26-27 febbraio 1977: la prima assemblea nazionale del Movimento a Roma
Nonostante ci sia una grande dimensione di mobilitazione in tutta Italia, l’epicentro è Roma e d è proprio qui che il movimento ’77 decidere di riunirsi; per fare il punto sulle lotte antecedenti il 26 e per rilanciare attraverso un momento nazionale di analisi politica e confronto contro la riforma Malfatti della scuola. Quelli del 26 e del 27 sono due giorni di discussioni, interventi e dibattiti, resi possibili anche grazie al lavoro dei compagni che già dal 5 febbraio lavoravano in commissioni per preparare l’assemblea nazionale. Ciò che ne esce segnerà la storia, e marcherà in modo decisivo le differenze e le novità del movimento ’77.
La spaccatura nel Movimento
Così, nel quarantennale della prima assemblea nazionale del movimento del 77, Infoaut ricostruiva la storia dal punto di vista dell’Autonomia. La mozione finale, approvata a larghissima maggioranza, ne esprime il punto di vista complessivo. Del resto le principali voci “contrarie”, femministe e indiani, si erano allontanati dall’assemblea. In quei giorni la dimensione ludica era ancora presente ma anche a Napoli la situazione si andava radicalizzando. Stava cominciando a prendere corpo il collettivo autonomo di Lettere, che inglobava anche i compagni, forte di molti militanti di provincia, soprattutto dell’area Nord, o provenienti dagli istituti tecnici e professionali della città, già militanti dei comitati di lotta ormai dissolti nelle aggregazioni territoriali. Per la realtà napoletana intervenni in una delle commissioni e anche noi approvammo la mozione finale, presentata da Oreste Scalzone, che lanciava il grande appuntamento del 12 marzo:
La mozione approvata
“L’ assemblea afferma il carattere proletario del movimento di lotta sviluppatosi nelle università,
rivendica l’antifascismo militante di Piazza Indipendenza, e si batte per la libertà dei compagni Daddo, Paolo, D’Arcangelo, Loiacono, per tutti i rivoluzionari prigionieri e per tutte la avanguardie colpite dai licenziamenti.
Denuncia l’intervento di Lama all’università, il tentativo di divisione del movimento proletario, l’organicità con l’intervento della polizia e le leggi speciali di Cossiga.
Si mobilita affinchè si rilancino nell’immediato la lotta sul salario e sul reddito, per la riduzione dell’orario di lavoro, contro la politica dei sacrifici, contro il lavoro nero e lo sfruttamento nelle fabbriche e nei quartieri.
Il dibattito deve avvenire nei comitati di fabbrica, di scuola e di quartiere, non è tempo oggi, di mediazioni tra rappresentanze… Diciamo no al tentativo di dividere il movimento tra una parte violenta ed intimidatrice, ed una parte che sarebbe disposta all’apertura e al confronto. No al tentativo di reintrodurre all’interno del movimento organizzazioni giovanili e di partito.
Il giudizio del movimento sui fatti di Roma (cacciata di Lama dalla Sapienza) è chiaro: la provocazione è partita dal servizio d’ordine del PCI. Chi si è contrapposto all’autonomia del movimento è stato Lama.
L’assemblea si impegna ad organizzare per il 12 Marzo una grande manifestazione contro l’attacco al reddito proletario e all’occupazione…per l’organizzazione autonoma degli operai, degli studenti, dei disoccupati e di tutti gli sfruttati.”
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