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noicittadinilucani
Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.
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CULTURA
NAPOLITANO. IL CAPO DELLA BANDA
29 maggio 2014


Spesso mi sono domandata se le Istituzioni debbano essere rispettate sempre e comunque e altrettanto spesso ho risposto a me stessa affermativamente; tuttavia - ho anche molte volte riflettuto- le donne e gli uomini che le Istituzioni le rappresentano, le rispettano sempre e comunque e sempre e comunque sono degni di rappresentarle? Dubbi scomodi questi, scomodi e pericolosi perché ad esprimerli vai troppo controcorrente, sei complottista, malevolo, ignorante e, se ti va bene, grillino.

Poi ti arriva tra le mani "Napolitano. Il Capo della Banda" di Ugo M. Tassinari.
"Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - scrive in prefazione Salvo Mandarà- è un uomo di cui, in Italia, non si può parlare. Sono infatti innumerevoli le interruzioni e i casi di vera censura a cui abbiamo assistito ogni volta che qualche esponente dell'opposizione al sistema, alla Camera o al Senato, ha osato solo fare il suo nome". Di seguito Ugo Tassinari, in poco più di cento pagine, mette in fila i tuoi dubbi, te li riordina, te li incornicia e te li inchioda al muro della memoria collettiva, quel muro oggi più che mai reso fragile e scalcinato dal bispensiero imperante, dalle verità elastiche, dai segreti di Stato, dalle decine e centinaia di leggi, leggine e clausolette che confondono le idee ai Cittadini, che li mettono nell’impossibilità di capire davvero e li confinano nel mito sottraendogli la Storia. Tassinari parte da lontano, dal 1973, dal suo primo incontro con l'attuale Presidente della Repubblica , da una riunione da cui –scrive- uscì “schiacciato, attonito”, per attraversare quel “comunismo senza Marx” perfettamente incarnato nel comunista Giorgio Napolitano che oggi, a distanza di quarant’anni, “si sta trasformando nel corpo stesso (mummificato) del Potere”.

Un libro da leggere questo, per sottrarsi ad un’ informazione disinformante, per riscorrere le pagine di un recentissimo passato ed accorgersi che, di fatto, la democrazia è già in crisi, la Costituzione già minata e noi tutti già troppo ammaestrati a una serie infinita di pseudoverità. Ugo Tassinari ci insegna che il rispetto delle Istituzioni deve passare anche, dolorosamente, dalla denuncia di quanti non sono degni di rappresentarle.

                          Anna R. G. Rivelli





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