Cari amici antifascisti… – Laura Cleri – Il Fatto Quotidiano

Cari amici antifascisti… – Laura Cleri – Il Fatto Quotidiano.

L’incipit: Cari amici antifascisti, leggete questo link. Mi sembra che descriva il problema di cui voglio parlarvi in maniera sintetica e persuasiva. Il 30 aprile del 2008 Gianfranco Fini venne nominatoPresidente della Camera dei Deputati.

La mattina dopo telefonai a Laura Seghettini (Classe 1922 – Comandante Partigiano) per esprimerle il mio disappunto, la trovai affranta, mi confessò di aver dormito poco e male e che la notizia l’aveva gettata in uno stato di prostrazione, mi disse che nessuno poteva capire come lei e i suoi compagni di lotta come potevano sentirsi all’idea che un ‘fascista’ sedesse su quella poltrona, che era costata così tanto a loro che avevano fatto la Resistenza e soprattutto a quelli che avevano perso la vita in quella guerriglia.

umt: Due gli aspetti interessanti. da mesi nel mio blog principale, Fascinazione una serie di post innescano una virilissima sfida tra supporter di casaPound e tifosi di Forza nuova su quale delle due organizzazioni sia più combattiva, militante, pericolosa per il sistema. I forzanovisti danno per acquisito che il brand avversario è in calo. Ma nell’immaginario collettivo antifascista resta fortissimo. Tant’è che per la manifestazione di Castellino e del Mse l’antifascista di turno chiede la chiusura di CasaPound.

C’è poi una piccola pignoleria: l’ultima raffica di Salò era Ernesto Brivio. Rauti nel 1962 non si candidò neanche, ovviamente.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 commento su “Cari amici antifascisti… – Laura Cleri – Il Fatto Quotidiano

  1. Che fastidio leggere idiozie di antifascisti a prescindere, a cui preme solo sparare nel mucchio, come nel mucchio sparavano, alle spalle, i partigiani.
    Quelli che sparavano, ma i più erano quelli che le sparavano grosse, come nelle vignette di Attalo.

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