La battaglia di Charlottesville: alle origini della Lega del Sud

Tra i movimenti di difesa dell’identità sudista, protagonisti nella battaglia in difesa della statua del generale Lee, che ha prodotto i gravissimi incidenti di ieri a Charlottesville (una controdimostrante travolta e uccisa da un giovane supporter di Trump, due poliziotti caduti e morti per un guasto dell’elicottero da cui controllavano la situazione) c’è anche la Lega del Sud, un movimento anglo-celtico che ha significative assonanze con la vecchia Lega Nord. Me ne sono occupato una quindicina di anni fa, in In God we Kill (Jamm, Napoli 2002).

Questo il testo del terzo capitolo del saggio:

3 Alla scuola di Bossi

Nella seconda metà degli anni ’90 il razzismo e la voglia di rivincita sudista trovano una nuova forma di espressione culturale e organizzativa, capace di dialogare con la politica mainstream e gli ambienti accademici: il neoconfederativismo, figlio degenere della rottura degli equilibri bipolari. La spinta ai nazionalismi etnici esclusivisti scatenata in Europa non tarda ad attraversare l’oceano. Il Quebec e la Padania dimostrano che la devoluzione è possibile. Non nasconde la propria filiazione diretta – a partire dal nome – la Lega del Sud (LOS), punta di diamante del movimento. Ai riti neodruidici dei secessionisti nostrani è ispirata l’operazione mitopoietica di un’autonoma cultura e organizzazione sociale di un Sud anglo-celtico, contrapposto e schiacciato dal cosmopolitismo nordista nella “Guerra tra Stati”. I fondatori sono due esperti di storia celtica, J. Michael Hill e Grady McWhineyi, il direttore degli Annali dell’Università del Sud Carolina, Clyde Wilson e il presidente dell’ultraconservatore Istituto Rockford, Thomas Fleming. L’impegno come presidente della LOS spinge Hill a lasciare la cattedra nello Stillman College di Tuscaloosa, storicamente nero. La manipolazione culturale è elaborata: si mitizza la storia del Sud, tra “alto tenore di vita” e “richiamo del sangue che ama la libertà”ii. L’ondata revisionista è cavalcata anche da alcuni “collaborazionisti”: per H.K. Edgerton, ex presidente del NAACP di Asheville (Nord Carolina), la schiavitù servì come “istituto di apprendimento”, i neri e i bianchi erano uniti da un “senso di famiglia”. Insomma “era meglio essere schiavo nel Sud che essere liberi in Africa”iii. Ma quanto gioca nella folgorante conversione la sospensione per insolvenza della sua sezione? L’ex leader delle milizie J.J. Johnson si spinge oltre: “Con la presente mi dimetto dalla razza nera”iv. La bandiera confederata, oggetto di durissima contesa, si trasmuta da storica espressione dell’oppressione in “simbolo di resistenza alla tirannia federale”v. L’entusiasmo dei pronipoti dello zio Tom non convince gli irriducibili: due klanmen sparano contro la casa del cugino di Edgerton, un suo improvvido bacio a una donna bianca a un “rally della bandiera” scatena reazioni furibonde in Internet, del tipo ecco cosa succede ad essere integrazionisti…Maggior successo raccoglie il saggio del rinnegato Johnson, Io non voglio mai più essere nero.

