I 67 anni di Claudiana Bernacchia casco d’oro della Magliana

Claudiana Bernacchia ispira il personaggio di Casco d'oro in Romanzo criminale - La serie
claudiana Bernacchia

Compie oggi 67 anni Claudiana Bernacchia, “casco d’oro”. Da infermiera fiancheggiò la banda della Magliana per amore. In “Romanzo criminale-La serie” ispira il personaggio di Vanessa, interpretato da Veronica Gentili, oggi conduttrice di grido Mediaset. Nella fiction è la donna del “Sorcio” che lascia per mettersi con “Trenta denari” ammazzato dal rivale per gelosia (nella foto). Nella realtà è la donna di Claudio Sicilia (“Trenta denari”) ucciso perché si pente. E anche lei finisce sotto tiro ma è “graziata”. Perché intanto è stata messa incinta da Giorgio Paradisi, un fedelissimo di Renatino De Pedis. La sua storia ce la racconta Angela Camuso in “Mai ci fu pietà

Il nido d’amore al Laurentino 38

Il Vesuviano curava pure i contatti con alcuni venditori al dettaglio, ai quali consegnava una cinquantina di grammi di droga alla volta. Molti di questi spacciatori smerciavano al ‘Laurentino 38’, meglio noto come ‘i Ponti’ per la sua particolare struttura architettonica: era una sorta di quartiere pensile, riservato ai pedoni, che fu edificato sul nulla negli anni ’70 con l’idea di dare alloggi popolari ai lavoratori del sud, allora accampati in baraccopoli, ma che era presto sprofondato nel degrado, allorché quelle case furono occupate abusivamente da delinquenti e diseredati di ogni dove.

Sicilia ci andò proprio ad abitare, ai Ponti, esattamente in via Balzac numero 15, insieme alla sua amante e sua assistente fidata, Claudiana Bernacchia, bionda carina soprannominata Casco d’oro. Lei divenne per Sicilia un aiuto indispensabile per continuare a ‘lavorare,’ pur essendo agli arresti domiciliari. L’attività del bandito, d’altra parte, era protetta dal tam tam dei pusher della zona, tossicodipendenti pure loro. A volte il Vesuviano, per ingraziarseli, pagava pranzi e cene al ristorante da far portare a casa di quegli sciagurati. (…)

La dipendenza dalla cocaina

Anche il Vesuviano, che aveva assaggiato la cocaina, per la prima volta, insieme a Marcello Colafigli, diventò cocainomane in pochi mesi. Ciò nonostante, non teneva mai grosse quantità di droga in casa. Una volta, quando era agli arresti domiciliari, incaricò un paio di collaboratori di andare a prendergli dieci grammi di «neve» da due grossisti. Erano i fratelli Mimmo e Franchino Zumpano, calabresi, uno macellaio e l’altro antiquario, anche loro cocainomani tant’è che portavano sempre al collo un «pippotto» in oro, cannuccia corta che serviva per sniffare.

I collaboratori del bandito andarono ubriachi all’appuntamento e l’incontro finì male, a pistolettate: il ferito si presentò sanguinante a casa di Sicilia e la Bernacchia dovette correre da un medico, per farlo medicare. Sicilia, che non era conosciuto come un tipo violento, andò su tutte le furie. Uscì di casa, nonostante gli arresti domiciliari e quando si imbatté in Franchino Zumpano lo sfregiò con un mazzo di chiavi sulla faccia. Non accadde altro. Nel senso che i fratelli, per scusarsi con Sicilia, gli portarono a casa la cocaina che desiderava. (…)

I legami familiari con i Maisto

Lui e l’avvocato Antonio Pellegrino, a dire del bandito, erano diventati nel tempo buoni amici e pure le rispettive famiglie. Sicilia raccontò di cene a casa sua e mostrò ai magistrati una foto dove i due erano ritratti insieme, durante un incontro conviviale, insieme a quel cugino di Sicilia, il napoletano Antonio Maisto, camorrista, all’epoca pure latitante. Proprio in virtù di quell’intimità, mentre era in carcere e già iniziava a «collaborare», Sicilia aveva chiesto all’amico avvocato di fargli incontrare una donna di cui era perdutamente innamorato e non riusciva a rintracciare: era Claudiana Bernacchia, Casco d’oro, sua compagna e complice dei traffici di droga.

L’avvocato e il magistrato

La risposta del legale, tuttavia, deluse il bandito. L’avvocato gli sembrò in procinto di tradire quel patto di amicizia.

«L’avvocato Pellegrino mi invitò testualmente a ritrattare ogni mia dichiarazione su Enrico de Pedis, Pernasetti, Paradisi, Carminati… E come piacere personale, in nome dell’affetto tra me, i miei familiari e la sua famiglia, di ritrattare ogni dichiarazione sull’avvocato Manca. L’avvocato era informato sulle mie dichiarazioni rese, persino su particolari marginali… Capii che era a perfetta conoscenza dei verbali di interrogatorio».

