21 agosto 1996, Genova: muore Caterina Picasso, nonna br

Caterina Picasso al processo

C’ erano solo tre persone al funerale di Caterina Picasso, la “nonnina delle Brigate rosse” morta nella casa di riposo Doria, a Genova: un lontano cugino e due anziane amiche che l’ hanno assistita negli ultimi mesi. I vecchi “compagni di lotta” si erano dimenticati di lei da tempo. Caterina Picasso aveva 89 anni; è stata la più anziana militante delle Br.

Nell’ 80, quando i poliziotti l’ arrestarono, aveva già compiuto 73 anni e poteva vantare di aver ospitato nella sua casa alla periferia di Genova i capi storici dell’ organizzazione armata, da Riccardo Dura, poi morto in uno scontro a fuoco con i carabinieri, a Fulvia Miglietta coinvolta nel sequestro del generale americano Dozier, all’ imprendibile Francesco Lo Bianco fino a Rocco Micaletto.

Nell’ armadio di casa sua la polizia trovò pistole, un mitra e bombe anticarro. Dopo tre anni di prigione [su una condanna complessiva a 4 anni, ndb] il giudice la fece uscire per motivi di salute.

Così la pagina web di “Dormono sulla collina“, una Spoon River italiana, scritta da un giornalista siciliano per coprire un arco di 45 anni ci ricorda la splendida figura umana di Caterina Picasso. In realtà, dopo un rinvio della cassazione, la sua pena era stata ricalcolata a 5 anni e 8 mesi.

La testimonianza pro Dura

Preziosa la sua testimonianza per sfatare la “leggenda nera” che qualche canaglia aveva cercato di cucire addosso a Riccardo Dura per buttare in caciara i propri errori e miserie. La Picasso lo descrive come un ragazzo affettuoso e simpatico che le regalava i cioccolatini e le teneva compagnia.

«Io ho fatto la seconda elementare. Non so scrivere. Non sono cattiva, amo gli animali, la natura… ma gli uomini nella stragrande maggioranza sono cattivi. La vita è cattiva, ecco perché sono diventata una brigatista rossa . Con Riccardo ci siamo conosciuti grazie a un’inserzione sul giornale. Volevo affittare questa casa e lui mi offrì più di tutti. Ogni tanto mi faceva ballare, così, per gioco. Mi teneva soprattutto compagnia e io ero contenta. Stavo sempre così sola…».

Era consapevole dei suoi omicidi. «Lo leggevo sui giornali. Mi diceva che lo faceva per migliorare il mondo». La signora Picasso, poche ore prima della strage di via Fracchia – ci ricorda Spazio 70 –  aveva invitato Dura a cena da lei. «Gli avevo preparato i funghi, lui non è venuto… ed è morto». Fino all’ultimo giorno di vita la Picasso ha considerato le Brigate Rosse «i suoi ragazzi».

Un ricordo di Barbara Balzerani

Eravamo tanti nelle strade, nelle piazze, in ogni angolo della città. E non eravamo soli. I padri e fratelli maggiori c’erano, con noi, con la stessa ostilità. Ci eravamo incontrati e riconosciuti compagni in una battaglia [..]

No, non eravamo soli. Anche i più miti tra gli adulti trovarono posto e ruolo, a volte determinanti. Come Caterina, per età più nonna che madre, che quel l’ultima sera, aveva preparato la cena e aspettato inutilmente il ritorno di Roberto. Neanche un avviso, l’estremo saluto dal compagno più amato, che era andato a farsi ammazzare in via Fracchia.

Arrestata a più di settant’anni, non s’era fatta intimidire, soprattutto da chi voleva rinnegasse i suoi ospiti che l’avevano certo raggirata e usata. Oltre al sangue quegli uomini in divisa volevano anche il discredito dei corpi morti dei suoi compagni. E in fondo che le stavano chiedendo? solo un pezzo d’anima in cambio dell’impunità. Ma Caterina non sapeva che farsene di attenuanti e patteggiamenti.

Era fatta dell’impasto dei giganti e, forte com’era delle sue ragioni e di un fiero senso di appartenenza a cui non è da tutti arrivare, rimaste salda sulle sue gambe che conoscevano la fatica di tutta una vita. L’eredità che ha lasciato è sfida aperta a chiunque pensi di mettersi in cammino sulla stessa strada:



Ero brigatista prima ancora di entrare nell’organizzazione; la seconda elementare, quindi i difficili ragionamenti politici non li so fare, ma capire da che parte stare l’ho sempre saputo.

Barbara Balzerani da “L’ho sempre saputo”

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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