca Iannone, e poi esplicitamente rivendicato da un quadro storico come Carlo Maria Breschi. Ma al di là dell’ironia della vicenda – Borghezio è famoso per le sue becerate antiromane e anti-italiane – il nostro ha una storia di tutto rispetto nella destra radicale, come mi ha ricordato Maurizio Murelli:

Boghezio: a parte la sua militanza con Giovane Europa assieme a Claudio Mutti (tra gli altri) è poi stato contiguo a ON in modo particolare legatissimo a Salvatore Francia. Tra il 1984 e il 1990 tutti i fine settimana era a casa mia. Collaborava con Orion e gestiva il supplemento “Orion finanza”. Ferratissimo in Mondialismo e Trilateral. Fu lui a fornirmi la prima lista dei componenti quando le liste erano segrete.

Un’amicizia finita male quando Borghezio, sull’onda della guerra di civiltà, ripudia l’antico sodalizio con Mutti e si fa paladino della crociata antislamico. Ma degli evidenti legami culturali tra Orion, revival neoceltico e mitopoiesi leghista mi ero occupato in entrambe le edizioni di Fascisteria. Qui la più sintetica e aggiornata versione del 2008 (dal primo capitolo sul tradizionalissmo):

Del revival neoceltico tra fascisteria e leghismo

Di tutt’altra natura la riscoperta, nel corso degli anni ’80, di un paganesimo di ispirazione druidica. Il neo–celtismo è un fenomeno che si sviluppa su scala europea, in evidente rapporto con l’attività politica degli adepti, e rompe il tradizionale schema che vedeva un certo tipo di destra politica interessato ai riferimenti della Roma imperiale o ai primordi germanici in Europa. Mentre negli Stati uniti e in Germania rappresentanti significative del femminismo – fortemente influenzate dall’ecologismo – portano alle estreme conseguenze il discorso sul simbolo della strega e si dedicano al culto della Dea e della Terra, nazionalisti di sinistra bretoni e scozzesi riscoprono la religione dei padri nel quadro di un revival politico. Il neoceltismo ha fatto proseliti anche in una frazione di nostalgici dell’estrema destra, nella costellazione di gruppi che si richiamano all’esperienza nazionalbolscevica, la corrente radicale della Rivoluzione conservatrice emarginata e repressa dal regime nazista. I “partigiani europei”, eredi della Giovane Europa di Jean Thiriart, si definiscono come “una fazione dell’estrema destra, che, passando attraverso il neofascismo si è evoluta verso il nazionalismo rivoluzionario e l’estrema sinistra anti–sionista, libertaria e non dogmatica”i. Questa componente ha il suo punto di coagulo in Italia in Orion. Nell’area nazionalcomunista non esistono problemi di appartenenza religiosa e convivono tranquillamente cattolici tradizionalisti, pagani coma Murelli, Battarra (che dichiarano di avere abbandonato da tempo i riti del solstizio), Carlo Terracciano (che usava il calendario romano e ha testimoniato autentico stoicismo preparandosi alla precoce morte per tumore con rigore e intensa spiritualità) e Alessandra Colla (cultrice di Ipazia, la prima martire del paganesimoiii), agnostici come Galmozzi e musulmani come Mutti.

In Italia il revival celtico si articola in 3 filoni: il primo specificamente religioso spirituale, che mette capo a movimenti non rilevanti numericamente ma significativi come il Movimento spirituale riformato dei nativi d’Insubriaiv; il secondo, connotato sul piano culturale, trova la sua espressione più consistente nell’associazione culturale Terra Insubre, con sedi a Varese e nel Magentino, impegnata a valorizzare il patrimonio storico ed etnico dell’area che va dall’Adda al Ticino e dal Po al Canton Ticino; il terzo specificatamente legato al milieu folclorico che produce almeno due festival di rilievo internazionale il Trigallia international celtic festival, ad Argenta nel ferrarese e Celtica, in Val Veny (Aosta). Un appuntamento importante è il capodanno celtico, che viene celebrato a Milano al Castello Sforzesco, a fine ottobre con il prestigioso patrocinio della Regione Lombardia. Mentre i gruppi del revival folclorico si caratterizzano per un aspetto ludico, nel filone culturale è presente un forte aspetto di tipo spirituale, che pur non attingendo propriamente ai canoni religiosi si caratterizza per una spiritualità immanente fondata su pochi chiari principi: il rispetto e la salvaguardia della Terra, della natura, dell’ambiente, del territorio, delle persone e degli esseri viventi. La spiritualità celtica è così definita da Emanuele Paoletti, l’animatore del gruppo dei Kernunnos, prematuramente scomparso nel 2006: Chi segue la via celtica cerca, ma non deve semplicemente sostituire la Bibbia (alcuni celti sono cristianizzati) con un libro della mitologia celtica. Chi segue la via celtica è ‘spirituale’, un celta non può non essere spirituale, ma il termine ‘spiritualità’ non deve essere inteso in maniera codificata, organizzata, strutturata o dogmatica. Dunque, spiritualità, ma non dogmatismo o ritualità. Per esempio, bere l’idromele è un gesto spirituale. Non si può parlare allora di una spiritualità ‘organizzata’, ma di una visione liberatoria della realtà che c’è e, in molti casi, di un rapporto diretto con il sacro, senza intermediazione. Le foreste, ad esempio, fanno parte della ‘liturgia’: in posizioni astrali favorevoli ai messaggi vibrazionali sono il luogo adatto per ricevere delle risposte. Ma essere celta non significa essere pagano, cioè rivolgersi alle culture ed ai simboli altrui, è necessario piuttosto rivolgersi alla cultura del posto per trovare delle risposte e la Lombardia è un luogo importante per la cultura celtica, che è una cultura celtico-contadina locale, cioè richiede di essere vissuta in loco. La nostra è una cultura matriarcale, la cultura della Dea ovvero la Madre, la Terrav.