La LOS, fondata nel 1994, cresce impetuosamente: raddoppia i membri tra il 1998 e il 1999, raggiungendo quota 9mila (con 96 capitoli in 20 Stati) ma soprattutto egemonizza le organizzazioni moderate dell’orgoglio sudista, a partire dalle reducistiche Figli dei Veterani Confederati (SVC)vi e Figlie Unite della Confederazione (UDC). I temi tradizionali della segregazione e della secessione trovano nuova linfa nella polemica contro il globalismo che macella le identità e le differenze. Attraverso questo passaggio una battaglia culturale si trasforma in formidabile veicolo di agitazione politica. E suscita appassionate reazioni nella “battaglia per la bandiera confederata”vii. Quando i sudisti mobilitano 6mila sostenitori, nel gennaio 2000, in un meeting in “difesa del retaggio”, la risposta del movimento dei diritti civili non si fa attendere: per il Martin Luther King Jr. Day, che il Sud Carolina non celebra, sono in 40mila a marciare. I controdimostranti sono per due terzi bianchi che non si sentono affatto orgogliosi dell’eredità dell’odio e non credono alla leggenda di una schiavitù con da relazioni cordiali tra bianchi e neri. Il no di Hill all’egualitarismo giacobino è ispirato dalla Bibbia: “Mentre gli insegnamenti delle Sacre Scritture parlano di una società civile composta da superiori, uguali e inferiori, ciascuno protetto nei suoi privilegi legali, la teoria sociale giacobina afferma che a nessun adulto può essere giustamente negato un privilegio dovuto, eccetto forse come punizione per un delitto”viii. In opposizione al sistema sociale e politico vigente, fondato sui diritti universali, si invoca il ritorno all’antico, alla rete delle relazioni personali e familiari. La gerarchia come lo schiavismo sono istituzioni ordinate da Dio. Anche in questo caso il progetto politico ha basi teologiche e non ideologiche. Il Ricostruzionismo è una deriva conservatrice del Presbiterianesimo mainstream. Una frangia radicale che invoca l’instaurazione della legge biblica (“teonomia”) per trasformare la società in chiave teocratica. Il livre de chevet è un malloppo di 800 pagine, Istituzioni della Legge Biblica, pubblicato nel 1973 e dedicato all’analisi delle implicazioni giuridiche dei Dieci Comandamenti. L’autore, Rousas John Rushdoony, spiega: “Ogni legge è religiosa per natura e qualsiasi ordine legale non biblico è una religione anti-Cristiana. Qualsiasi ordine legale è uno stato di guerra contro i nemici di quell’ordine e ogni legge è uno stato di guerra”ix. I “propagatori di false dottrine” sono equiparati ad abortisti e omosessuali, per i quali è invocata la pena di morte. La violenta sessuofobia spinge un medico seguace della teonomia a scegliere la cura più dolorosa per le malattie venere così i peccatori hanno modo di rifletterex. Questa dottrina ispira l’ala militare del movimento antiabortista ma anche i telepredicatori più influenti politicamente, Jerry Falwell a Pat Robertson. Un gruppo di pastori militanti della LOS, guidati da Steven Wilkins, si lancia alla conquista della Chiesa Presbiteriana in America (PCA), una denominazione conservatrice forte di 300mila membri e ben radicata al Sud. Il leader di Stato del Mississippi, John Thomas Cripps giunge a fondare una propria Chiesa Presbiteriana Confederata. I pastori più radicali sono una trentina e il tentativo di colpo di mano fallisce. In questo quadro acquista nuova luce il discorso sullo scontro di civiltà: la guerra civile diventa l’attacco del secolarismo all’ultimo baluardo della Cristianità.

Il protomartire dei neoconfederati è un ragazzo che gira con la bandiera sudista, ucciso a pistolettate, in Kentucky nel 1995, da una ciurma di teenager negri dopo un inseguimento in auto. I funerali sono una grande manifestazione di orgoglio neosudista. Un altro, ucciso a coltellate da un asio-americano nello Stato di Washington è invece considerato da 11 giurati su 12 l’aggressore e neanche la procura chiede un nuovo processo.

Un elemento di punta del revival anglo-celtico è Kirk Lyons, avvocato di punta della destra radicale: ricicla la sua struttura di “soccorso nero” ribattezzandola Centro di Risorse Legali del Sud, SLRC, evidente calco dell’antirazzista SPLC, e sottoscrive con LOS e SCV una “Dichiarazione d’Indipendenza Culturale”. Un altro leader della destra radicale, l’ex testa di cuoio Steven Barry, appena dimessosi da coordinatore militare di Alleanza Nazionale: “Hiler – spiega – era buono per la Germania”xi, è il consigliere ufficiale del capitolo del Nord Carolina. Fervente cattolico, gira in casa portando soltanto il kilt. Scrive a Intelligence Report chiedendo di essere definito un “paleo-nazi” e non un neonazista.

