Il centrodestra muore dove è nato nel 1993, nel cortile del Campidoglio

Alla fine è il Campidoglio l’alfa e l’omega del centro destra italiano. La decisione di Silvio Berlusconi di “mollare” il cavallo azzoppato di Bertolaso e puntare tutto sul “comunista ricco” Alfio Marchini jr., l’erede dei palazzinari rossi che hanno costruito e regalato al Pci la storica sede di Botteghe Oscure, chiude perfettamente il cerchio nel punto di partenza. Tutto era cominciato, nell’autunno del 1993 quando Berlusconi, già al lavoro per costruire la sua personale discesa in campo, lanciava la candidatura di Gianfranco Fini, ancora segretario del Msi, rompendo il tabù dell’arco costituzionale e la conventio ad excludendum che per quasi 50 anni aveva tenuto ai margini della vita politica il partito neofascista. Fu una sconfitta, allora, sia pure di misura, ma quel 47% al ballottaggio (era la prima volta che si votava con il nuovo sistema a doppio turno per l’elezione diretta del sindaco) fu un sondaggio trionfale e la conferma che nonostante il disastro del sistema dei partiti, squassato da Mani pulite, la maggioranza del Paese era ancora contraria alla sinistra e aspettava soltanto di trovare un condottiero.
Una leadership nata in quei giorni che, sia pure con risultati elettorali alterni, ha retto per un ventennio, segnato senza dubbio dalla centralità del personaggio e della sua agenda politica. Una leadership talmente forte da trascinare gli stessi avversari sulla sua deriva plebiscitaria. E sì, certo, come già con Flaiano, potremmo oggi dire che il peggior danno del berlusconismo è stata il movimento fobico dell’antiberlusconismo. Tant’è che il centrosinistra stesso ha finito per scegliersi come leader quello che in tutta evidenza è il miglior allievo del Presidente.
Fiaccato dagli stravizi personali, messo all’angolo per la volontà dei poteri forti europei inquietati dalle sue velleità di politica estera autonoma (dalla Russia alla Libia), piegato alla fine dall’offensiva giudiziaria, Berlusconi è da un paio di anni ai margini della vita politica. Eppure con il colpo di teatro di oggi si è tolto lo sfizio di celebrare lui il funerale della sua creatura. Da domani sarà un’altra storia: con un’autostrada aperta per una grande coalizione neocentrista a guida renziana e uno spazio minoritario ma importante aperto a destra per una coalizione sovranista e antieuropeista…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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