Colombo, gli Altri, l’antifascismo: de me fabula narratur
Se abbiamo parlato spesso, e quasi sempre all’opposto del coro della sinistra, di fascismo e antifascismo, non è stato per un particolare interesse nei confronti dell’estrema destra, ma, al contrario, perché quello era una modalità eminente per discutere sulla sinistra. Pochi elementi come l’antifascismo hanno contribuito a delineare i tratti di una “sinistra etnica”, identificata non sui propri contenuti ma sulla contrapposizione a un’altra etnia. In fondo, il nostro obiettivo altro non era che minare le granitiche fondamenta della sinistra etnica e al proposito poche leve erano scomode, difficili, impopolari ma anche utili e anzi necessarie come mettere al centro della riflessione uno degli elementi più sacri, ma anche più ipocriti e superficiali, dell’identificazione per categorie etniche invece che politiche: quella appunto dell’antifascismo.
Così, in uno dei pezzi di addio degli Altri, che sta per rigenerarsi nel quotidiano italo-calabrese Il Garantista, in edicola dal 18 giugno, spiega una delle operazioni politiche che più hanno scatenato il risentimento della “sinistra etnica” contro la loro perigliosa avventura.
La cosa mi interessa. Perché appunto, qualche anno fa, tra i capi di imputazione c’era anche il fatto che scrivessi per Gli altri di fascisterie
“Ma L’Altro si caratterizza soprattutto per l’ampio spazio che dedica all’estrema destra neofascista: nel giugno 2009 alcune realtà della sinistra romana denunciano: “Un’intervista a Iannone, capo dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un volantino di propaganda, in cui si bercia contro l’antifascismo; il racconto dell’incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del federale locale personaggio interessante e controverso: definizione perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante razzista per una quindicina di pestaggi” (…) su L’Altro a scrivere tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale che partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi”.
Beh, che dire. Io ho superato da tempo la pretesa di battermi per l’emancipazione culturale della sinistra dalle piaghe della bigotteria e dell’autoreferenzialità ma non c’è dubbio che una delle principali motivazioni del mio viaggio nell’abisso è ben raccontata in questo pezzo di Colombo…
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