6 dicembre 1975: con gli scontri al corteo delle donne Lotta continua comincia a morire
Il 6 dicembre 1975, la prima grande manifestazione nazionale delle donne per l’aborto segna lo strappo tra Lotta Continua e il Movimento femminista. La rottura sarà tra le principali cause della dissoluzione del gruppo meno di un anno dopo. Gli accordi sono chiari: niente striscioni di organizzazione, compagni in fondo al corteo, servizio d’ordine di sole donne. Ma un pezzo grosso di Lc a Roma non ci sta. Sono in piazza da quindici giorni. Dalla morte di Pietro Bruno (vittima di un errore di valutazione del servizio d’ordine) è partita una forte mobilitazione studentesca contro il governo. Così a piazza Cavour si schiera uno spezzone di corteo antagonista all’autonomia delle donne. Lo apre uno striscione della sezione Cinecittà di Lotta Continua, seguono militanti di entrambi i sessi. Lo irrobustiscono compagni e compagne autonomia. Cercano di entrare a metà del corteo. Scatenanano così la reazione furiosa delle donne, anche di lotta Continua. .
Sugli incidenti che ne nacquero si dibatté a lungo sia in Lotta Continua sia nell’intera galassia della sinistra radicale. Le manifestazioni di sole donne diventarono una pratica comune. L’esplosione del movimento femminista fu una contraddizione lacerante, che trovò le organizzazioni impreparate. La difficoltà si trasformò in una consistente spaccatura che si ripropose per lungo tempo dentro i movimenti. Anche per questo la forma politica dei gruppi andò verso l’esaurimento che fu sancito con il congresso di Rimini di LC del 1976.
Il documento della segreteria nazionale di LC
Significative le conclusioni del documento della segreteria nazionale di Lotta Continua sull’incidente. Pubblicato pochi giorni dopo gli scontri, evidenzia la clamorosa sottovalutazione del disastro da parte del gruppo dirigente.
All’origine dei fatti di sabato non c’è soltanto, e nemmeno in primo luogo, il ruolo della contraddizione tra uomo e donna così come essa si manifesta tra le masse, nel nostro partito, e nella linea politica del nostro partito. Quelli che sono entrati in contrapposizione, nel corteo di sabato, sono due aspetti del nuovo di questa fase della lotta di classe che Lotta Continua, per la debolezza della sua discussione sul movimento delle donne, non ha saputo ricondurre ad unità.
Il salto politico compiuto dal proletariato femminile, che a partire dalle specificità delle sue lotte, dei suoi bisogni e della sua condizione, ha saputo ricondurre tutti questi contenuti all’unità di una manifestazione contro il governo di una forza mai vista.
La morte di Pietro Bruno e la piazza romana
La situazione specifica della nostra sede di Roma che da due settimane grazie al peso e alla qualità della sua iniziativa politica, che l’ha impegnata in una contrapposizione costante e vincente contro tutte le altre forze della sinistra, ha saputo tradurre la rabbia e l’emozione con cui decine di migliaia di studenti hanno risposto all’assassinio di Pietro Bruno con una lotta che rivendica la caduta del governo Moro che ha saputo tenere la piazza, e che proprio per questo si è saldata ed ha dato l’espressione più compiuta al contenuto centrale dello scontro di classe in questa fase.
Ciò che ha posto molti compagni e compagne della sede di Roma in aperta contrapposizione con il contenuto centrale del corteo di sabato è stato il tentativo di farsi portatori, anche in questa manifestazione, ma questa volta completamente dall’esterno e senza nessuna preparazione politica, specifica, della parola d’ordine della caduta del governo Moro; senza accorgersi che, ben lungi dall’aver bisogno di un tale supporto, questa stessa parola d’ordine era maturata e si era fatta egemone dall’interno del corteo di sabato e del movimento che lo ha espresso.
E’ stato un errore gravissimo; esso non rimanda solo ad una approfondita discussione sul ruolo del movimento delle donne; rimanda ad un tema che è centrale per tutti i settori della lotta di classe in questa fase: il ruolo dell’iniziativa di partito all’interno del movimento.
Molto interessante, complimenti