Colonia, la polizia conferma: il primo obiettivo della banda era la borsa
Secondo gli ultimi dati della polizia di Colonia, sono 379 le denunce presentate finora di presunte aggressioni commesse davanti alla stazione ferroviaria di Colonia la notte di San Silvestro, il 40% delle quali a sfondo sessuale, e la maggior parte degli aggressori proveniva da Paesi del Nord Africa. Per la maggior parte, gli indagati sono richiedenti asilo e persone che si trovano in Germania in situazione illegale. La polizia, sostiene il periodico, indaga su messaggi inviati sui social network da parte di nordafricani nei giorni precedenti a Capodanno e sulla presenza a Colonia di persone arrivate dai dintorni e anche da Paesi vicini, cioè Belgio, Olanda e Francia.
Il Corriere della Sera di oggi ci dà una base di dati coerenti su cui provare a ragionare sui fatti di Capodanno a Colonia. Su 379 denunce, il 40% riguarda molestie sessuali mentre gli stupri denunciati non raggiungono l’1%. L’aspetto organizzato sembra acquisito, così come il carattere predatorio prevalente e la composizione ‘sociale’ della banda (da altre fonti abbiamo appreso che a operare persistentemente siano stati in 40-50, di cui più di trenta già identificati) di soggetti ‘irregolari’: asylanten e clandestini… Si è trattato quindi più di un pattuglione organizzato per l’assalto alla ricchezza sociale che alla dignità e alla libertà delle donne, anche se la frequenza delle molestie impone di non svalutare né liquidare questo aspetto.
A sintetizzare cosa sia successo a Colonia, arrivando a conclusioni sconsolate, ci prova nel suo blog “Mammamsterdam”, al secolo Barbara Summa, scrittrice italiana in Olanda:
- È stato un assalto organizzato dell’Islam radicale contro la libertà delle occidentali? Tutta questa organizzazione non ce la vedo. Dice che l’organizzazione la dimostrava il fogliettino che si era portato dietro uno dei fermati con le frasi da dire in tedesco alle vittime: belle tette, vuoi baciarmi, vuoi scopare? (Annamo bene, annamo).
- È stato un complotto degli xenofobi contro la Merkel e l’accoglienza? No, ma è innegabile che ci si sia impadroniti della narrazione in chiave xenofoba a scopo di popolarità politica. Se ne parla anche qui.
- È stata un’azione di massa di borseggio con la palpata come elemento di distrazione? Pare che ci sia stato anche quello, peraltro come sempre quando si radunano grosse folle.
- È stata una cattiva gestione di ordine pubblico? Io mi sento di dire che esemplare non è sembrata. Ma cavolo, già normalmente a Capodanno tra piazza Dam e la stazione ad Amsterdam è pieno di folla ubriaca e poliziotti a piedi, a cavallo, in bici, con file di cellulari parcheggiati nei paraggi, a Colonia no? In più erano settimane che c’era in tutta Europa un’allerta terrorismo, pare che la zona tra stazione e Piazza Duomo a Colonia sia il percorso obbligato di chi voglia andare a vedere i fuochi d’artificio e mancano i poliziotti? In piena allerta terrorismo? E cosa devo pensare?
- È stato un rave party tipo quello organizzato all’Autogrill di Rovigo su facebook (e prontamente sventato dalla questura locale)? A me in parte verrebbe in mente di si. Penso a ragazzi soli, sfigati, che si dicono: andiamo in piazza a far casino, e poi basta il gruppo iniziale che comincia a spalpazzare e rubare e tutti a mandare le foto su facebook e dirsi: evvai, ci stiamo proprio divertendo con le zoccole, non interviene nessuno, la polizia è poca, il panico grande, il senso di impunità generale e arrivano anche gli altri. Vorrei consolarmi pensando che è stato anche questo. Ma appunto, se ci serve consolarci così, annamo bene, annamo.
- È colpa del fatto che ultimamente tra i profughi arrivano soprattutto giovani uomini soli, che oltre a venire da culture di cui come si è detto la posizione della donna è messa ancora peggio che da noi, ma ci arrivano magari globalizzati da youporn convinti che sia il paradiso della figa disponibile? Si è detto anche questo e non lo trovo manco campato in aria. O non si spiega come mai proprio in Germania, il paese europeo in cui da decenni vivono più o meno integrati il maggior numero di emigranti provenienti da paesi musulmani non ci sono mai state aggressioni sessuali di massa in tutto questo tempo e adesso succede questo. Gli vogliamo dedicare un po’ di attenzione a questo elemento? Mica per altro, solo per l’ordine pubblico che stiamo tutti tranquilli (sono sarcastica, si capisce?)
La risposta, a mio avviso gravissima, è che non si sa e non ce lo dicono per via di tutte le strumentalizzazioni che ci si sono innescate, e questo crea spazio per conseguenze sul lungo termine molto, ma molto brutte.
C’è poi un altro aspetto, che richiama Giulia Blasi. Non abbiamo diritto di ritenerci superiori. I maschi italiani non sono poi tanto meglio dei fetenti di Colonia e di tutte le altre città tedesche:
Tutto questo per dire che non è dell’Islam che bisogna avere paura, non sono gli immigrati a portare la violenza e la sottomissione delle donne. Sono sempre lì, sottotraccia, in attesa. Sono nella facilità con cui in Italia è diventato quasi impossibile interrompere legalmente una gravidanza in un ospedale pubblico, senza che il Ministro della Salute (una donna, al momento) alzi un polverone per garantire la corretta applicazione della legge. Sono nelle persecuzioni che subisce chi è stata violentata per anni dagli uomini del suo paese e vuole solo ottenere giustizia. Sono negli stupri di gruppo con selfie finale. Sono nel demansionamento delle donne incinte, nella violenza silenziosa subita dalle braccianti nelle aziende agricole. Sono nella percentuale di donne che non lavorano e dipendono dalla famiglia o da un uomo per il loro sostentamento. Sono, soprattutto, nel modo in cui ogni piccola o grande molestia viene considerata parte della vita, qualcosa che ci dobbiamo aspettare. Smettiamo di sentirci superiori. Non abbiamo niente da insegnare a chi arriva qui: fra il nostro mondo e il loro mondo c’è solo la fragile barriera di una legge che in un attimo può essere cancellata, perché in fondo si pensa che la libertà delle donne sia già troppa.
PS: Il prossimo direttore della Stampa, Maurizio Molinari, propone una riflessione storica interessante sul nesso tra assalto alle donne ed implosione dei paesi arabi. A detta della mia amica Lia: “un mirabile condensato di razzismo, stupidità, lode al colonialismo britannico e dimostrazione pratica del versante oscuro della libertà di stampa“.
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