24 settembre 1980: la camorra uccide il padre del direttore del carcere di Cuneo
Un ex agente di custodia, padre del direttore del supercarcere di Cuneo, è stato assassinato sulla porta di casa, a Santa Maria Capua Vetere. Verso le 20 due giovani a viso scoperto bussano all’abitazione di Alberto Contestabile,60 anni, pensionato, già brigadiere delle guardie carcerarie di Poggioreale.
Alberto Contestabile apre la porta e viene colpito da più proiettili: i due, poi, rivolgono l’arma contro l’anziana cognata e sparano di nuovo. La donna viene raggiunta da più proiettili ad una spalla.
I killer si danno poi alla fuga con un’auto parcheggiata nei pressi del locale ospedale che è vicino al luogo dell’agguato. Portati in ospedale i due feriti, Alberto Contestabile spira in nottata. La donna si salverà.
Gli inquirenti ritengono improbabile la rivendicazione dell’azione da parte del gruppo neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari: pensano invece che l’agguato sia opera della camorra che avrebbe vendicato qualche sgarbo patito nelle carceri dove l’ucciso aveva prestato servizio [in effetti, il mandante dell’omicidio è Raffaele Cutolo, ndb]. L’auto usata dai Killer per la loro azione è ritrovata nei dintorni di Santa Maria Capua Vetere
«Ho perso papà nel 1980, era maresciallo della Penitenziaria in pensione – è il racconto con la voce velata dall’emozione del figlio Tommaso, andato in pensione nel 2017da provveditore dell’amministrazione penitenziaria in Campania -. Facevo il direttore a Cuneo e ci fu un’azione di rappresaglia nei miei confronti. Stavo per lasciare tutto, fu l’allora capo del dipartimento che mi convinse a non andare via, il ricordo di mio padre è sempre vivo con me».
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