Il consulente americano: Moro ucciso dalla rigidità br e dall’inettitudine dello Stato
Hanno suonato con troppo anticipo le trombette di Piedigrotta al club degli amici del mistero Moro. Il consulente americano di Cossiga, che in un libro aveva rivendicato la responsabilità della morte del presidente Dc, arrivato davanti al pm che lo indaga, Palamara, mica uno qualunque, ha abbassato le orecchie e ricondotto la questione ai suoi termini reali. Cioè, abbiamo scherzato per vendere qualche copia, mica mi volete prendere sul serio. Ecco uno stralcio del suo interrogatorio
«Programmi tv e interviste per me sono solo spettacolo e finzione, ciò che dico alla stampa o nelle interviste è disinformazione». E dunque, quasi si spazientisce il pm Palamara, è vero o no che secondo Pieczenik lo Stato italiano ha lasciato morire il presidente dc? Risposta: «No, l’incompetenza dell’intero sistema ha permesso la morte di Aldo Moro. Nessuno era in grado di fare niente, né i politici, né i pubblici ministeri, né l’antiterrorismo. Tutte le istituzioni erano insufficienti e assenti». Lo specialista arrivato da Washington sostiene di essersi limitato a leggere i comunicati delle Br, che avevano una «strategia molto facile», rendendosi conto che il governo italiano non era in grado di fare nulla. Quindi, dopo aver sponsorizzato la linea della fermezza appoggiata dal partito comunista, ripartì alla volta degli Usa, a sequestro ancora in corso. Come se la sua missione fosse compiuta: «Cossiga era un uomo estremamente intelligente che ha capito molto in fretta ciò che doveva fare, ed è stato in grado di attuarlo… Continuare a cercare di stabilizzare l’Italia e continuare la politica di non-negoziazione, nessuno scambio di terroristi e nessun altro scambio». Rientrato in patria, il consigliere venne a sapere che Moro era stato assassinato: «Ho pensato che sfortunatamente le Br erano dei dilettanti, e avevano fatto davvero un grande sbaglio. La peggior cosa che un terrorista possa fare è uccidere il proprio ostaggio. Uccidendo Aldo Moro hanno vinto la causa sbagliata e creato la loro autodistruzione».
Che è esattamente quello che vado dicendo da anni. A uccidere Moro non è stato nessun servizio segreto o complotto internazionale ma l’effetto combinato della ottusità brigatista, della rigidità comunista, dell’inanità democristiana e dell’inettitudine poliziesca. Perfetta la sintesi di Pino Casamassima, uno che con i brigatisti rossi ci ha parlato davvero e non si è mai inventato le interviste:
Una certezza che emerge dagli atti (non dalle parole in libertà di pinco o pallino): Mario Moretti è stato un “utile idiota”, che ha fatto quel che Steve Pieczenik si auspicava per stabilizzare la situazione italiana a favore della Dc (cioè, di Washington): sopprimere Moro. Come io ho sempre sostenuto sbattendolo sul muso di tutti i brigatisti incontrati che per pararsi il culo mi dicevano il contrario, la liberazione di Moro sarebbe stata una bomba innescata nella già precaria condizione in cui si trovava l’asse di centro della politica italiana. (Da qui, non salti in mente a qualcuno di riprendere la storia revisionista del Moretti come espressione di potenze straniere, perfino degli alieni: No! Moretti ha semplicemente operato coerentemente con la sua impreparazione politica)
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