7 gennaio 1978: commando di periferia uccide due giovani neofascisti ad Acca Larentia

Intorno alle 18,20 di sabato 7 gennaio 1978 un commando dei Nuclei armati per il contropotere territoriale attacca a raffiche di mitraglietta cinque militanti del Fdg che escono alla spicciolata dal Msi Appio Tuscolano, in via Acca Larentia, per recarsi al Teatro Centrale a vedere un concerto degli Amici del vento. Vincenzo Segneri, ferito al braccio, riesce a rientrare, spingendo a terra gli altri due camerati che lo seguivano e chiudendo la porta blindata. Restano al suolo gli studenti diciannovenni Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta.
Il primo, colpito alla testa, muore subito, l’altro, che ha tentato un’inutile fuga lungo la rampa di scale che porta a via Cave, in ospedale. Il padre si suiciderà qualche tempo dopo. In meno di un’ora centinaia di neofascisti inferociti accorrono sul luogo.

Una cicca gettata su una pozza di sangue da un teleoperatore strafottente – impegnato nelle riprese sulla disperata fuga di Ciavatta – innesta scontri furiosi. Alcuni militanti pestano il malcapitato, altri prendono a calci una civetta dei carabinieri, che reagiscono con un fitto lancio di lacrimogeni. Anche il segretario nazionale del Fronte, Gianfranco Fini, Ë ferito a una gamba da un candelotto. Dalla parte in cui sono radunati i giovani missini si sentono degli spari, i carabinieri rispondono. Un altro militante, Stefano Recchioni, muore (dopo due giorni di agonia), ucciso da una pistolettata in fronte. Il capitano Eugenio Sivori spara: quando la sua arma si inceppa si rivolge all’autista per farsi dare la sua e riprende il fuoco. Sarà processato ma la perizia dimostra che non era stata la pistola usata a uccidere e il capitano è assolto.

Al fianco della vittima c’è una delle socie fondatrici dei Nar, Francesca Mambro. Sua la sigla, sua la telefonata per rivendicare l’assalto al Corriere della Sera, pochi giorni prima. Più di dieci anni dopo, intervistata da Sergio Zavoli, racconterà in televisione: Io posso ricordare il co­lore degli occhi della prima persona che mi è morta vi­cino, per esempio: az­zurri, molto belli, che però si sarebbero chiusi. Era Stefano Rec­chioni.  
Seguono tre giorni di guerriglia urbana a macchia di leopardo, con accoltellamenti, pullman incendiati, negozi devastati, conflitti a fuoco con la polizia (i carabinieri sono tenuti prudentemente fuori). Solo il gruppo di Monteverde spara 300 colpi. Il primo scontro Ë al termine della manifestazione di protesta convocata per la mattina di domenica 8 con Fini e Buontempo. I militanti tornano alla spicciolata alla sezione ma a via Cave lo scontro Ë inevitabile. Più violenti gli incidenti del 10, che infiammano un’ampia zona dell’Appio e del Tuscolano: a gettare benzina sul fuoco Ë la morte di Recchioni in ospedale.

Il giorno dei funerali Francesca Mambro è lì, puntuale, per gli scontri: E’ tra i 37 fermati per blocco stradale. Tutti saranno assolti (tranne uno). Lei sarà l’unica testimone di accusa contro lo sparatore. Molti quadri del Msi, pavidi, si rifiutano di deporre contro le forze dell’ordine per non pregiudicare i rapporti con i “corpi sani dello Stato”.  I giorni della rabbia, dopo l’assalto a una sezione di periferia da parte di una scalcagnata e feroce banda del partito armato, segnano una storica rottura. La fondatrice dei Nar la descriverà così in una udienza processuale: per la prima volta e per tre giorni i fascisti spareranno contro la polizia. E questo segnò un punto di non ritorno. Anche in seguito, per noi che non eravamo assolutamente quelli che volevano cambiare il Palazzo, rapinare le armi ai poliziotti o ai carabinieri avrà un grande significato. Che lo facessero altre organizzazioni era normale, il fatto che lo facessero i fascisti cambiava le cose di molto, perché i fascisti fino ad allora erano considerati il braccio armato del potere. (1-continua)

Per approfondire

Ho scritto decine di post su Acca Larentia e dintorni. Qui ne comincio a segnalare i primi pubblicati nel blog Fascinazione nel 2011

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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