Stranieri in patria: un film francese per riflettere sull’odio etnico montante

Anton, 21 anni svedese. Nazista di default. Fosse stato un povero immigrato tutti i media si starebbero interrogando sulle motivazioni, sul disagio sociale, sulla difficoltà dell’integrazione. Ma è un giovane europeo, costretto a vivere nel suo paese come uno straniero, solo, lui svedese in mezzo ad una selva di immigrati di tutte le razze che nulla hanno a che vedere con la sua faccia bianca, con la faccia dei suoi genitori e dei suoi nonni. Chissà cosa ha dovuto subire da questi giovani “profughi” abituati al bastone nei loro paesi ma che quando arrivano in Europa accampano solo diritti senza doveri. Chissà perchè non intervistano i genitori di Anton chiedendogli cosa è successo, cosa ha dovuto patire…Chissà se la sua storia è come quella del giovane Sebastien, protagonista del film di Cheyenne Carron. Un giovane francese divenuto straniero a casa sua.

Così Marco Mantovani, un dirigente della destra radicale approdato a posizioni “fascio-leghiste” dopo una lunga militanza forzanovista, riflette sul raid nella scuola svedese. E in effetti tutto di questa tragedia, dalla modalità sospesa tra rito e virtualità alle testimonianze degli ex compagni di scuola, parlano di una disperata condizione di solitudine piuttosto che di un disegno politico organizzato sia pure nella pratica del “lone wolf”.
Pur partendo da un punto di vista diametralmente opposto sul tema dell’integrazione credo che sia interessante e importante cercare di capire i meccanismi di accumulo di un odio che si sta facendo virale e non riguarda soltanto le periferie degradate. Il pensionato sceriffo della banlieue milanese ha maree di tifosi ben al di là del naturale bacino della fascisteria: nel campione piccolo ma assai variegato della mia platea social ce ne sono di persone miti e civili che si dichiarano pronte a imitare il Dustin Hoffman di “Cane di Paglia”. E il buonismo di routine delle solite anime belle rischia di aprire praterie a una destra aggressiva che venti anni dopo sembra far proprio il leitmotiv delle milizie americane dell’era Clinton …

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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