Primo giustiziato di Trump uno skinhead da 22 anni nella cella della morte

Il governo Usa ha eseguito la prima condanna a morte federale dal 2003, dopo il via libera della Corte Suprema. Daniel Lee, 47 anni, un suprematista bianco di Yukon, Oklahoma, è stato giustiziato con una iniezione letale nella prigione di Terre Haute, in Indiana.La condanna era stata rinviata di un giorno a causa di problemi legali

 “Non l’ho fatto, state uccidendo un innocente”, ha detto prima dell’esecuzione. Lee era accusato di aver ucciso negli anni ’90 una famiglia in Arkansas nell’ambito di un piano per realizzare una nazione solo bianca. Le vittime sono il trafficante di armi William Mueller, sua moglie Nancy e Sarah Powell, sua figlia di 8 anni.

Earlene Peterson, madre di Nancy e nonna di Sarah, nei giorni scorsi aveva chiesto al presidente Donald Trump di concedergli la grazia: “L’esecuzione programmata di Danny Lee per l’omicidio di mia figlia e di mia nipote non è quello che voglio e porterebbe più dolore alla mia famiglia”

Per uno di quei paradossi tipici della maggiore discrezionalità nell’emissione delle condanne il capo della banda era stato condannato a tre ergastoli. Una banda interessante che si intreccia con la strage di Oklahoma City. Una storia che io ho raccontato dettagliatamente nel vecchio “In God we kill”, soffermandomi anche sugli stili di vita e suelle credenze di queste frange molto particolari di estremisti a stelle e a strisce. Tra l’altro sull’armiere ucciso con la famiglia correva il sospetto che avesse fatto una soffiata contro Tim McVeigh.

Quei guerrieri ariani
e la strage di Oklahoma City

Da Elhoim City [un complesso paramilitare che ospita famiglie survivaliste e miliziani, ndb] si dipana un altro filo sottile che smentisce il ruolo di lupi solitari della strana coppia McVeigh-Nichols [gli autori della strage di Oklahoma City]. In quel complesso, per anni, sono andati a svernare, dal gelo dello Stato di Washington, i Kehoe. Una famiglia girovaga di angloisraeliti [una religione dell’odio ben diffusa a fine Novecento tra suprematisti bianchi: sostiene che gli anglosassoni sono la dodicesima tribù smarrita di Israele discendendo direttamente da Davide e quindi sono il popolo eletto mentre gli ebrei sono figli di Satana, ndb] (otto figli che hanno poche occasioni di frequentare la scuola), impegnati nella missione religiosa di costruire la Repubblica ariana del NordOvest. Partono dalla Florida e arrivano nello Stato di Washington, frequentando anche Hayden Lake. Il padre è un veterano del Vietnam che passa dall’economia sommersa al movimento clandestino.

Il figlio Cheyne, per tre anni usa la comunità come punto di appoggio mentre lui o il fratello Chevie vi si addestrano all’uso delle armi. Nel 1992 Chevie dimostra grande sicurezza con un reporter che lo intervista nello store di famiglia a Colville: “Ce ne siamo più di quanto tu realizzi. Siamo nelle scuole, nel governo, nelle forze dell’ordine, nella sanità. Ovunque. E non abbiamo paura di morire”. Con il fratello rifornisce di armi la batteria dei rapinatori dell’ARA [Aryan Pepubblican Army, una banda armata suprematista, specializzata in espropri di autofinanziamento, ndb], che incrociano a Elhoim City. Secondo il gestore di un motel di Spokane, lo Shadows, una stamberga a due passi dal bar preferito di Robert Mathews [Leader della Resistenza senza capi, il movimento antigovernativo, cade in uno scontro armato nel 1992 e diventa un mito per le milizie, ndb] già sa della strage.