Una volta, sempre a detta di Sicilia, Antonio Pellegrino volle regalare al giudice, che a casa aveva una voliera, un merlo parlante e una coppia di uccelli indiani: «Ma sempre a titolo di pura amicizia… – riferirà il pentito – Io li ho personalmente acquistati insieme con Claudiana Bernacchia, in un’uccelleria, in una traversa nei pressi di piazza Cavour». Claudio Sicilia racconterà pure che una sera, durante una festa organizzata a casa dell’avvocato Pellegrino, il giudice Ettore Torri gli fu addirittura presentato, sul terrazzo. Il bandito all’epoca era latitante e al party era andato insieme alla sua amata Claudiana Bernacchia. «In quell’occasione Pellegrino mi presentò al giudice con il semplice nome di Claudio», dirà il pentito. (…)

Come salvarsi la vita

Anche Claudiana Bernacchia, Casco d’oro, amante storica di Claudio Sicilia, doveva essere ammazzata. Fu risparmiata perché, nel frattempo, era rimasta incinta di Giorgio Paradisi, all’epoca molto legato a De Pedis. Finì anzi che la banda si servì di lei per riuscire a conoscere in anteprima i dettagli di quanto il pentito stava raccontando. Quella notte febbrile in cui venne fermato l’orologiaio, anche Casco d’oro fu portata in Questura e interrogata.

Rilasciata dopo alcune ore, corse subito dagli altri, a informarli che Sicilia aveva deciso di pentirsi. Copie dei verbali del Vesuviano furono poi trovati dalla polizia proprio a casa del nuovo amante di Casco d’oro, Giorgio Paradisi. Quest’ultimo, per essersi legato alla donna dell’«infame», venne progressivamente emarginato dalla banda.

Il terzo uomo

Fin qui Angela Camuso. Ma l’intreccio tra “Casco d’oro” e la banda della Magliana non è finito. Non c’è due senza tre. E il terzo uomo, a cui dà un figlio, è un altro personaggio di spicco, arrestato e prosciolto per i Nar, ex collaboratore di Enrico De Pedis per le sale gioco. Maurizio Lattarulo balza agli onori della cronaca nel 2012, perché affiora un suo contratto di consulenza con l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma per 25mila euro. La storia ce la racconta dettagliatamente Fabrizio Peronaci, cronista del Corriere della Sera, grande esperto del caso Orlandi. Perché, tra l’altro, Lattarulo era stato colpito dalle accuse fantasiose di Sabrina Minardi

Un flashback in tre scatti

E’ una flashback in tre scatti inaspettato e per qualche verso stupefacente, quello che emerge dall’avventuroso passato di «Provolino», come ai bei tempi lo chiamavano i «testaccini». La prima sorpresa ha il volto di una bella donna: la moglie di Lattarulo, meglio, la sua compagna, vaporosa chioma biondissima, dalla quale ha avuto un figlio. Si chiama Claudiana Bernacchia e pure lei è a suo modo famosa. Per essere stata una delle femmes fatales della Magliana, prima in quanto amante del boss Claudio Sicilia («er Vesuviano»), pentito ucciso nel ’91, e poi di Giorgio Paradisi, pluriomicida detto «er Capece»: «Si fidanzarono e fu per lei una fortuna, altrimenti l’avrebbero sotterrata», c’è scritto nell’ordinanza su tutte le malefatte della banda, firmata dal giudice Otello Lupacchini nel 1994.

Il lavoro nell’arciconfraternita

Bene. la Bernacchia, in quello stesso «Romanzo criminale» biasimato dal sindaco in Campidoglio, altro non era che l’ispiratrice del personaggio «Casco d’oro», interpretato dall’attrice Veronica Gentili. La compagna di Lattarulo tentava di uscire da un passato di amori sbagliati e di arresti per associazione a delinquere, droga, detenzione di armi e quella «comparsata» nella serie tv non potè farle piacere. Fino a che adesso – siamo al secondo flashback – anche lei ha trovato lavoro: coordinatrice in una importante arciconfraternita che si occupa di assistenza sociale, con sede nei pressi della basilica di San Giovanni.

Ed eccoci infine al terzo passo indietro, tre anni fa. Lattarulo non l’ha raccontato a nessuno in quei giorni in cui, stipendiato con 25 mila euro dal Comune, si occupava di politiche sociali. E nemmeno dagli inquirenti filtrò il suo nome. Ma ora è confermato: nel 2009 fu sottoposto a perquisizione personale e domiciliare dalla Squadra mobile, nell’ambito delle indagini sul sequestro di Emanuela Orlandi dopo le rivelazioni di Sabrina Minardi, l’ex amante di «Renatino». Furono anche interrogati per ore, i due conviventi. «Io della ragazza scomparsa non so nulla, ero in galera», si difese Lattarulo. La Bernacchia andò oltre, scagionò tutti: «La Minardi? Fandonie. La Magliana non c’entra con la Orlandi».
Oggi si sono separati, «Provolino» e «Casco d’oro». Non vivono più insieme. Ma il loro passato miscelato al presente sorprende, e fa discutere.

Titoli di coda

(ANSA) – OLBIA, 10 AGO 2016 – Claudiana Bernacchia, l’ex compagna di due componenti della banda della Magliana soprannominata “Casco d’oro”, oggi 60enne, è stata arrestata a Olbia per possesso di droga. E’ stata fermata al porto Isola Bianca con quasi due etti di hascisc nascosti in auto. LEGGI TUTTO

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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