Elezioni europee, tra sinistra radicale, ultradestra ed euroscettici, il fronte del no oltre il 25%
Il trionfo della destra anti-eurocratica in Ungheria ha scatenato l’isteria della stampa italiana mainstream, preoccupata dall'”ondata nera”. Con un centrodestra che sfiora la maggioranza assoluta (a metà spoglio oscilla tra il 46 e il 48%) grazie ai buoni successi economici conseguiti in quattro anni di governo ma anche a una linea aggressiva contro le ingerenze della Troika, l’ultradestra di Jobbik ha guadagnato 4 punti superando il 20%. Ma il Corriere della Sera ci rassicura:
L’Ultradestra non sfonda in Ungheria.
Meno male. Evidentemente si aspettavano qualcosa di peggio. Più interessante l’analisi diffusa dal corrispondente dell’Ansa da Bruxelles che aggiorna le previsioni sulla composizione dell’Europarlamento, distinguendo esplicitamente l’alleanza populista promossa da Marine Le Pen dalle componenti definite esplicitamente neonaziste (Alba Dorata, Jobbik e Ndp tedesca). A quest’ultimo cartello radicale è attribuito un potenziale di 7 eletti: 4 in Ungheria, 2 in Grecia, uno in Germania (quest’ultima previsione mi lascia perplesso).
“Sarà comunque – scrive l’Ansa – un’ondata estremista senza precedenti quella che da quasi tutti i 28 paesi della Ue arriverà a Strasburgo per travolgere «questa Europa» perché alle ali estreme crescono i numeri della contestazione. Tra i 55 della Sinistra Unita che fa riferimento a Tsipras ed i 126 della destra euroscettica, sarebbero 181 su 751 gli eurodeputati ‘contro’. In particolare, col comune denominatore del no all’euro e all’immigrazione, cresce la coalizione guidata dal Front National francese, cui aderiscono la Lega Nord oltre agli austriaci del Fpo, gli olandesi del Pvv o i belgi del Vlaams Belang. Cui però non dovrebbero avere accesso, almeno stando a quanto dichiarato da Marine Le Pen, i neonazisti”.
Ecco il dettaglio paese per paese.
* Austria. Testa a testa tra i popolari del Volkspartei, i socialdemocratici e l’Fpo (che fu di Haider ed ora è guidato da Strache): 5 seggi a testa per i primi due, 4 per il terzo
* Belgio. Il Vlaams Belang (estrema destra fiamminga) è accreditato di un deputato ed uno dovrebbe andare anche all’estrema sinistra.
* Bulgaria. Agli xenofobi di Ataka potrebbero andare 4 seggi.
* Cipro. I comunisti sono accreditati di un seggio.
* Danimarca, Svezia e Finlandia. Il Partito popolare danese, i Veri finlandesi e i Democratici svedesi dovrebbero conquistare ciascuno tra i 2 e 3 seggi; tutti hanno posizioni di chiusura sull’immigrazione e sull’assistenza ai Paesi del Sud Europa.
* Francia. Il Front National è dato per secondo partito con 18-20 deputati. Alla sinistra radicale del Front de Gauche 8.
* Germania. La sinistra estrema anti-Ue Die Linke è data per quarto partito, con 8 seggi. Ai no-euro di Alternative fur Deutschland, ben sei. Eliminati gli sbarramenti, i neonazisti di Npd ne conquisterebbero uno.
* Grecia. Syriza di Tsipras potrebbe essere il primo partito. I neonazi di Alba Dorata sono dati oltre il 10% con due eletti
* Ungheria. Per i neofascisti di Jobbik, che nelle politiche superano il 20%, sono previsti almeno 4 eurodeputati.
* Irlanda. Il Sinn Fein di estrema sinistra dovrebbe passare da 1 a 3 seggi.
* Olanda. Il Pvv di Wilders è dato per primo partito, con 5 deputati, uno in più dei liberali di Democraten 66. 3 seggi dovrebbero prenderli i Socialisti della sinistra radicale.
* Polonia. Gli euroscettici conservatori di Diritto e Giustizia si giocano il primato coi popolari del premier Tusk.
* Gran Bretagna. Laburisti al comando (27 seggi), con gli euroscettici dell’Ukip secondi (20) davanti ai Tories di Cameron (18) che inseguono Farage nelle critiche alla Ue.
* Portogallo e Spagna. Il partito Comunista ed il Bloco de Esquerda dovrebbero mandare 3-4 rappresentanti alla Gue, ancora di più, 7, dovrebbero arrivare dall’Izquierda Unida spagnola.
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