Raffaele Fiore smentisce “Oggi”: mi hanno chiesto di Lojacono e Casimirri

Mi ripromettevo da qualche giorno di tornare a parlare degli intensi movimenti in corso tra gli infaticabili “amici del mistero” in vista della costituzione della nuova Commissione Moro. Da quando Stefania Limiti, dalle colonne del Fatto Quotidiano ha riesumato un paio di vecchie storie riguardanti Alessio Casimirri. Una riguarda il giudice milanese che nel 1998 voleva andare a chiedergli in Nicaragua se era vero che aveva riferito a Raimondo Etro alcune confidenze sul ruolo di Valerio Morucci nell’omicidio Calabresi. Quando sarebbe bastato andare a  Roma dal diretto interessato che non si è mai sottratto alle narrazioni e alle ricostruzioni storiche.

Poi l’attimo è fuggito. Ma l’occasione è tornata con impeccabile sollecitudine. Sotto forma di un’intervista di Oggi a Raffaele Fiore, uno dei nove brigatisti presenti a via Fani la mattina del 16 marzo 2014. Pronto il rilancio Ansa di Paolo Cucchiarelli, che del club è accanito animatore e promoter:

ROMA, 17 GIU – “C’erano persone che non conoscevo. Che non dipendevano da noi. Che erano altri a gestire”. Cosi’ dice, riferendosi alla strage di via Fani del 16 marzo 1978 a cui prese parte, l’ex brigatista rosso Raffaele Fiore. Lo fa in una intervista esclusiva al settimanale Oggi, in edicola da domani (anche su www.oggi.it), nella quale non cambia il suo atteggiamento di ne’ pentito ne’ dissociato (Oggi dopo quarant’anni non avrebbe senso farlo) ma qualcosa dice.  “Anche rispetto alla presenza sul luogo dell’agguato di una moto Honda con due persone a bordo: ne’ io ne’ gli altri compagni sappiamo nulla della moto, abbiamo avuto modo di parlarne e di riflettere. Non so se c’era, ne’ chi erano i due a bordo. Non facevano parte del commando dell’organizzazione”.  Fiore, condannato all’ergastolo e dal 1997 in liberta’ condizionata, dice a Oggi, soppesando le parole:”Non c’e’ stato un uso strumentale di altre forze. C’era una situazione per cui facendo qualcosa rischiavi, pur non volendo, di essere ‘utile’ ad altri”.

Immediato il ritorno. Il giorno dopo  il geniale scopritore del metodo della “doppia azione” ha ridato la parola al poliziotto che si era attribuito il ruolo di brigatista aggiunto, quella mattina a via Fani.

Moro: Rossi(ex Digos), anche Fiore disinforma e depista? Tanti sanno nello Stato di questa vicenda, e’ ora che parlino
(ANSA) – ROMA, 18 GIU – “Mi rivolgo a coloro che sanno, e non sono pochi, a Torino e non, e gli chiedo un atto di coraggio. Raccontate quello che sapete sulla vicenda della Honda in via Fani: dire la verità vi rendera’ piu’ coraggiosi”. Lo dice Enrico Rossi, l’ex funzionario della Digos di Torino che ha svelato, in una intervista all’Ansa lo scorso 23 marzo, la storia della inchiesta “interrotta” sulla presenza di una moto in via Fani il 16 marzo del 1978 e non riconducibile ai Br. “Dopo quella intervista ho subito gravi denigrazioni sia a livello personale che professionale. Politici di vari schieramenti, da destra a sinistra hanno detto che bisognava ‘tapparmi la bocca’ perche’ ammorbavo l’aria e che il mio scopo era di intorbidire le acque in cui si dibattono reduci degli apparati di sicurezza dello Stato, in perenne conflitto tra loro. Ora ha parlato un brigatista, ne’ pentito ne’ dissociato come Fiore, che si trovava in via Fani la mattina del 16 marzo 1978. Rientra anche lui in un disegno occulto finalizzato a disinformare e depistare, mescolando vero e falso, per spostare l’attenzione sui servizi segreti nostrani o, piu’ semplicemente,
il signor nessuno, l’ex Ispettore della Rossi ha soltanto detto la verita’ in merito ad un’indagine inspiegabilmente  sottovalutata? “.

