4 novembre 1995: un ultrà religioso uccide il premier Rabin
Alle due figure più note dell’ultradestra terrorista israeliana, Baruch Goldstein, l’autore del massacro alla tomba di Abramo, e Yigal Amir, che uccise il premier Rabin giusto 21 anni fa, avevo dedicato un saggio, defunto nel crack del mio ultimo pc. Spunterà fuori sicuramente da qualche memoria esterna, quando non lo cercherò più. La memoria artificiale ha gli stessi dispositivi di quella umana. Il testo è stato a lungo in predicato di essere inserito in “Nel nome di un Dio uccidono” ma poi lo ha escluso il format scelto (la scelta di quattro storie esemplari lungo le direttrici dei quattro punti cardinali) e anche l’idea di una specificità forte, degna di ulteriori approfondimenti, per poter sciogliere un dubbio pesante: si può parlare di un “fascismo ebraico”? Dal naufragio si è salvato un piccolo testo, pubblicato in questo blog, giusto un anno fa, per il ventennale.
Così tre anni, nell’anniversario del delitto. In queste settimane, grazie al cambio del computer e a un lungo periodo di ferie, ho finalmente rimesso mano all’archivio e il lungo articolo (60 mila caratteri) ha ritrovato la luce. Ve ne faccio omaggio. Basta cliccare qui.
Intanto però leggetevi lo stralcio annunciato
Il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin è ucciso a Tel Aviv alle 21,30 del 4 novembre 1995, al termine di una manifestazione in supporto agli accordi di Oslo in quella che sarà ribattezzata piazza Rabin. L’assassino, Yigal Amir, è un militante della destra radicale, cresciuto in una famiglia ortodossa di origini yemenite, ben noto come strenuo contestatore dell’iniziativa di pace. Amir – nascosto tra la folla – lo uccide con due colpi di pistola alla schiena e ferisce anche una guardia. L’arma del delitto è una Beretta semiautomatica calibro 9×17. Un aspetto interessante e poco noto in Italia della vicenda è che Amir militasse in un minuscolo gruppo estremista, Eyal, il cui leader, Avishai Raviv, era un agente provocatore dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna. Sulla figura dell’infiltrato e del ruolo giocato dai media mainstream nella costruzione della sua immagine rivoluzionaria leggi qui …
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