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Assassini sì, stragisti no. Intervista ad Ugo Maria Tassinari
di redazionale - 10/08/2007

Fonte: ADN Kronos [scheda fonte]


 

Oggi pubblico alcuni stralci di una lunga intervista di Adnkronos a Ugo Maria Tassinari su Bologna e il processo che ha coinvolto Mambro, Fioravanti e Ciavardini.
Tassinari, giornalista e saggista nonchè uno degli studiosi più attenti del fenomeno neofascista, da uomo di sinistra non si è mai piegato alla vulgata della strage nera a tutti i costi. Pena la verità stessa. 
A breve mi riprometto anche una recensione del suo ultimo volume "Naufraghi" (edizioni Immaginapoli), un'indagine diacronica sul fenomemo neo e postfascista dal '46 ai giorni nostri.
Ugo Tassinari è anche mio insegnante alla scuola di giornalismo di Potenza.    




"Assassini sì, stragisti no''. Ugo Maria Tassinari, giornalista e scrittore di sinistra con un passato nell'Autonomia, scende in campo per sostenere l'estraneita' dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, rispetto alla strage di Bologna, l'eccidio che il 2 agosto del 1980 fece 85 morti e 200 feriti. Lo fa con 'Naufraghi. Da Mussolini alla Mussolini, 60 anni di Destra Radicale' (Ed. Immaginapoli, pp. 304, euro 15), un saggio che conclude la sua ventennale ricerca sulla 'fascisteria italiana'

D'altra parte, lo scetticismo sulla colpevolezza dei Nar viene da lontano: da Rossana Rossanda a Nicola Tranfaglia, da Erri De Luca a Paolo Mieli, da Francesco Cossiga all'ex presidente della Commissione stragi, Giovanni Pellegrino, fino a magistrati come Rosario Priore e Otello Lupacchini, sono stati in tanti a sollevare dubbi in merito alla verita' giudiziaria sul massacro alla stazione bolognese. Per Tassinari quello che ha portato alla condanna di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro nel 1995 e di Luigi Ciavardini nell'aprile scorso è ''un processo inconsistente''. ''Non c'e' movente, non è stato chiarito il contesto, ne' la dinamica della strage - spiega - Alla fine quei giovani terroristi neri che erano nati scimmiottando le Br e che si sono macchiati di tragici delitti che nessuno, loro per primi, ha voluto mai negare, sono diventati i capri espiatori, le vittime. Un paradosso''.

Nella ricostruzione che Tassinari fa della strage nel suo ''Naufraghi'' c'e' anche la vera storia del Mab, il fucile che sara' usato ''per il principale depistaggio'' sull'eccidio di Bologna: in realta' secondo l'autore quell'arma viene scambiata per salvare Paolo Aleandri, affiliato ai Nar e sequestrato dalla banda della Magliana perche' nella gestione di un arsenale comune con la malavita aveva mandato armi 'romane' a un clan camorristico, una vicenda già raccontata dal giudice Giancarlo De Cataldo nel suo ''Romanzo Criminale''. E in effetti, quando si indaghera' sulla storia dei Nuclei Armati Rivoluzionari, si scoprira' che i legami con la criminalita' comune non erano una leggenda: ''I 'ragazzini' erano affiancati da un esperto malavitoso, l'ultraquarantenne Massimo Sparti, ma sul suo ruolo in diversi delitti la cortina del silenzio sara' ferrea''. Perche' ''il maturo delinquente'', che Cristiano Fioravanti, fratello di 'Giusva', si sceglie come 'padre putativo', nel frattempo ''si e' conquistato, con il privilegiato ruolo di teste della corona nell'istruttoria per la piu' grave strage di quegli anni, quella alla Stazione di Bologna, il 2 agosto 1980, la garanzia del'impunita''.

Una volta verificatasi la 'madre di tutte le stragi', per Tassinari, ''nonostante alcuni elementi indichino una pista internazionale, le indagini si incardinano sull'eversione nera, metabolizzando di continuo false piste che puntano di volta in volta a incastrare il collaboratore dei servizi francesi Marco Affatigato'', i detenuti Sergio Calore e Dario Pedretti o i ''camerati italiani 'riparati' in Libano, ultra' neri francesi e tedeschi legati a Stefano Delle Chiaie, i vertici e poi i ragazzini di Terza Posizione''. Le conclusioni giudiziarie di questa tormentata vicenda sono che la bomba, in quella maledetta mattina di agosto, alle 10,25 di un orologio di ferro che restera' silente davanti al dolore innocente, l'hanno piazzata Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini. Ma, scrive Tassinari, ''della colpevolezza dei 'ragazzini' dei Nar per la strage, in mancanza di mandanti, di movente e di prove (l'unico accusatore e' un impunito, Massimo Sparti, liberato per un tumore in fase terminale e poi miracolosamente sopravvissuto per vent'anni) sono molti a dubitare'.

Ma ''Naufraghi'' non è solo Bologna. E' invece una cavalcata in decenni di 'storia nera': l'itinerario di questo saggio va dalla Repubblica Sociale Italiana ai fatti di Genova (1945-1960), attraversa la stagione del piombo nero e la 'maledizione del cinque', un numero che porta male (NON E' POI ESATTO IN CHIAVE METAFISICA...) ai terroristi di Destra, e arriva sino alla recente storia partitica di quell'area antagonista della Destra italiana che va oltre la svolta di Fiuggi e la nascita di Alleanza nazionale, nel 1995.

Tassinari, che come si diceva in passato ha gia' firmato inchieste sulla 'Fascisteria' (Castelvecchi, 2001) traccia dunque la mappa di questo arcipelago nero, non mancando di mettere in guardia sulla impossibilita' di ingabbiare banalmente i percorsi dell'area di Destra Radicale in Italia: ''Dal pregiudizio manicheo delle vestali antifasciste che riducono 60 anni di sangue e lacrime a un maleodorante impasto di escrementi e di infamia, all'intransigenza di segno opposto e asimmetrico degli irriducibili del fascismo rivoluzionario, che liquidano invece l'intera vicenda neofascista sotto la categoria dell'atlantismo di servizio''.


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