Peccato per il signor Rossi, per Paolo Cucchiarelli e per l’intera compagnia degli “amici del mistero” che Fiore ha risposta a tutt’altra domanda, che la giornalista ha omesso di pubblicare, stravolgendo completamente il senso della frase. Come spiega in una chiacchierata con Paolo Persichetti e Marco Clemente, pubblicato sul blog dell’ex brigatista, Insorgenze:

«Raffaele, insomma, ci spieghi cosa è successo con la giornalista? Che cosa vogliono dire quelle frasi?».
Sentiamo che Fiore non è nemmeno arrabbiato, eppure avrebbe tutte le ragioni al mondo per esserlo. «In via Fani quella mattina eravamo in nove [Fiore non prende in considerazione la staffetta indicata nelle sentenze processuali nella persona di Rita Algranati, condannata all’ergastolo e attualmente in carcere]. Di questi ne conoscevo sei, i regolari: Mario, Barbara, Valerio, Baffino, Prospero e Bruno. Gli altri, due irregolari romani, non li conoscevo ed ancora oggi farei fatica ad identificarli. La giornalista mi ha chiesto se i due situati nella parte superiore di via Fani fossero Lojacono e Casimirri. Ho risposto che non li conoscevo. Che i due che stavano sulla parte alta della via erano della colonna romana e dunque erano altri a gestirli». Se la domanda sul cancelletto superiore manca nel testo, la risposta può assumere qualsiasi senso. Ed è questo il sotterfugio impiegato dalla giornalista che ha fatto l’intervista, l’origine della “rivelazione”, quell’impasto di livore e odio contro chi ha condotto una lotta in armi in questo paese, cotto da sempre nel forno della dietrologia. Raffaele Fiore ha semplicemente riposto la propria fiducia nella persona sbagliata. 

Ma l’operazione giornalistica, secondo Davide Steccanella, sembra essere ancora più scorretta e mistificatoria:

 L ‘articolo di OGGI pubblicato ieri a firma Raffaella Fanelli forse è un mezzo falso come pare confrontandolo con questo articolo pubblicato sempre su Oggi alcuni anni fa dove vengono poste a Fiore le stesse domande e negli stessi termini su Ciancimino (e la risposta virgolettata è la stessa “Non so niente di tutto questo. Poi io ero dall’altra parte”) e Andreotti (“Giulio Andreotti era il presidente del consiglio e aveva una scorta inattaccabile”), è chiaro che è un copia e incolla anche con la precedente intervista di qualche anno fa spacciata per nuova

Vuoi vedere che alla fine gli “amici del mistero” si sono inghiottiti un’altra mozzarella (di bufala) intossicata?

 

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

3 Comments on “Raffaele Fiore smentisce “Oggi”: mi hanno chiesto di Lojacono e Casimirri

  1. Nulla di nuovo sotto il sole. Siamo ancora alla rivendicazione che la lotta armata era fondamentalmente giusta………..Vorrà dire che faremo a meno di questi signori scrittori e giornalisti o meglio giornalai, divenuti tutti esperti di lotta armata, di psicologia, di criminologia, di sociologia, di pedagogia, ecc per arrivare alla verità……

    • Veramente io non ho cambiato idea: ritenevo sbagliata la scelta della lotta armata (cosa di cui resto del tutto convinto) il che non implica però il giudizio che voi foste al servizio dei poteri occulti o foste eterodiretti …

      • Mi dispiace per l’equivoco dell’altra volta su facebook e me ne scuso.
        Ad ogni modo il problema è dopo quarant’anni almeno accertare la verità dei fatti. La questione dei poteri occulti o altro non posso né affermarla né escluderla. Però qualche ex, non troppo ex, potrebbe intervenire per fare chiarezza non come Fiore sul quale ancora non riesco a capire nulla…….

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