Il delitto della Camilluccia/2: il destino del suonatore Jones
E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare.
Quando ieri pomeriggio mi hanno chiesto dalla redazione del Garantista il pezzo sul “delitto della Camilluccia” mi è venuta a mente la canzone di De André che dà il nome e chiude il magnifico “Non all’amore, non al denaro, né al cielo”.
La perfetta circolarità: quando pochi giorni fa Fulvio Bufi mi aveva chiesto di scrivere il ritratto funebre di Geppi Marotta, rompendo la sostanziale regola che mi ero dato per il nuovo blog (non si parla di fascisteria), era evidente che a quel bellissimo pezzo di un compagno che rende onore all’avversario politico di gioventù leale e generoso andava anteposto come exergo un remake dell’incipit dell’apertura dell’LP.
Dove se n’e andato Toni, con la testa inondata di sangue
Dove è finito Cico, solo e disperato in una stanza
Dove se n’è andato Giulio, colpito al cuore a tradimento
E Carlo e Geppi divorati da uno strano male
Dormono, dormono sulla collina, dormono, dormono sulla collina….
Perché è evidente che c’è una maledizione che ha colpito quel gruppo umano protagonista di tante battaglie di strada nel Vomero degli anni di piombo. E così ho detto sì a Fulvio (e ho fatto bene) e ho detto sì a Franco.
Ma il pezzo, a differenza del solito, non ve lo posto. Per ora. Dovete accontentarvi della foto e se avete voglia di leggerlo andare in edicola e comprare il Garantista. E così fate due cose buone: una per voi, una per loro…
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