Barbara Balzerani racconta il suo ultimo giorno di libertà

Il 19 giugno 1985, dopo 9 anni di clandestinità, Barbara Balzerani è catturata insieme a un altro militante delle brigate Rosse- Partito comunista combattente. Nel libro “Compagna luna” ricostruisce l’ultimo giorno di libertà.Qui il pezzo di cronaca di la repubblica sull’arresto, più tardi un post con la ricostruzione dell’operazione dei carabinieri che porta alla sua cattura, la cui fonte è il comandante dell’Antiterrorismo di Roma, Domenico Di Petrillo.

Fine pena mai

Non ha mai capito qual è il cattivo funzionamento dei suoi circuiti cerebrali che, nelle situazioni più critiche, cominciano a fare complicate circonvoluzioni pur di non arrendersi all’evidenza. Come anche quella volta che, pur sapendo, si è chiesta se per caso non stesse per essere rapinata. Eh sì perché, nonostante l’innamoramento a prima vista per il biondo razzolante fra l’erba, avrebbe ben dovuto notare qualcosa e vederli prima che le piombassero addosso. Addirittura, subito dietro di lei, c’è una macchina.

Come è stato possibile? Ha usato la solita precauzione di camminare dal lato della strada che le avrebbe dovuto consentire di vedere qualsiasi veicolo venirle incontro, e questi se li ritrova alle spalle. Ma quali macchine avrebbe poi dovuto vedere? in un traffico bloccato a monte e a valle, e “loro” disseminati in giro nelle vesti più innocue e usuali.

C’è caduta come una principiante. La prima cosa da fare è rassicurare il suo più prossimo interlocutore, visto che continua a tenerle l’arma puntata alla testa e sembra che abbia più paura di lei. La seconda, tentare di segnalare quanto sta succedendo per cercare di avvisare e limitare i danni. Comincia ad urlare a più non posso il proprio nome. A chi? La strada adesso la vede bene in tutto il suo deserto pullulante di sbirri travestiti da passanti.

Le strappano tutto lo strappabile di dosso e poi la scaraventano in macchina. Ordini concitati di frugarla bene e scovare altri eventuali trucchi, dopo aver scoperto la sua povera borsa tagliata su un autobus da quel disgraziato scippatore del suo portafoglio e riadattata per un uso più congruo dell’arma che si porta sempre dietro.

Mi ritrovo dentro una caserma, circondata da ragazzoni esagitati che sembrano tutti aver vinto il fatidico terno al lotto. Mi fanno sedere e tengo la testa bassa per espormi il meno possibile ai loro sguardi e far finta di avere altro da pensare che stare ad ascoltare i loro sghignazzi con cui vogliono farmi intendere di averci presi tutti: mi distraggo e con gli occhi all’altezza di innumerevoli mani che mi si agitano davanti, noto che tutti hanno dei vistosi bracciali d’oro ai polsi.

Come avevo fatto, nei giorni precedenti, a non accorgermi delle loro presenze, visto che corrispondono esattamente al prototipo classico, a metà tra malavitosi di borgata e agenti di polizia in borghese? Come avevo fatto? Semplice. Da troppo tempo ormai le misure di sicurezza si erano conformate alle sole regole del possibile, quelle che, da un certo momento in poi,hanno impedito qualsiasi diversità di scelta e non hanno permesso neanche la conservazione dell’esistente. Eppure, a quel punto, perché continuavo a sperare che fosse finita solo per me?

Comincia così. Dopo qualche ora ripartono. A Roma, i suoi accompagnatori non si dirigono verso la destinazione prevista e le si torce lo stomaco. Cosa le succederà?
Le passa tutta la vita davanti in un turbinio di ragionamenti pro e contro. È da tanto ormai che non usano più certi sistemi persuasivi – ma come si fa a dirlo?
Si fermano. Quasi non osa guardare e quando vede lo stemma con la fiamma le torna il sangue nelle vene. Non possono usare una caserma ufficiale per certe porcherie.

È così. Certo non è l’Hilton, ma d’altra parte non c’è mai stata all’Hilton e viene trattata persino con riguardo, per quanto la situazione consente. Contro ogni previsione, riesce persino a dormire. Dopo aver giurato, e mantenuto per circa tre minuti, che mai si sarebbe poggiata su quel lurido pagliericcio. Dorme, come sempre le riesce di fare quando la situazione le diventa insostenibile. E in questo momento, insostenibile le è, soprattutto, il pensiero degli altri fuori e di cosa può essere successo. Come non esistesse, sembra non curarsi di sé e di quanto le capita.

A sera la portano a Rebibbia. Viene accolta da una piccola folla di guardiane che si accalcano in un bugigattolo per la perquisizione. Non ha che pochi indumenti addosso e vogliono che si tolga anche quelli. È difficile capire cosa cerchino, oltre che sottoporla a quell’umiliante prova di iniziazione.
Il giorno dopo, un magistrato fuori di sé per la sua scarsa impressionabilità le comunica che la dichiara in arresto per omicidio. Per poco non gli scoppia a ridere in faccia. Veramente uno strano modo di nominare le cose. È ancora carica e osserva più che osservarsi. Viene trasferita al Nord per uno dei tanti processi in corso.

Rivede dei compagni dopo anni. Di altri le arrivano notizie. Per qualche minuto riesce persino a riabbracciare, dopo tanto tempo, qualcuno di casa sua. Tra flash che scattano a raffica e facce anonime morbosamente curiose di vedere finalmente il mostro in carne ed ossa, assorbe con ritmo sostenuto un buon numero di emozioni forti, senza la benché minima capacità di elaborarle.

Poi, all’improvviso, tutto si ferma. È di nuovo a Rebibbia per quello che sarà un lungo isolamento e, di colpo, realizza, nell’attimo stesso in cui le chiudono con un tonfo sinistro il blindato della cella alle spalle, di essere alla fine della corsa. Ha davanti l’ergastolo. Quello che sul suo foglio di detenzione suona con un ineffabile: fine pena mai.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 commento su “Barbara Balzerani racconta il suo ultimo giorno di libertà

  1. La Balzerani personaggio sicuramente ormai nella leggenda ma un po’ strano…va in giro per l’europa a fare un po’ la diva ma un po’ piu’ d’umilta’ non le farebbe male credo,per carita’ e’ una donna libera,ha pagato i suoi conti con la giustizia e comunque….”ai posteri l’ardua sentenza”.

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