18 aprile 1975: da Torino a Roma a Napoli e in tutta Italia bruciano sedi missine

La federazione regionale piemontese del MSI, il famigerato covo fascista di Corso Francia 19, è stato distrutto questa mattina dalle fiamme. Un enorme corteo di almeno 20.000 studenti e proletari, con delegazioni operaie di Rivalta, della Siemens, dei compagni telefonici, aperto dal comitato di lotta della Falchera, ha esercitato una vendetta giusta e durissima. Ed è solo l’inizio, come gridavano con rabbia le migliaia di compagni al ritorno: la sede fascista è stata bruciata, la nostra vendetta è appena cominciata

Fin dalle prime ore della mattina si capisce che questa sarà una giomata diversa. Gli studenti hanno dichiarato lo sciopero generale per il secondo giorno consecutivo, con concentramento in piazza Castello. La CGIL scuola aderisce, il sindacato dichiara un’ora di sciopero in tutte le fabbriche: c’è molta aspettativa su che cosa faranno gli operai, Se l’iniziativa autonoma riuscirà a rompere il muro sindacale che si va delineando.

Mai tanti studenti

I primi ad arrivare in piazza, prima delle nove, sono i compagni dei licei artistici: sono moltissimi, gridano slogan duri sulla morte di tonino Micciché. La notizia dell’omicidio della Falchera circola immediatamente, tutti gli studenti ne vengono informati: è un altro motivo di dolore, ma anche il segno che la misura è colma.

Lo si capisce quando gli altri cortei cominciano ad affluire e si vede che questa mobilitazione è grandissima, sicuramente la più grossa giornata di lotta nelle scuole dal ’68 a oggi. Quando, verso le nove e mezzo, giungono quasi contemporaneamente da tre lati le scuole di Borgo San Paolo, Borgo Vittoria, Barriera Milano, la piazza diventa gremita. Ci sono almeno ventimila persone che chiedono indicazioni, vogliono formare subito il corteo; nel giro di pochi minuti a migliaia gli studenti si accalcano all’imbocco di via Garibaldi, la via che porta diritto in corso Francia, alla tana fascista. C’è un grido solo, continuo: «MSI fuorilegge, a morte la DC che lo protegge».

La testa alla Falchera

Arrivano i compagni e le compagne della Falchera, formano un corteo di macchine e si mettono davanti a tutti. II corteo parte. Si avanza lentamente per cercare di raccogliere più gente possibile, per aspettare le delegazioni operaie che giungono dalle fabbriche. Verso la metà di via Garibaldi, qualche cordone di esponenti del PCI e del PDUP devia andando a fare .un comizio in piazza Arbarello.

Tentano anche di spezzare il corteo e sono gli studenti a dissuaderli (con la massima energia: finisce che se ne va qualche centinaio di persone, senza che nessuno se ne accorga. Si arriva dopo circa mezz’ora in piazza Statuto, e la coda del corteo è ancora in piazza Castello. Mancano poche centinaia ,di metri, ma non c’è nessuna defezione: “Siamo qui per dare alle fiamme la sede dell’MSI, e lo faremo». Un drappello di poliziotti si fa avanti, spara qualche lacrimogeno, e viene subito ricacciato indietro da una sassaiola fitta come la grandine.

Brucia la sede missina

La testa del corteo è già arrivata al suo obiettivo una finestra del covo fascista si spalanca con un boato e ne escono lingue di fuoco altissime. E’ il segnale per una vera e propria festa popolare: applausi, decine di compagni si abbracciano, si fanno a vicenda le felicitazioni. La sede intanto continua a bruciare, da un balcone viene gettata una bandiera tricolore che plana al suolJo tra gli applausi. Velocemente, ma con calma, il corteo si ricompone e i compagni sono ancora migliaia. Accorrono i pompieri, che vengono fermati e invitati ad andarsene.

Non insistono e se ne vanno, si torna in piazza Arbarello, a comunicare a chi preferisce farsi i comizi che la sede fascista non esiste più; uno della FGCI comincia a saltellare e a gridare istericamente: “vi siete messi al loro livello”. Centinaia di cordoni gli passano davanti e gli ridono in faccia. il corteo decide di proseguire per informare i proletari dell’accaduto. Le ali di folla, appena sentono il grido “è bruciata» applaudono, chiedono informazioni. In un bar una signora anziana chiede spiegazioni: appena informata, sorride e dice: “mi pareva, ho visto tanta gioventù stamattina”, un tranviere commenta “era ora, boia faus”.

Roma: colpiti Secolo e Cisnal

Dopo le manifestazioni di zona di ieri, una marea sterminata
di studenti ha sfilato per più di due ore questa mattina, da piazza Esedra a
piazza Navona, tra due ali di folla. Lo sciopero generale e il corteo erano stati indetti unitariamente dai Cps, Cub, Cpu e dai Comitati Unitari della Fgci. Numerose sezioni sindacali degli insegnanti hanno aderito, e anche alcuni consigli di fabbrica. In testa, i Comitati Unitari, erano circa un terzo
del corteo gli slogan che gridavano erano un vivace contrappunto tra quelli «ufficiali» lanciati dalle macchine del Pci «Unità unità grande unità e il
fascismo non passerà») e quelli di tutto il corteo «( Missini assassini farete
la fine di Mussolini »).

