De Luca, le parolacce e i nuovi standard della comunicazione politica

De Luca show a Pozzuoli: il video diffuso da Repubblica tv della sua lite con i disoccupati ha confermato lo straordinario talento comunicativo del governatore della Campania. Nel cantiere della Cumana per la tratta Dazio-Gerolomini appena inaugurato, il presidente della Regione affronta i disoccupati del Movimento 7 Novembre che lo contestano e chiedono un incontro in Regione sull’avvio di progetti per lavoratori socialmente utili.  Nel corso di 40 anni centinaia di volte si sono confrontati in piazza o intorno a tavoli più o meno istituzionali governanti e governati. Ma in questo caso c’è un plateale rovesciamento della pratica. E’  De Luca a fare la voce grossa con uno dei portavoce dei movimenti, Eddy Sorge. Nell’accesa discussione volano urla e parolacce. E’ l’esponente del Laboratorio politico Iskra di Bagnoli a chiedere al presidente della Campania di non urlare, di abbassare i toni e di permettere anche a lui di parlare. Ma, tra una “madonna” e una “sfaccimma”, De Luca fa anche un’altra cosa: rompe ogni mediazione, toglie ogni schermo protettivo e si mette direttamente in gioco. Io sono il presidente, decido io, gli altri non contano, vuoi fare chiacchiere o fare i fatti? Con la ciliegina finale, il rovesciamento dell’accusa classica del gentismo contro la casta. E così il governatore attacca il movimentista: tu rischi di fare politica… Lui no, non fa politica, amministra, risolve problemi. E alla fine lo stesso Sorge, sulla sua pagina Facebook, per difendersi agli attacchi dei duri e puri di turno sulla eccessiva “morbidezza” nel confronto, cita il maestro cinese dell’Arte della guerra per poi ribadire le ragioni di una scelta:

Ho già specificato i motivi politici che ci hanno spinto a scegliere di avere quella condotta. Tafferugli, scontri e vaffanculo li abbiamo fatti, li facciamo e li faremo quando necessario. Ma quello che ci interessava era principalmente “denudare il re”, dimostrare il suo vero volto o meglio il potere che rappresenta e l’odio di classe che questi signori hanno nei confronti dei proletari ed entrare nel merito della questione specifica. Da questo punto di vista vi invito a vedere il video pubblicato dalla pagina dei disoccupati. Non perché servisse a noi compagni ma alle tante persone, le famose masse come le chiama qualcuno, che ci piaccia o meno ancora non ci sentono, perché sentono fame, o non ci seguono, perché non ci capiscono. Da questo punto di vista posso assicurarvi che in piccola parte ci siamo riusciti.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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