Addio a Ernesto Paolozzi, un liberale dalla parte degli operai

E ci ha lasciati anche Ernesto Paolozzi. Con lui gli incroci sono cominciati quasi 50 anni fa… Ci scambiammo le appartenenze politiche (lui da Potop al Pci, io viceversa) e il compagno di banco (bocciato, si spostò dal Vico al Genovesi e per me Claudio fu un acquisto straordinario). Poi il futbol, il Denza, lui n.10 della giovanile, io accanito ultrà … In facoltà, a Lettere, ci incrociavamo poco: io a Storia, lui a Filosofia, a scoprirsi liberale alla scuola del professor Franchini.

L’occasione per il rendez-vous fu, una decina di anni dopo, il Giornale di Napoli. Io ciuccio di fatica alla catena di montaggio del desk redazionale, lui brillante editorialista. Eppure, quando suo cugino, rampollo di una famiglia di artisti, decise che da grande voleva fare il giornalista, Ernesto non esitò ad affidarmelo. Fu anche quello un grande acquisto: con qualche mal di pancia in più forse, perché Sabatino aveva una vena di geniale dissennatezza che ogni tanto tracimava. Ma era una spalla formidabile, con tempi comici e senso della battuta importanti, a cui dava libero sfogo nelle pause negroni che ci concedevamo. Risorse preziose nella vita lenta e stressante della redazione di un piccolo quotidiano.

Lungo l’arco di questi decenni Ernesto ha proseguito una scintillante carriera accademica con risultati che non sono in grado di restituirvi. Sul piano politico, come tanti altri, ha subito gli effetti di una sorta di processione degli equinozi.
Restando profondamente se stesso è stato liberale negli anni 80, repubblicano negli anni 90, democratico più o meno di sinistra negli anni 00, per approdare, in quasi perfetta circolarità a Leu, alla fine del decennio scorso.

L’ultimo scambio intenso è stato, infatti, in occasione della sua candidatura alle ultime elezioni politiche: mi coinvolse nel panel delle antenne. Un ritorno alle origini, all’antico metodo dell’inchiesta operaia. Perché al di là della mutabilità delle appartenenze politiche lungo l’arco della vita, non aveva mai perso la convinzione originaria che le condizioni dei lavoratori fossero determinanti per stabilire lo stadio della civiltà umana…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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