La gioia armata, pamphlet ‘maledetto’ di Alfredo M. Bonanno
Allegato a questo post il pdf integrale di “La gioia armata”. Il “famigerato” pamphlet pubblicato dall’editore anarchico Alfredo M. Bonanno nel settembre 1977. Una replica di area insurrezionalista all’ancor più controverso Il dominio e il sabotaggio di Antorio Negri, il testo che esaltava la natura erotica del calarsi il passamontagna …
“Un bel mattino, nel corso di una manifestazione pacifica, ed autorizzata dalla questura, quando i poliziotti cominciano a sparare, (…) anche i compagni sparano, i poliziotti cadono. (…) Si distruggono alcuni supermarket, alcuni negozi, si saccheggiano magazzini di alimentari e armerie, si bruciano vetture di grossa cilindrata.
E’ un attacco allo spettacolo mercantile, nelle sue forme più appariscenti. (…) Si usano le armi dell’ironia. Non nel chiuso dello studio di uno scrittore. Ma in massa, per le strade. (…) Ci si nausea delle riunioni, delle letture dei classici, delle inutili manifestazioni, delle discussioni teoriche che spaccano il capello in quattro, delle distinzioni all’infinito, della monotonia e dello squallore di certe analisi politiche.
A tutto ciò si preferisce fare l’amore, fumare, ascoltare la musica, camminare, dormire, ridere, giocare, uccidere i poliziotti, spezzare le gambe ai giornalisti, giustiziare i magistrati, far saltare per aria le caserme dei carabinieri. (…) Sbrigati compagno, spara subito sul poliziotto, sul magistrato, sul padrone, prima che una nuova polizia te lo impedisca. (…) E sbrigati ad attaccare il capitale, prima che una nuova ideologia te lo renda sacro. A rifiutare il lavoro, prima che qualche nuovo sofista ti dica, ancora una volta, che il «lavoro rende liberi». Sbrigati a giocare. Sbrigati ad armarti” .
L’anarchico e il professore
Ieri, Dario Mariani, un vecchio autonomo romano, formidabile memoria storica degli anni di piombo, ha proposto alla discussione questo brano di Alfredo M. BONANNO, il principale esponente della corrente più radicale dell’anarchismo italiano. La gioia armata, pubblicato a Catania, dalle sue Edizioni di Anarchismo nel settembre 1977, rappresentò il contraltare a “Il dominio e il sabotaggio” di Antonio Negri: un pamphlet diventato celebre per la metonimia del passamontagna, pubblicato tre mesi dopo.
Certo, il professore ha sicuramente lasciato tracce teoriche importanti più o meno feconde, a prescindere dal giudizio che si può avere sulle sue pratiche e sulle condotte processuali, ma l’anarchico siciliano ha testimoniato lungo tutto l’arco della sua vita (e ne parleremo in un prossimo post) che un rivoluzionario non può disgiungere idee e azione. Quello che segue, prima del link all’intero testo, è la sua prefazione all’ultima riedizione, nel trentennale dell’opera
La storia di un successo editoriale
Quella che esce adesso è la seconda edizione vera e propria di questo libretto. Dal settembre 1977, data della prima edizione, uscita in settemila copie, a causa dei diversi processi conclusi in Corte di Appello a Catania il 30 novembre 1979 con una condanna a un anno e mezzo di carcere per incitamento alla rivolta e propaganda sovversiva, ci sono state soltanto ristampe e riproduzioni clandestine.
Le ristampe, esattamente identiche l’originale per non incorrere nei rigori della legge, pubblicate a cura delle Edizioni Anarchismo, sono state 12 per complessive centodiecimila copie, le riproduzioni più o meno clandestine sono state almeno 5, contando ovviamente solo quelle di cui siamo venuti a conoscenza. A parte vanno indicate, come abbiamo fatto a p. 4, le traduzioni in lingue diverse dall’italiano. Anche di queste edizioni solo alcune sono a nostra conoscenza.
Un testo ancora fresco 30 anni dopo
Credo che sia il libretto mio più diffuso e continuamente letto, malgrado i trent’anni dalla sua stesura. Non è poco, considerando l’evolversi della realtà e il mutare delle concezioni teoriche che accompagnano la vita di ogni anarchico e di ogni rivoluzionario. Non è poco che questo testo mantenga ancora la sua freschezza e la sua leggibilità.
Proprio per non modificare le condizioni di lettura non sono state apportate correzioni di alcun genere, nemmeno di formulazione letterale.
Che la civetta continui a volare.
Trieste, 23 febbraio 2007
Alfredo M. Bonanno
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