Il ruolo nel movimento di un personaggio chiave come Lyons è emblematico. Nato in Texas da un ufficiale dell’Aviazione, dopo una mediocre laurea diventa noto assistendo Louis Beam, che si autodifende nel maxiprocesso contro i “Padrini” nel 1988. Si specializza nei processi politici e dà vita alla Fondazione di Difesa dei Patrioti (PDF). Alterna successi e sconfitte: la condanna di Wickstrom, l’assoluzione di Douglas Sheets, ex membro del WPP accusato di un triplice omicidio in una libreria gay in Nord Carolina. Il bollettino di NA lo segnala come militante nel 1989 e invita a sottoscrivere per il suo PDF. Nel 1990, in una cerimonia congiunta, Lyons e il socio Neill Payne sposano le sorelle di un prigioniero politico della BS, David Tate, con un rito scozzese, fondato sullo scambio di doni tra clan. Accentua le simpatie filonaziste, trasforma il PDF in CAUSE, cioè Canada, Australia, Stati Uniti, Europa, e si trasferisce in Nord Carolina. Il suo studio è ormai la principale azienda legale per razzisti bianchi: aggrega l’avvocato di Donald Duke, assume la difesa del negazionista Leutcher, il tecnico che pretenderebbe di dimostrare l’inesistenza dell’Olocausto a colpi di conteggi sulla capienza di camere a gas e forni crematori. Lyons non sale sul treno dei grandi processi su cui esplode il movimento: Ruby Ridge e Waco. Riesce a perdere la vertenza per 3 sopravvissuti e i parenti di 23 giamaicani morti nel rogo in Texas. E’ l’avvocato di Strassmeier, l’agente coperto dei servizi tedeschi sospettato per la strage di Oklahoma City: si prende a cuore la difesa e si scontra furiosamente con due santoni della destra radicale che accusano il suo protetto, Robert Millar e Willis Carto. Il suo improvviso colpo di fulmine per il retaggio culturale sudista può essere spiegato anche con lo strappo con l’ambiente dei patrioti. Il SLRC si specializza sul Primo Emendamento, ovvero sul come sventolare la bandiera confederata sia una modalità espressiva dell’inculcabile diritto alla parola.

I rapporti con i media mainstream sono generalmente pessimi ma alcuni giornalisti di punta, come Robert Stacy McCain, sono membri attivi del LOS. Il suo direttore, Jack Kershaw, è anche membro dell’altra principale organizzazione neoconfederata, il più esplicitamente politico Consiglio dei Cittadini Conservatori, che riesce a posizionarsi proprio al confine tra destra repubblicana ed estrema destra sovversiva, e schiera tra le star delle sue manifestazioni personalità del calibro di Trent Lott, capo della maggioranza al Senato Federale, il “falco” storico Jess Helms e gli ex governatori dell’Alabama, Guy Hunt e del Mississippi Kirk Fordice. La doppia appartenenza è un fenomeno esteso: LOS e CCC nel comune radicalismo sono più complementari che antagoniste.