A una corrente di paganesimo neoceltico si collega sicuramente la svolta esoterica di Umberto Bossi, che individua nelle tradizione druidiche il mito fondativo della nazione padana: “E’ una cultura – sottolinea Giorgio Galli – piena di spiriti che trovano il loro habitat nei fiumi, nei boschi, nel mare. Gli elfi, le ondine, le silfidi sono parte integrante di questo complesso panorama di divinità naturali. E Bossi almeno in questo non racconta frottole, anzi, non fa altro che appropriarsi di un patrimonio già ben conosciuto”vi. Così mentre Mario Borghezio, già militante di Giovane Europa, si dedica alla storia dei Templari, Bossi riesuma il simbolo solare dello swastika, edulcorandolo nel Sole stilizzato delle Alpi.

Alcuni dei gruppi del celtismo culturale hanno radici e legami internazionali ma al tempo stesso innervano l’immaginario e l’identità leghista. L’ordine Awenn Oran Mor nasce nel 1999 come filiazione italiana dell’ordine dei bardi, ovati e druidi, le cui origini risalgono all’antico ordine dei druidi fondato nel 1717, mentre l’Obod si stà evolvendo in movimento neopagano con evidenti affinità con la Wicca, l a filiazione italiana è composta prevalentemente da musicisti e dedita esclusivamente ad attività artistiche e culturali. Gli aspetti iniziatici sono forti: il numero di membri è fissato a 13, l’insegnamento con il metodo tradizionale è articolato in 10 gradi e si conclude con una vera e propria investitura. Gli Insubres, associati a Terra Insubre, sono dediti a riproporre momenti della storia celtica, dalle battaglie alle cerimonie. L’organizzazione della tribù, che ha una trentina di membri, riproduce la tradizionale tripartizione sociale tra sacerdoti, guerrieri e produttori.

Nel complesso sistema di pensiero di Evola ha un ruolo centrale il concetto di “equazione personale”: ognuno ha una propria via di realizzazione, che deve riconoscere e perseguire con stile e con rigore. Questa libertà totale è estesa anche alla scelta religiosa, considerata relativisticamente come manifestazione di un Sacro che affonda nella Tradizione e al cui centro si può pervenire attraverso le più varie traiettorie. Se nelle società tradizionali ordinate gerarchicamente era stabilito con chiarezza il primato dei sacerdoti-sapienti e dei guerrieri, nei tempi bui della dissoluzione non è possibile individuare criteri di superiorità.

iManifesto politico del Partigiano europeo in Orion, anno 6, n.10, ottobre 1989.

iii cfr. Alessandra Colla Una ‘martire’ pagana – Ipazia , Risguardo, IV, 1985.

iv La sigla ufficiale in dialetto. Il fondatore è uno studioso della cultura celto germanica, che si qualifica come “reverendo”. Il movimento fondato nel 2003 si definisce riformato perché sostiene la rottura di qualsiasi catena di trasmissione tra paganesimo tradizionale e attuale.

v(Andrea Menegotto, “Il revival celtico e tradizionale: folklore, cultura o spiritualità?”, in Massimo Introvigne – A. Menegotto – PierLuigi Zoccatelli, Aspetti spirituali dei revival celtici e tradizionali in Lombardia, Sinergie, San Giuliano Milanese (Milano) 2001, pp. 66)

vi Roberto Gatti Umberto l’esoterico, L’Espresso, 19 settembre 1996.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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