Il procuratore Coco, le vittime delle Br e gli scherzi della memoria

Il libro è di qualche anno fa, ma è ritornato giustamente alla ribalta nelle scorse settimane, in occasione del 40° anniversario dell’omicidio del procuratore generale di Genova, Francesco Coco insieme ai due agenti di scorta. Il figlio, Massimo, violinista di talento, quattro anni fa ha deciso di raccontare la sua sofferenza di vittima indignata e non disposta a cedere ai riti del perdono e della riconciliazione.

“Coco – ricorda un’altra vittima, Antonio Iosa – rivendica il diritto ad un tipo di vendetta morale che sia condita di sarcasmo e disprezzo per i terroristi, tanto che lo stesso suo libro è una vendetta letteraria, che mette in luce da un lato la miserabilità politica, sociale, umana e culturale dei terroristi e dall’altro lato la fragilità psicologica di alcune vittime che smaniano per la concessione del perdono spettacolarizzato, per il dialogo e confronto strumentalizzato dalla politica, per un percorso di riconciliazione che rischia di legittimare le motivazioni ideali dell’omicidio politico, per un perdono cristiano che assume conturbanti aspetti di becero perdonismo, dettato da una sorta di “Sindrome di Stoccolma”, in cui si trova a vivere qualche familiare e ferito di vittima del terrorismo, fuori dal mondo e fuori di testa. Coco grida forte a queste vittime: ” Ma Voi dove avete messo la rabbia, il rancore, l’odio, la vendetta” verso questi assassini, che hanno ucciso senza pietà la persona a te cara?”

“In effetti – spiega Giovanni Basile nella sua recensione per Sololibri – le pagine di Massimo Coco grondano rabbia e rancore nei confronti di chi ha distrutto la sua adolescenza: l’autore non “spinge la notte più in là”, né intende dialogare con chi ha seminato lutti né provare a capire le ragioni dei carnefici, i quali, a distanza di anni, non sono mai stati identificati. Nessuno spazio per il perdono [ma una] polemica aperta, chiara e netta sull’ipocrita strumentalizzazione mediatica di ricordare le vittime del terrorismo attraverso commemorazioni e riti stantii, cerimonie paludate e formali allestite da quelle istituzioni politiche spesso dimentiche di coloro che hanno avuto la disgrazia di perdere i propri cari in nome della legalità. Massimo Coco, al contrario di altri nella la sua stessa condizione, grida ad alta voce, senza diplomazia, tutta la propria indignazione nel constatare l’eccessiva visibilità mediatica concessa ad alcuni ex terroristi, in qualche caso anche importanti incarichi pubblici. Il figlio del magistrato non ci sta a uniformarsi al coro buonista delle riconciliazioni, del perdonismo, del chiudere una volta per tutte con quel passato di morte”.

E’ quindi senza dubbio beffardo e paradossale, e sicuramente esula dalla responsabilità diretta dell’autore, che un libro nato per contestare “l’uso mediatico della memoria” finisca poi per farne un uso distorto a scopi pubblicitari. Non risponde al vero, infatti, come asserito dal sottotitolo, che il procuratore sia la “prima vittima” delle Brigate rosse. Con due sole parole, infatti si cancellano ben cinque vite spezzate: i missini Mazzola e Giralucci, uccisi nella federazione padovana del Msi il 17 giugno 1974, il maresciallo Maritano, ucciso da Roberto Ognibene nel covo di Robbiano di Mediglia, la notte tra il 14 e il ottobre 1974, l’appuntato D’Alfonso, ferito a morte nel conflitto a fuoco in cui perde la vita anche Mara Cagol, nella cascina Spiotta, il 5 giugno 1975, l’agente Niedda, ucciso a un posto di blocco a Padova da Carlo Picchiura il 5 settembre 1975. No, in tutta evidenza il procuratore Coco non era la prima vittima, ma una delle vittime del primo agguato delle Brigate Rosse, che non è esattamente la stessa cosa.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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