Il CCC attira i leader repubblicani agitando temi di grande impatto (diritto alle armi, lotta agli immigrati clandestini e alle azioni affermative) cucinati in salsa sudista. Solo dopo un mese di incessanti attacchi Lott, che ha partecipato a numerose iniziative, prende le distanze dall’esplicito razzismo. A fornire legittimazione intellettuale e rispettabilità ci pensano i ricercatori che ricevono sostanziosi finanziamenti da fondazioni culturali in cerca di avallo scientifico ai pregiudizi razzistixii. Il CCC è presente con 33 capitoli in 22 Stati, dalla California all’East Coast, ma il suo zoccolo duro è nel Profondo Sud. Un terzo dei 15mila iscritti si concentra in Mississippi, con 34 parlamentari di Stato e otto capitoli di contea. Ha radice profonde nel movimento antintegrazionista. Il suo leader, l’avvocato Gordon Lee Baum, si è formato come organizzatore dei Consigli dei Cittadini Bianchi (WCC) e ha portato in dote la vecchia, preziosa mailing list. Il primo è fondato a Indianola, nel Mississippi, nel luglio 1954, da Robert B. Patterson, proponipote di un generale confederato (in seguito direttore di Citizen Informer, organo del CCC). La crescita è rapida: un anno dopo i circoli sono 253, nel 1956 la presenza è estesa a 30 Stati e l’organizzazione che nasce può a pieno titolo chiamarsi Consigli dei Cittadini d’America (CCA). Gli scopi sono chiari: “preservare i diritti naturali alla separazione razziale e mantenere i Diritti dei nostri Stati a regolare salute pubblica, morale, matrimoni, educazione, pace e buon ordine negli Stati, sotto la Costituzione degli Stati Uniti”. Il CCA si rappresenta come espressione moderna della maggioranza bianca del Sud e orienta gli sforzi di proselitismo tra i leader civili e politici. L’autorevolezza dei membri e la caratterizzazione politica come “Klan dei colletti bianchi” non preclude il ricorso ai tradizionali metodi duri, tra minacce e intimidazioni. Nel 1960 un riot segregazionista al grido di “Questi Congolesi violentano le vostre figlie” segue un meeting a New Orleans. Byron de la Beckwith, assassino di Medgar Evans, leader dei diritti civili, è un dirigente di Greenwood, Mississippi. Alla fine degli anni ’70 i Consigli sono moribondi. La rigenerazione comincia con una riunione di trenta ex, tra cui Patterson e Baum, ad Atlanta nel 1985. Anche il leader del CCC in Mississippi, Bill Lord era un organizzatore regionale del WCC. La crescita sul territorio è assicurata dalla capacità di dirigere iniziative contro l’immigrazione che rinfocola i fantasmi dell’estinzione della razza bianca. A Wilkesboro, nell’autunno 1999 i picchetti, 40 militanti per volta, davanti alla Tyson Foods ottengono il licenziamento di numerosi clandestini latinos ma anche numerose adesioni.

La battaglia in difesa della bandiera confederata è coniugata con il tema dell’esproprio federale dei diritti degli Stati. Quando la NAACP indice il boicottaggio turistico del Sud Carolina, che persiste ad esibire sul Palazzo dello Stato la bandiera contestata, il CCC invita i cittadini bianchi a godere di questo “diritto civile” negato per decenni: la libertà di alberghi, spiagge e ristoranti riservati di nuovo ai soli bianchi, come ai bei tempi della segregazione. Le inserzioni pubblicitarie del Citizen Informer presuppongono lettori più estremisti dell’immagine ufficiale: si passa dagli opuscoli sul ruolo di Adamo come padre della sola razza bianca ai Ministri dell’Eredità Perduta, che distribuiscono i materiali del Movimento Nazional Socialista, a Il Resistente, il periodico di Steve Barry, fondatore delle Forze Speciali Clandestinexiii dirigente del LOS. Quando l’editorialista del Washington Times Sam Francis è licenziato per aver difeso la schiavitù, diventa il direttore della rivista e ne radicalizza i contenuti. Consigliere della oltranzista Fondazione Americana per il Controllo dell’Immigrazione (AICF) mette in rete razzismo storico e xenofobia sociale. E’ un beniamino delle conferenze di American Renaissancexiv, il periodico che divulga l’inferiorità genetica dei negri. Il redattore capo, Chris Temple, una figura di rilievo di CI, ha una stretta amicizia con Butler e collabora alle principali riviste della destra radicale, da Jubilee a Spotlight, il settimanale cospirativo di Carto che supera le 100 mila copie. Affiorano anche espliciti intrecci organizzativi: il responsabile del capitolo di Washington – postazione strategica per un gruppo che rivendica rapporti politica mainstream – è gestito dal nordirlandese Mark Cotterillxv, che ha stretti legami con NA. Il suo consiglio ha ben cento iscritti: quando lo SPLC ne rivela il ruolo internazionale (è anche l’ambasciatore degli ultrà unionisti), Cotterill si dimette e anima gli Amici Americani del Partito Nazionalista Britannico (AFBNP), che raccolgono decine di migliaia di dollari per il maggior partito neofascista inglese (violando la legge americana che prevede l’obbligo di registrazione)xvi. Cotterill è il classico “giovane leone” rampante. Look da yuppie – polacchine, chinos e polo – proibisce alle manifestazioni divise paramilitari e cimeli nazisti. Il distacco dal CCC non modifica il suo disegno politico: dare rispettabilità e immagine pulita a una forza della destra radicale. Tenta di infiltrare il Partito Riformista ma il vecchio Pat Buchanan, il leader politico di punta della destra fondamentalista, trova un immediato antidoto per mettere in fuga la quinta colonna neonazi-fascista: si sceglie una negra come candidata vicepresidente alle elezioni del 2000. Cotterill continua anche il legame affettuoso con il movimento neoconfederato: nel febbraio 2001, davanti a un ritratto del generale Lee, commemora, al suono della cornamusa, i martiri della Gran Bretagna, della Confederazione e della causa nazionalista razziale”.xvii

