Bruciano i fantocci di Salvini e Di Maio: denunciate due attiviste di Askatasuna

fantocci

Studenti in piazza questa mattina in tutta Italia per il diritto allo studio e per protestare contro il governo “che si dice del cambiamento ma propone solo regresso e propaganda”. In decine di migliaia hanno sfilato per le vie di una cinquantina di città, con striscioni e slogan: momenti di tensione a Torino quando alcuni manifestanti hanno appiccato il fuoco ai manichini di Salvini e Di Maio. Due studentesse “vicine” al centro sociale Askatasuna sono state denunciate dalla polizia. Alla manifestazione torinese, promossa dal Kollettivo Studenti Autorganizzati con l’adesione del Laboratorio Studentesco, hanno partecipato circa 400 studenti che, partiti da piazza Arbarello, hanno attraversato le vie del centro raggiungendo la sede del Miur in corso Vittorio Emanuele, dove e’ stata incendiata una telecamera di cartone, in segno di protesta contro la videosorveglianza all’interno delle scuole.

Gli studenti hanno quindi collocato sulla strada alcuni mattoni per rappresentare la fatiscenza delle strutture scolastiche. Successivamente, il corteo ha raggiunto piazza Castello, dove sono state lanciate delle uova verso due manichini raffiguranti i vicepremier Salvini e Di Maio. I fantocci sono stati dati alle fiamme dalle due attiviste di Askatasuna, di 17 e 18 anni, denunciate per vilipendio delle istituzioni e per l’accensione del fumogeno. Il gruppetto ha anche intonato cori offensivi contro il governo e imbrattato di vernice rossa le foto dei due vicepremier, attaccate ai lampioni di piazza Castello.

La replica di Salvini. Il sostegno della Cgil

Pronta la replica del ministro dell’Interno: “Questi ‘democratici’ studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore – ha scritto Matteo Salvini su Twitter – avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa”. A fianco degli studenti si è schierata la Cgil che giudica “grave l’assenza in legge di Bilancio di investimenti strutturali in istruzione, ricerca e lavoro, essenziali per contrastare disoccupazione, insuccesso formativo e esclusione sociale delle nuove generazioni” e sollecita “risorse maggiori per il diritto allo studio”.

5mila in piazza nella Capitale 

Nella Capitale il corteo di circa 5 mila studenti, promosso da Rete della conoscenza, Uds (Unione degli studenti), Link coordinamento universitario e Udu (Unione degli universitari) è partito da piazzale Ostiense e a fine mattinata è arrivato davanti al ministero dell’Istruzione. Tra i manifestanti alcuni avevano i volti coperti dalle maschere di Dalì del telefilm “La casa di carta” in simbolo di riscatto. Giammarco Manfreda, coordinatore Nazionale 
della Rete degli Studenti Medi, ha riferito di aver chiesto un incontro col ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, incontro che però non è stato concesso. Anche a Roma c’e’ stato un gesto simbolico contro il governo: in via Marsala il corteo degli studenti ha abbattuto un muro costruito con delle scatole di cartone e su cui erano state messe le foto di tutti i ministri del governo Lega-M5s. A fianco degli studenti medi sono scesi in campo anche gli universitari. Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari, ha sottolineato: “Cosa possiamo aspettarci da un Governo che nomina a Capo Dipartimento per l’Università e la Ricerca 
una figura come Valditara, relatore della legge Gelmini 2010, che dieci anni fa ideo’ gli 8 miliardi di tagli di cui ancora oggi paghiamo il prezzo, e che ancora oggi li rivendica? Non ci fidiamo, e continueremo a mobilitarci il 16 e il 17 novembre in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, per chiedere fondi in istruzione: non abbiamo paura di cambiare”.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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