Alessandro Alibrandi, il fascista che aveva letto Necaev

Uno dei luoghi comuni sulla generazione disperata della guerriglia nera dei Nar è che fossero dei fanatici militaristi profondamente ignoranti. Di Alessandro Alibrandi, come di altri, i camerati, dandosi di gomito, sottolineavano come fosse “uno che non ha mai letto un libro”. Come molti parlamentari di oggi, verrebbe da scherzarci su. Ma almeno per il leader dei Nar, di cui cade oggi il 37° anniversario della morte, non è vero.

Ne è testimone la sua fidanzata dell’epoca, Claudia Serpieri. La giovanissima militante del Fuan racconterà infatti alla scrittrice Barbara Alberti: 

Era un timido incredi­bile. Finché mi ha lasciata per­ché ha co­minciato a sentire il legame con me come un freno a ciò che voleva fare. Citò Necaev: “Il ri­voluzionario deve es­sere solo”. E ognuno per la sua strada. Non ha avuto il coraggio di farmi com­battere con lui”.

Il “Catechismo del rivoluzionario” di Necaev non è un livre de chevet della fascisteria romana di fine anni 70. Proprio nel 1978 è un editore trotskista, Roberto Massari, a pubblicare il volume dell’anarchico nichilista russo, racontato nei Demoni di Dostoevskij. E Alessandro Alibrandi lo legge e lo elegge ad autorità di riferimento per una scelta esistenziale radicale 

Per approfondire

Alla figura di Alessandro Alibrandi ho dedicato decine di pagine nei miei libri e di post nei miei due blog. Qui vi propongo una selezione dei materiali disponibili nelle mie pagine web, tre per ciascuno:

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

3 Comments on “Alessandro Alibrandi, il fascista che aveva letto Necaev

  1. Ho conosciuto Massari (in occasione di un giro di conferenze di “Pombo”), ma non sapevo avesse pubblicato il controverso “catechismo” (sul cui reale autore permangono dubbi sostanziali).
    All’epoca comunque circolava più che altro il testo di Michael Confino
    “Il catechismo del rivoluzionario – Bakunin e l’affare Necaev” pubblicato da Adelphi ancora nel 1976. Utilizzando un titolo ad effetto – leggermente diverso dall’originale – riproponeva la traduzione di “Violence dans la violence – Le débat Bakounine -Necaev” pubblicato da Maspero nel 1973.
    Ritengo comunque alquanto improbabile che l’Alibrandi lo avesse letto (perlomeno non interamente). Forse ne avrebbe tratto qualche beneficio.
    GS

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