2 luglio 1980, Cuneo: duello nel cortile del supercarcere. Attimonelli uccide un confidente
E’ un duello rusticano quello a cui assistono dall’alto delle garitte i secondini del supercarcere di Cuneo. Alle ore 11 del 2 luglio 1980 nel cortile lungo e stretto dove passeggiano 25 detenuti, differenziati, esplode improvvisamente una lite. A fronteggiarsi sono due rapinatori che, per diverse ragioni, hanno intrecciato le loro storie con il terrorismo rosso.
Ugo Benazzi, 41 anni, è un rapinatore torinese di lungo corso. Complice di Martino Zicchitella, in una rapina in oreficeria che frutta nel 1966 50 milioni, resterà legato a lungo al futuro nappista. Una fuga insieme, altre rapine fino all’arresto per Benazzi, nel 1975.
Emanuele Attimonelli è più giovane, 26 anni, ma ha già un curriculum di tutto rispetto. Fugge dal Ferrante Aporti nel 1972 e dopo pochi mesi è ferito e catturato dai carabinieri. Si lega a un giro di rapinatori politicizzati torinesi, Zoccola e Piantamore. Nel giugno 1977 evade dal carcere di Asti, l’ultima fuga facile prima della nascita dei carceri speciali. Ci prova ancora a Savona nel 1978. Ci riesce ancora per poche ore, nella grande fuga da San Vittore, con Alunni e Vallanzasca, nella primavera del 1980.
La discussione scoppia improvvisa e violenta. L’arma la tira fuori Benazzi ma, come dimostrano le ferite alle braccia, Attimonelli lo disarma e lo sgozza. La vittima muore durante il trasporto in ospedale, dove viene trasportato anche l’omicida. Lo medicano e lo rimandano in cella. Alla fine emergerà l’accusa per Benazzi di essere un confidente di carabinieri e magistrati. Anche “Lele” Attimonelli muore giovane, a 55 anni, stroncato da un infarto nel negozio della sua compagna a Savona.
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