21.9.23: muore Alberto Magnaghi. Dall’operaismo alla scuola territoriale

È morto Alberto Magnaghi, un pezzo importante e felice della mia vita e di quella di molti compagni. Dolore e ricordi

Così Alisa Del Re, la scienziata politica femminista che con l’urbanista fondatore della scuola territorialista condivise la lunga esperienza di detenuti innocenti. Lei arrestata il 7 aprile 1979, nel blitz Calogero che trasferì al Due Palazzi un pezzo importante della facoltà patavina, da Toni Negri a Luciano Ferrari Bravo, da Guido Bianchini a Sandro Serafini e la stessa Del Re. Lui il successivo 21 dicembre, nella retata per le affabulazioni di Carlo Fioroni.

Da ragazzo non è uno sgobbone. Appassionato di musica, Magnaghi suona l’armonica a bocca al Jazz Hotclub nel Quartetto Hohner, con il quale a 18 anni, nel 1959 vince a Innsbruck i campionati mondiali d’armonica. Dal 1963 è segretario della sezione universitaria del Partito Comunista Italiano, ma frequenta Classe Operaia, e fonda il gruppo Città Fabbrica che interviene sulle condizioni delle periferie operaie.

La laurea e l’uscita dal Pci

Intanto si è laureato nel 1965 e ha cominciato a lavorare al Politecnico di Torino come assistente di Carlo Mollino all’Istituto di composizione architettonica, e borsista CNR. Con il ’68 esce dal Pci e partecipa al percorso di lotta e di elaborazione politica che nell’estate 1969, con la spaccatura dell’Assemblea studenti operai al convegno di Torino, mette capo alla fondazione di Potere Operaio e di Lotta Continua.

E’ tra i protagonisti della battaglia di corso Traiano. Gli scontri torinesi del 3 luglio 1969, dai cancelli Fiat a Nichelino, inverano la sua progettualità sulla saldatura tra fabbrica e città.

Intanto si è trasferito a Milano. Nella carriera accademica fa tutto il cursus honorum. Da borsista ad assistente di ruolo, poi professore incaricato stabilizzato e infine professore associato. Ma ha cambiato disciplina: da composizione architettonica a urbanistica.

Al vertice di Potere Operaio

Magnaghi, leader della “destra”, a cui fanno capo le sezioni di Torino e Firenze, è segretario nazionale dal 1970 al 1971. Nella sua pagina Facebook Dario Mariani ricorda un suo arresto militante.

 Da segretario politico nazionale venne dalla sua Torino a Roma per seguire una singolare vertenza degli studenti del Genovesi, un istituto per ragionieri che era allora situato a brevissima distanza da casa mia nel quartiere Torrevecchia/Primavalle. Gli studenti del Genovesi rivendicavano … udite udite, nel 1971 ! … il “reddito garantito per gli studenti proletari”.

Ci furono cariche della polizia nell’immenso pratone che dalla sede del Genovesi portava direttamente a Primavalle … e l’unico arrestato fu proprio lui, Alberto Magnaghi … forse, essendo lui allora gia’ trentenne rispetto alla massa degli studenti, tutti sotto i 20, i celerini probabilmente, come si dice a Roma, “se lo erano capato”.

La fine di Potere Operaio

Nel 1972 si radicalizza lo scontro interno a PotOp tra la componente negriana e la sinistra insurrezionalista di Oreste Scalzone e Franco Piperno. Magnaghi, ci ricorda Chicco Funaro, riesce a dialogare a Milano con Scalzone e Giairo Daghini e non con Toni Negri. Dopo lo scioglimento del movimento si dedica alla vita universitaria. F fonda la rivista Quaderni del Territorio (1976-79). Promuove presso il Politecnico di Milano il Dipartimento di Scienze del Territorio. Nel 1979 ne è eletto direttore.

Gli anni del carcere

Il 21 dicembre 1979 è arrestato nell’ambito dellinchiesta 7 aprile. Si fa 2 anni e nove mesi, senza processo, da innocente, con grande dignità. E’ condannato in primo grado a sette anni. Reintegrato come docente universitario è infine assolto in appello nel 1987.
Nel 1989 diventa ordinario di pianificazione del territorio all’Università degli Studi di Firenze. Qui fonda e consolida la Scuola territorialista. Nel 2011 dà vita alla Società dei territorialisti ONLUS. Nel 2012 l’ateneo gli conferisce il titolo di professore emerito. Qualche anno fa l’editore Derive Approdi ha stampato un libro contenente tutti i numeri di “Quaderni del Territorio”.

Gli ultimi saluti

Se n’è andato anche Alberto Magnaghi
La pelle di zigrino ormai si restringe ogni giorno di più
Gli rivolgo i miei pensieri affettuosi

M. G. Meriggi

Alberto Magnaghi,
architetto, intellettuale, perseguitato politico:
un compagno!

Michele Franco

È morto Alberto Magnaghi. Un prezioso compagno di strada. L’ho conosciuto nel 1969 a Torino, andando all’alba davanti ai cancelli della FIAT Mirafiori. Assieme abbiamo contribuito alla nascita di Potere Operaio. Un altro pezzo della nostra vita che se ne va. Gli ho voluto bene. ciao Alberto

Roberto Giuliani

Ciao Alberto arrivando al secondo raggio a San Vittore sul grigio cemento del cortile dell’aria trovai le tue di rosso disegnate colonne doriche

Enrico Baglioni

è morto Alberto Magnaghi uno dei fondatori di Potere Operaio… ricordo un viaggio in macchina a Padova insieme all’avvocato Agostino Viviani (nonnno di Elly ma altra pasta) per una iniziativa contro gli arresti del 7 aprile. Alberto fu arrestato Il 21 dicembre 1979. Dopo una lunghissima carcerazione preventiva assolto.

Frank Cimini

Alberto Magnaghi, un uomo gentile, un urbanista attento, un compagno generoso. Aveva un sorriso dolce.

Letizia Paolozzi

Ciao Alberto, sia lieve su di te la terra

Chicco Funaro

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

4 commenti su “21.9.23: muore Alberto Magnaghi. Dall’operaismo alla scuola territoriale

  1. Nous sommes les Macariens qui avons tenté depuis cinquante ans de mettre en pratique la notion de « patrimoine vivant » en gestion autonome dans notre bourg de St Macaire dans le Bordelais.
    Par l’intermédiaire de Françoise Choay, il s’est intéressé à notre parcours et a initié un diagnostic conduit par Ilaria Agostini et Danielle Vannietello publié en France sous le titre : « Une ville à habiter , espace et politique à St Macaire ».
    Il nous a tout simplement révélés à nous mêmes, c’est dire que nous sommes nourris de sa prolifique pensée et que nous le resterons au delà de son départ.

  2. Se ne va un’altra gran bella testa del nostro Paese; persona gentile, studioso rigoroso, rivoluzionario generoso.
    Gianfranco Rossini

    • In questo blog i commenti sono rari. Il fatto che siano già tre a voler ricordare il professor Magnaghi è un piccolo segno della sua grandezza

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