“Qualche giorno prima – racconta agli investigatori – mi ha preannunciato per il 19 qualcosa che avrebbe svegliato la gente. Alle 8,15 ha chiesto di mettere la tv su CNN ed è rimasto estasiatoi. Un altro testimone, nel 1998, fisserà a marzo un incontro a tre nel motel tra Kehoe, McVeigh e tale McCrea, un sordido survivalista appena arrestato per armi e pedofiliaii. Ma i federali non hanno intenzione di riaprire le indagini.

Chevie passa il tempo a fumare “erba” – abitudine presa dai genitori ­­– ed è violentissimo nei rapporti personali. Fissato sulla poligamia come strumento di ripresa demografica ariana – una preoccupazione diffusa – non si fa scrupolo di sedurre la cognata e la moglie di un componente della piccola banda che costruisce secondo i dettami della “resistenza senza capi”. Quando allarga per la prima volta la famiglia Chevie ha 20 anni e una moglie incinta. La prescelta è la cognata di Jake Settle, un ex marine angloisraelita che ha coinvolto Chevie nello studio della Bibbia. Angie ha 18 anni, è cresciuta in una famiglia cattolica middle class, ha appena finito il liceo e comincia a frequentarlo perché fanno assieme le “canne”. I Kehoe la convincono ad abbandonare il suo stile di vita sregolato e ad aderire a Identità cristiana, il più diffuso culto angloisraelita.

La ragazza crede di trovare una risposta allo sbandamento esistenziale ma è coinvolta in una convivenza da incubo con un paranoico ultrarazzista (i neri sono animali) e sessista (le donne non sono uguali e devono portare rispetto). Vanno tutti e tre al Congresso Ariano del 1993 [metà raduno politico, metà festival, organizzato nella base della principale organizzazione nazi-suprematista, Aryan Nations, ndb], a celebrare le nozze con Angie e Chevie pesta la prima moglie, insofferente per la convivenza forzata. “A Nazioni Ariane – spiegherà a un giornalista – ho cominciato a capire che questo tipo non stava bene di testa”iii.

Dopo qualche settimana in giro, tra Montana, Washington e Wyoming, il terzetto sbarca a Elohim City. Angie, stanca di mazzate (alla prima moglie: quattro volte in due mesi) e minacce di morte (per lei), decide ad andarsene ma non può neanche passeggiare da sola né parlare coi suoi. Deve ringraziare la suocera – indignata per la situazione immorale – che convince il figlio a lasciarla libera. Neanche Chevie resta in comunità. Prende a calci l’infermiera che gli spiega che lo stress della moglie può far male al neonato. Quando una notte manca la luce per un temporale si scopre che non ci sono candele e lui commenta acido: “Non sono questi il mio tipo di survivalisti”iv.

Nel gennaio 1996, insieme a Danny Lee, uno skin che come Chevie ha 23 anni, stermina la famiglia di un armiere di Tilly, in Arkansas, fornitore delle milizie, sospettato di aver “soffiato” informazioni su McVeigh. I due, travestiti da federali, si infilano in casa Mueller. Aspettano il rientro e simulano l’arresto. Dopo averlo ammanettato gli infilano la testa in una busta di plastica e gli sfondano il cranio col calcio della pistola. La stessa morte tocca alla moglie e alla figlia di otto anni. I cadaveri sono ritrovati in una palude sei mesi dopo. Chevie se ne vanta con la madre: “Li ho messi a dieta liquida”. Gloria, zelante cristiana, lo avverte: “Devo dirlo, Chevie. Dio non mi lascerà vivere con questo segreto. Mi dispiace”. E infatti al processo testimonierà contro il figlio. Le armi rubate ai Mueller transitano per Elohim City e finiscono al motel di Spokane. Chevie con il padre avvia un commercio clandestino, in giro per le fiere.

