21 giugno 1977, Roma: le Br gambizzano il preside di Economia, Cacciafesta
Dopo Rossi e Montanelli ecco immancabile la nuova vittima sacrificale destinata a legittimare e gratificare con il suo sacrificio all’altare della normalizzazione di Stato la’campagna di criminalizzazione del movimento, la quotidiana occupazione, militare dell’Università, i carri armati di Milano. L’«eroe nazionale» di turno ha tutti i requisiti necessari alla bisogna. Si chiama Cacciafesta, fa il preside-questurino alla facoltà di Economia e Commercio, fanfaniano della prima ora, collaboratore della RAI dai tempi di Bernabei, candidato fallito della DC alle ultime elezioni, autore di articoli forcaioli contro il movimento sul quotidiano para-fascista « Il Tempo ». ‘Appena uscito di casa verso le 7.40 è stato affrontato da due donne che gli hanno sparato ripetutamente alle gambe. Adagiato sull’automobile della polizia è stato immediatamente ricoverato al Policlinico, dove gli è puntualmente arrivato il coro di condoglianza di. tutto il potere.
Un grido di dolore unifica ancora una volta tutte le componenti del potere.
In processione al letto dell’uomo sono giunti il presidente della RAI Grassi, il direttore generale dell’azienda Glisenti, il consigliere d’amministrazione Vecchi. Il sottosegretario alla Pubblica Istruzione Del Rio immantinentemente contro « la decisione dei gruppi estremistici di mantenere in stato di drammatica tensione la situazione dell’ordine pubblico e soprattutto della scuola e dell’università ha chiamato «tutti i cittadini onesti a una ollaborazione coraggiosa, che non possono e non devono sottrarsi al compito di prestare alle forze di polizia tutta la collaborazione necessaria».
Malfatti ha sentenziato: «Il Governo non lascerà nulla di intentato perché siano esemplarmente puniti i responsabili». La provocazione è evidente agli occhi di tutti i compagni. Mentre i reparti blindati di polizia e carabinieri occupano militarmente l’università, mentre CL e fascisti tentano di far montare in canea reazionaria lo scontento e il disagio degli studenti per la chiusura dell’università, ecco l’attentato contro l’uomo d’ordine difensore delle libertà baronali e cossighiane contro gli studenti «estremisti e terroristi».
FONTE: Lotta continua, 22 giugno 1977
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