1° luglio 1977. Antonio Lo Muscio: quando lo Stato applica la pena di morte

Nella nostra agenda rossa non ci siamo sottratti alla polemica nei confronti del quotidiano Lotta continua. Qualche volta non erano invece per niente male. Anzi erano proprio bravi in alcune occasioni. Perché furono gli unici ad avere il coraggio di chiamare per nome l’esecuzione sommaria di Antonio Lo Muscio: pena di morte

Non è stato un conflitto a fuoco quello in cui venerdì sera è stato ucciso Antonio Lo Muscio. E’ stata l’attuazione della pena di morte, eseguita con il massimo di barbarie ostentata di cui si poteva fare sfoggio. Lo Stato ha dato spettacolo della sua forza; allo stesso modo in cui la mafia uccide i suoi nemici e li sfregia mettendo loro sassi in bocca. Falciato da più raffiche di mitra, finito a terra a pistolettate quando era già morto; Maria Pia Vianale e Franca Salerno prese a pedate e a pugni, colpite con i calci delle armi. Ma con più strumenti della mafia: in tutte le case si è potuto vedere il cronista che parlava, al telegiornale, sul luogo del fatto, quasi con un piede sul corpo di Lo Muscio, souvenir di un safari. E i fotografi all’ospedale San Giovanni venivano fatti gentilmente entrare a fotografare i volti tumefatti di Maria Pia Vianale e Franca Salerno, un tempo li avrebbero tenuti nascosti, ieri se ne gloriavano. Non importano le contraddizioni della ricostruzione dei fatti. Anzi, vengono quasi ammesse per fare entrare bene nella testa di tutti che lo Stato ha adottato questi metodi e li rivendica. E’ stata un’operazione compiuta dopo un lungo periodo di costruzione di «mostri», dopo che Lo Muscio era stato nominato dal Ministero degli Interni «il capo» dei NAP e Vianale e Salerno erano state investite da tutta la stampa del titolo di terribili primule rosse. Stavano sulla gradinata di San Pietro in Vincoli? Era per attentare al  rettore.  Mangiavano pesche? Non è detto che fossero pesche, i noccioli potevano essere proiettili di P38.
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L’INTERVISTA A GILDA VIANALE  

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “1° luglio 1977. Antonio Lo Muscio: quando lo Stato applica la pena di morte

  1. La crudeltà di cui sono capaci lo stato e suoi servitori è una delle caratteristiche che li ha sempre distinti. Mai nessun compagno sarebbe in grado di dar vita a una tale crudeltà e cinismo. Per loro la morte data è un gioco e un vanto, noi la intendiamo come un triste obbligo!!LO stato e il capitale sono la malattia, e vanno eliminati il prima possibile.

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