E’ morto Carlo Rolandi. Campionissimo di vela, curò la raccolta fondi per Cirillo
Gran Pavese listato a lutto per la morte di Carlo Rolandi socio fondatore-benemerito nonché presidente del Circolo Canottieri Napoli dal 1972 al 1974.
Undicesimo presidente della storia del sodalizio giallorosso.
Aveva 94 anni, vedovo, lascia due figli. E’ stato protagonista della Vela Italiana e Internazionale sia come velista che come dirigente. Presidente della Federazione Italiana della Vela per due quadrienni al termine dei quali fu acclamato Presidente Onorario della FIV. Per 16 anni è stato nel Consiglio Direttivo dell’IYRU (Federazione Mondiale della Vela, oggi World Sailing); giudice internazionale tra i più apprezzati, tanto che gli è stato assegnato il premio Beppe Croce quale miglior dirigente sportivo internazionale (1997), un premio che sino ad oggi è stato assegnato solo a due italiani
La Repubblica/Napoli dedica un lungo e commosso coccodrillo a un protagonista dello sport napoletano. Ma Carlo Rolandi non è stato solo quello. Fu, infatti, tra i comprimari, ma con un ruolo importante, nel sequestro Cirillo. Ci affidiamo al racconto di Peppe D’Avanzo.
Quella sera a casa Gava
Ancora più espliciti e puntuali i ricordi di Carlo Rolandi. Carlo Rolandi è uno stimato professionista, forse poco conosciuto pubblicamente ma personaggio chiave della Napoli che conta, della Napoli della politica e dell’ economia. Ancora giugno, ancora il 1981. Rolandi riceve una telefonata dal suo amico e cliente, il cementiere Giuseppe Moccia. “Moccia mi chiese – ha raccontato Rolandi ai giudici – di accompagnarlo a un riunione. Scoprii poi che la riunione era a casa di Antonio Gava. E soltanto quando arrivammo a casa di Gava sulla collina di Posillipo scoprii che alla riunione c’ era il meglio dell’ imprenditoria della città. Ricordo con precisione che c’ erano Francesco Rallo, presidente della associazione dei costruttori napoletani, Italo Della Morte, forse il più importante costruttore del Mezzogiorno, l’ avvocato Pasquale Acampora che era stato vicepresidente del Banco di Napoli. C’ erano anche altri ma voglio fare soltanto i nomi di coloro che sicuramente erano presenti”. “In quell’ occasione – ha continuato Rolandi – Gava fece presente le difficoltà del ‘ caso Cirillo’ , sottolineò la necessità di un contributo. Gli imprenditori misero mano al portafoglio. Giuseppe Moccia, ricordo, consegnò trenta milioni”. Il cementiere Giuseppe Moccia, interrogato quattro giorni fa in gran segreto, ha confermato parola per parola il racconto di Rolandi.
Esperti in fundraising
Anche Peppe D’Avanzo omette un particolare significativo. Peppino Moccia, cementiere, patron della Casertana, non era un imprenditore qualunque. Sette anni prima era stato rapito dai Nap ed era stato il socio di Carlo Rolandi nel più importante studio napoletano di avvocati di affari a curare la raccolta fondi per il riscatto. Stavolta toccherà a lui il compito di raccogliere i “contributi volontari” degli imprenditori coinvolti da Gava e amici dorotei nella generosa impresa di salvare la vita a Ciro Cirillo.
Dieci anni dopo Rolandi sarà anche arrestato come amministratore delegato della Metropolitana di Napoli nella Tangentopoli cittadina. Ma i suoi avvocati avranno facile gioco a dimostrare che i soldi versati a vari politici per finanziare le loro campagne elettorali non erano corruzione ma finanziamento illecito. Tutti i fondi per la costruzione della Metropolitana provenivano da Bruxelles. Qui i “padroni di Napoli” non contavano niente e non potevano assicurare nessun beneficio. E il finanziamento illecito era coperto dall’ultima amnistia …
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