Nella seconda parte del corteo, la più grossa, i Cpu, i Cps, i Cub, i coordinamenti di zona degli studenti. C’era anche una delegazione della Tecnedile, un cantiere in lotta contro i licenziamenti; gli operai gridavano “MSI fuorilegge”, gli studenti rispondevano: “per i compagni morti non serve il lutto, fascisti e padroni pagherete tutto”.

All’altezza di Santa Maria Maggiore due cortei spazzavano, uno dopo l’altro, la sede della Cisnal; la polizia ha sparato alcuni lacrimogeni, ma il corteo non si è scomposto, salutando con applausi il levarsi del fumo dalla Cisnal. A via Milano la sede del “Secolo” è stata bersagliata da pietre e bottiglie molotov e sotto la direzione Dc (piazza del Gesù) si gridava “Dieci, cento, mille Portogallo”. Il corteo si è concluso in piazza Navona, riempiendola. Erano forse 70.000, il corteo più grosso dell’anno.

Sedi bruciano a Napoli e Caserta

Una massa enorme di studenti ha riempito oggi le strade e le piazze di Napoli. Era più di un anno e mezzo che gli studenti non uscivano così in massa, con moltissimi giovani di 15·16 anni. A fianco degli studenti c’erano le delegazioni operaie dell’Alfa Romeo, dell’Aeritalia, dell’ Alfasud, dell’Italtrafo, della GIE, della Sofer, della Olivetti di PozzuoLi: lo striscione dell’Alfa Romeo apriva la testa del corteo.

All’ltalsider erano state decise 6 ore di sciopero invece che l’ora dichiarata dal sindacato (…) Le delegazioni però sono venute in massa, hanno immediatamente preso la testa del corteo con gli striscioni delle fabbriche (…) Dietro gli operai le migliaia e migliaia di studenti, di giovani che sono entrati in piazza gridando “assassini” ai carabinieri e “Tonino Miccichè sarai vendicato dalla violenza del proletariato”.

Un corteo di compagni intanto si è diretto verso Montesanto in cerca di covi fascisti e ha incendiato la sede del MSI di Montecalvario. Al ritorno, non lontano dalla sede fascista del MTR, la polizia prima ancora che i compagni si muovessero ha cominciato a lanciare candelotti lacrimogeni riempiendo di fumo la piazza e i vicoli antistanti. In piazza si sono immediatamente formati dei cordoni di massa che hanno isolato e impedito alla polizia di continuare le cariche, ed infine un corteo è partito verso l’università.

A Caserta, nonostante il divieto della questura (col pretesto di un incendio nella sezione del MSI avvenuto ieri sera) le scuole hanno scioperato e gli stu
denti si sono riuniti in assemblea con il CdF e molti operai dell’Olivetti. Al
termine è partito il corteo che si è concluso alla Camera del Lavoro.

Decine di attacchi in tutta Italia

A Brescia, dove il sindacato aveva proclamato lo sciopero generale, la sede del MSI è stata ben presto raggiunta, e bersagliata con una fitta sassaiola. Inoltre, in piazza della Loggia il bar Aquiletta, noto ritrovo dei teppisti fascisti, è stato anohe esso preso a sassate e distrutto.

A Venezia il corteo degli studenti me di 2.000 compagni, è stato il più grosso dal ’69. Dopo una prima sosta sotto la sede provinciale del MSI, il corteo ha sfasciato la nuova sede del Fronte della Gioventù, proseguendo poi verso campo S. Barnaba dove si è tenuto il comizio finale.

A Bologna, durante il comizio conclusivo, è partito un nuovo corteo con migliaia di compagni dirigendosi alla federazione missina. Molti poliziotti presidiavano il covo fascista, bloccando lo stretto vicolo di accesso. Hanno sparato lacrimogeni e caricato, gli scontri sono durati più di mezzora. Un bar di fascisti e un circolo di ex ufficiali repubblichini sono stati devastati. La polizia ha ferito diversi compagni e ha arrestato un universitario
di Lotta Continua.

A Massa per questa mattina erano indette solo assemblee ma alla notizia
dell’assassinio del compagno Miccichè, gli studenti sono usciti dalle scuole. Il corteo si è diretto al Msi: centinaia di studenti sono entrati nella sede, mentre i fascisti scappavano dalle finestre per i tetti.

A Firenze sono scesi in piazza ancora più studenti di ieri. Il corteo si è concluso con un presidio antifascista nella piazza accanto alla federazione del Msi; la polizia ha respinto coi lacrimogeni i compagni che volevano
manifestare sotto il covo fascista.

All’Aquila alcuni fascisti sono stati duramente picchiati.
Padova registra scontri con la polizia sotto la sede del Msi.
Il corteo a Cosenza ha manifestato anche contro la sede provinciale della Dc e alcuni vetri sono andati in frantumi. A Cagliari un corteo enorme di 7.000 studenti, si è diretto alla sede del Msi, difesa dalla polizia: i compagni sono riusciti invece a invadere la sede della Cisnal.
A Fermo sono stati cacciati i fascisti dalle scuole: la polizia ha arrestato 5 compagni.

Per approfondire

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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