23.10.54: nasce Roberto Serafini. Dall’Autonomia alle Br: una vita breve e intensa

La Stampa sulla morte di Roberto Serafini e Walter Pezzoli

Roberto Serafini (Genova, 23 ottobre 1954-Milano 11 dicembre 1980), fu tra i principali responsabili della struttura illegale collegata alla rivista milanese Rosso sin dalle prime azioni di sabotaggio del 1974. Alcuni lo definirono “il maestro dei novizi” perché fu lui a iniziare alla guerriglia urbana molti studenti, tra cui Marco Barbone e Mario Ferrandi.

Roberto Serafini dalle Fcc alle Br-Walter Alasia

Entrerà così in contatto con i clandestini Corrado Alunni e Antonio Marocco con i quali, dopo un primo arresto perché trovato con armi su un treno, militerà nelle Formazioni Comuniste Combattenti delle quali assumerà la direzione dopo l’arresto di Alunni del 1978. Dopo la dissoluzione delle FCC entrerà nella colonna Walter Alasia delle BR. Verrà ucciso a Milano dai carabinieri l’11 dicembre 1980 insieme a Walter Pezzoli

Così la breve nota biografica nel prezioso “Gli anni della lotta armata” di Davide Steccanella. Ma a dare calore e colore a una vita breve e appassionata arriva il ricordo, tenero e commosso, di una sua compagna di scuola. Eleonora Cristina, in un commento al nostro post sulla sua morte, ce lo ha voluto offrire così:

Quel 15enne un po’ timido

Conobbi Roberto Serafini al liceo. Lui frequentava il secondo anno, io il primo. Mi rivolse la parola una mattina, mentre aspettavamo di entrare in aula magna, perché vide che tenevo in mano L’Unità. Mi chiese se era mia abitudine comperarla e io gli risposi che, di solito, lo faceva mio padre. Parlammo un po’ e quindi entrammo in aula magna.

Ci salutavamo se ci capitava d’incrociarci sulle scale o nei corridoi della scuola. Lui fini il liceo e le nostre strade si separarono. Poi, quel dicembre 1980. La notizia sui giornali. Lo riconobbi subito, anche se erano passati anni. Dissero tante cose, alcune terribili, ma per me era rimasto sempre il quindicenne un po’ timido, col cappello fornito di paraorecchie, che mi chiedeva se avevo l’abitudine di leggere L’Unità.

Ho sempre pensato che gli ultimi istanti della sua breve vita devono essere stati orrendi. Non è giusto morire a 26 anni crivellati da colpi, senza sentire l’asfalto che ti colpisce la faccia, l’ultimo respiro con odore di urina di cane e fumo di tubi di scappamento… Roberto è un lontano ricordo che, ogni tanto, affiora alla mente e ciò che provo è una gran pietà.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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