Capodanno a Colonia, continua l’allarmismo mediatico
I nostri lettori sanno che ci siamo appassionati alla vicenda delle violenze di Capodanno a Colonia, seguendo il dipanarsi dell’inchiesta con grande attenzione ai numeri, lacerati come siamo dall’impatto con una realtà che 40 anni fa avremmo definito un’evidente “contraddizione in seno al popolo”, divisi oggi per la solidarietà di pancia con la sofferenza dei migranti e la cnvinta adesione di principio sul diritto delle donne di disporre dei propri corpi, del proprio tempo, del proprio stile di vita. Il pomeriggio di venerdì il Foglio ci ha consegnato dati sul campione degli indagati a prima vista agghiaccianti:
In realtà i dati ufficiali sono significativamente diversi. Perché il 97% degli assalitori sono semplicemente gli stranieri (e non è una novità la composizione etnica del branco) e i clandestini costituiscono appena il 12% mentre quasi un terzo ha un visto con status “sconosciuto”
Il 97 per cento dei 153 sospetti coinvolti nelle violenze sessuali di Colonia era di nazionalità straniera. Di questi (149 persone) 68 erano richiedenti asilo, 47 possedevano un visto con uno status definito “sconosciuto” e altri 18 erano migranti illegali. Gli assalitori erano in prevalenza algerini e marocchini, un dato notevole perché dimostra che i fatti di Colonia non furono una conseguenza diretta dei recenti arrivi di profughi dai Balcani, dove la maggioranza è piuttosto di nazionalità siriana. Le accuse a carico dei migranti vanno dalla violenza sessuale al furto, con oltre 1.200 diverse vittime che hanno presentato denuncia alla polizia.
Si conferma quindi la cattiva abitudine dei media mainstream di forzare i dati per ricondurre i fatti alle proprie strategie della rilevanza
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