Un’altra fonte di imbarazzo sono i rapporti ostentati con un personaggio scomodo come David Dukexviii: nel settembre 1999 l’ex leader del KKK vola a Parigi con i vertici del CCC per una manifestazione promossa dal Fronte Nazionale di Le Pen. Lo SPLC si prende la briga di raccogliere una lista di 175 membri (gli elenchi non sono pubblici): il 10% è collegato con gruppi apertamente razzisti o neofascisti. S0picca il nome di Vince Reed, già capo della sicurezza di AN e informatore delle forze dell’ordinexix.

Il movimento neoconfederato diventa un potente attrattore di schegge in libertà della destra radicalexx. Richard “Rick” Ainsworth, infaticabile promotore di gruppi di direzione in una realtà visceralmente anarchica come quella delle milizie, abituato a liquidare i suoi avversari come “informatori” (che lo contraccambiano dandogli dell’“idiota”) fonda, insieme a un altro veterano del movimento, Bill Cox, gli Stati Confederati d’America (CSA). Ma ci mette poco a litigare e così Cox e un altro ufficiale del CSA sono liquidati, ovviamente, come “informatori”. Nell’orbita del movimento è attratto anche Howard Philips, formatosi alla scuola di Goldwater, responsabile dell’Ufficio Opportunità Economiche durante la presidenza Nixon, sostenitore del regime segregazionista sudafricano. Il suo Caucus Conservatore è tra i promotori della Maggioranza Morale di Falwell. Nel 1992, a supporto delle sue ambizioni presidenziali – da allora si candiderà regolarmente – fonda un partitino anti-tasse, l’USTP, che si distingue per la richiesta di pena di morte contro gli abortisti e nel 1999 si trasforma in Partito della Costituzione, rendendo ancora più esplicito il richiamo alla teologia radicale dei Ricostruzionismo e alla collegata teonomia (le Sacre Scritture come diretta fonte del diritto positivo)…

i Nel suo volume Cracker Culture McWhiney sostiene che il Sud era popolato da immigranti dalle aree celtiche della Gran Bretagna (Scozia e Galles).

ii Remembering Reality in Intelligence Report, Estate 2000

iii Confederates in Black in Intelligence Report, Estate 2000

iv Ibidem

v Ibidem

vi Gli SCV hanno espulso anni fa Ken Burns perché in un programma televisivo si è permesso di osservare che il generale Lee comandante dell’esercito confederato aveva ammazzato più americani dei giapponesi.