Il primo passo falso è un uso scriteriato di una carta di credito del morto. Il secondo è la vendita della Colt 45 personale dell’armiere a un consumatore di droga che si tira di impiccio accusando Kirby Kehoe. Le armi disseminate in giro forniscono tracce alle forze dell’ordine. A dicembre 1996 è la volta di Sean Haines, uno skin di Spokane, arrestato in Sud Dakota con un fucile d’assalto di Mueller, e alla guida di una vettura di proprietà della moglie di Chevie, che scappa in roulotte, portandosi dietro Cheyne e le due famiglie, attraverso il Nevada, il Texas e l’Alabama fino in Ohio.

Qui i fratelli terribili, nel febbraio 1997, sono fermati per una tassa scaduta dalla polizia stradale. Scatenano due successive sparatorie, riprese dalle videocamere, che saranno viste in tv da decine di milioni di americani. Parte una colossale caccia all’uomo. Il caravan è ritrovato nel Wyoming. La fuga continua, fino in Utah, dove trovano lavoro in una fattoria. Ma l’ossessione di Chevie per la poligamia – ora ha messo gli occhi sulla cognata – e la violenza incontrollata – progetta di uccidere i genitori per impossessarsi dell’arsenale e la moglie legale perché sospetta che abbia origini “indiane”- provocano la catastrofe.

Il 16 giugno Cheyne, geloso, impaurito, si consegna e vende il fratello. Lo accompagna Ray Barker, il pastore della Chiesa dell’Identità Cristiana di Colville. Chevie è arrestato il giorno dopo. Non riesce a onorare l’impegno preso in una lettera alla moglie: “Preferisco morire in piedi che vivere sulle ginocchiav. Lee è catturato in Oklahoma, il suo Stato. A 17 anni aveva massacrato di botte e tagliato la gola a un ragazzo che aveva orinato addosso a un suo amico durante una festa.

I due sono accusati di cospirazione insieme a Faron E. Lovelace, già condannato a morte per l’omicidio nell’agosto 1995 di un membro della banda, Jeremy Scott. Il 9 marzo 1998 i federali del arrestano Kehoe sr. a Springdale, Washington, per armi. Lo ha denunciato la moglie che ha aggredito usando il fucile a mo’ di clava. Kirby si dichiara colpevole ed è condannato a 4 anni.

Nel luglio 1998 l’accusa di cospirazione è assorbita in un maxiprocesso con 57 capi di imputazione contro Chevie e Danny Lee, compresi 5 omicidi (la strage in Arkansas e due esecuzioni di complicivi in Idaho) e un attentato al municipio di Spokane. Faron Lovelace è considerato complice ma non è citato, mentre Kirby compare come testimone del governo. Cheyne è escluso come collaboratore. Chevie ha l’ergastolo senza libertà sulla parola, mentre Lee è condannato a morte su insistenza del procuratore: è uno psicopatico pericoloso per compagni di cella e secondini. Per la difesa è vittima di un’infanzia di atroci abusi. Chevie si salva perché la corte tiene conto dell’influenza della cattiva famiglia.

i The Aryan Republican Army, Elohim City and OKC Bombing, nel sito web apfn.org dell’American Patriot Friend Network, un gruppo dell’orientamento cospirativo.

ii Il 14 giugno 1998 la polizia dello Stato di Washington sequestra un arsenale di più di 70 pipe bomb, armi automatiche e bombe a mano a Gregory McCrea, sospetto pedofilo. L’uomo, simpatizzante delle milizie, è rinviato a giudizio per reati federali sulle armi – ha precedenti specifici – ma conclude un accordo in cui ammette anche mille rapporti sessuali con bambini ed è condannato a un massimo di 25 anni.

iii A Woman’s Place in Intelligence Report, Estate 1999.

iv ibidem

v Kehoe Republic: Trail of Death Follows White Suprematist Gang in Intelligence Report, Autunno 1998.

vi Uno, Jon Cox, è ucciso per aver confidato ad amici un piano per l’assalto a un furgone blindato (ma il cadavere non è stato ritrovato), l’altro, Jeremy Scott, perché contrario al fatto che sua moglie fosse diventata concubina poligama di Chevie.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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