vii La battaglia comincia nel 1963, quando Robert Kennedy, ministro della Giustizia, impone l’integrazione all’Università dell’Alabama. Il governatore George Wallace in segno di sfida issa la bandiera confederata sul palazzo di governo dello Stato. Una lunga vertenza avviata dallo SPLC si conclude vittoriosamente nel 1993, ottenendo l’applicazione di una leggina che prevede che sugli edifici pubblici possa sventolare solo la bandiera federale o statale. Il Sud Carolina resiste fino al 1999.

viii Rebel with a Cause in Intelligence Report, Estate 2000

ix Frederick Clarkson Anti-abortion extremism. Extremists, ’Patriots’ and racist convergence in Intelligence Report, Estate 1998.

x Confederate in the Pulpit in Intelligence Report, Primavera 2001

xi False Patriots in Intelligence Report, Estate 2001

xii Il Fondo Pionieri destina circa un milione di dollari all’anno per le ricerche sulle differenze razziali. Tra i docenti universitari che si distinguono in questo campo spiccano i nomi di Edward M. Miller, formatosi come economista ma specializzato sul quoziente d’intelligenza (“i neri hanno testa piccola e grossi genitali, sono supersessuati, iperviolenti e soprattutto, non intelligenti”); J. Philipp Rouston, uno psicologo perseguitato in Canada per violazione delle leggi sull’odio (sostiene che i bianchi hanno più neuroni e cervello dei neri, che sono predestinati al successo sportivo); per Glayde Whitney, infine, ex presidente dell’Associazione di Genetica dei Comportamenti ed esponente di spicco del Los i neri sono “primitivi biologicamente specializzati nell’accoppiarsi spesso con studentesse bianche”. Cfr. Hate Goes to School in Intelligence Report, Primavera 2000. Risorse ingenti sono anche riservate alle organizzazioni anti-immigrazione, dalla militante AICF alla più autorevole FAIR (Federazione per la Riforma dell’Immigrazione Americana) che, forte di 70mila soci, ha ricevuto in un decennio 1,2 milioni di dollari di finanziamento.

xiii Vedi nel capitolo ….

xiv Diretta dal separatista bianco Jared Taylor, American Renaissance si distingue per i toni raffinati e si focalizza sui temi del rapporto razza-QI e dell’eugenetica. Promana dalla Fondazione Nuovo Secolo, che promuove conferenze biennali di taglio scientifico. L’ultima, nel marzo 2000, era dedicata all’immigrazione non bianca.

xv Cotterill, militante del Fronte Nazionale dal 1978 al 1992 , si infiltra nel partito conservatore ed è eletto consigliere comunale. Smascherato dagli antifascisti di Searchlight è costretto alle dimissioni. Ripara negli Stati Uniti dopo un pestaggio di avversari politici antirazzisti.

xvi Dopo la denuncia dello SPLC Cotterill è costretto a sciogliere anche l’AFBNP.

xvii Hand Cross the Water in Intelligence Report, Autunno 2001.

xviii Sui rapporti del CCC con David Duke va segnalato l’appello di Beam in suo favore alle elezioni per il governatore della Louisiana nel 1990 e la prefazione alla sua monumentale autobiografia scritta da Glayde Whitney (vedi anche nota 12).

xix Vedi appendice.

xx Il boom del movimento è evidente nel nuovo secolo: invertendo un trend consolidato i gruppi dell’odio passano da 457 a 602 ma ben 90 sono neoconfederati mentre il grosso del residuo aumento è dovuto all’impennata di un altro gruppo ultrarazzista il WCOTC, che arriva a 81 capitoli, molti dei quali però sono semplicemente individui che rappresentano un punto di contatto.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “La battaglia di Charlottesville: alle origini della Lega del Sud

  1. Leuchter, più che conteggi sulla capienza delle camere a gas ha detto che i locali designati come tali dagli sterminazionisti non avevano tracce significative di acido cianidrico.

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